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Pazze estate, agricoltura in ginocchio: api a terra e danni alle coltivazioni

"Tra giugno e agosto si sono contate la bellezza di 26 perturbazioni – afferma il presidente Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli – ed ora è arrivato settembre, inaugurato in piena vendemmia da pioggia e temporali".

Tempo di bilanci per l’agricoltura, settore che al pari del turismo, non può affatto sorridere al termine di questa pazza estate martoriata dal maltempo. La stagione più piovosa degli ultimi 30 anni rischia infatti di costare alle aziende agricole dell’Emilia Romagna fino a 300 milioni di euro di Plv, perché al calo dei consumi innescato dal maltempo e alla crisi ha fatto seguito anche l’embargo russo. “Tra giugno e agosto si sono contate la bellezza di 26 perturbazioni – afferma il presidente Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli – ed ora è arrivato settembre, inaugurato in piena vendemmia da pioggia e temporali".

"Purtroppo – aggiunge il presidente – questa estate bagnata ha causato danni alle coltivazioni e rovinato in molte aziende il raccolto di un intero anno di lavoro mentre i costi sono aumentati per difendere le produzioni dai parassiti favoriti dal clima anomalo”. A farne le spese dal pomodoro ai cocomero, dai meloni alle pesche mentre c’è ancora molta attesa per la vendemmia iniziata solo da qualche settimana, “ma già adesso – puntualizza Pederzoli - si conta un aumento dei costi di produzione per difendere le viti ed un taglio dei raccolti rispetto allo scorso anno”. Anche le api sono state costrette a restare a terra con il maltempo e a rimetterci è la produzione di miele che potrebbe subire un calo fino al 70 per cento in tutto il nord Italia.

“Ai danni diretti sulle coltivazioni – prosegue ancora Pederzoli - si sommano quelli indiretti provocati dal calo di consumi dei prodotti stagionali, in primis frutta e verdura, a causa delle condizioni climatiche non favorevoli con un conto particolarmente salato per pesche e nettarine”. Il crollo dei consumi rischia infatti di far scomparire a livello Italia un quinto dei pescheti e mette a rischio 10 milioni di giornate di lavoro garantite dal settore della frutta estiva, con gravi effetti sull’occupazione sull’ambiente e sulle imprese. E mentre i produttori devono fare i conti pure con l’embargo russo, la frutta fresca – in Italia – fa segnare il maggior crollo dei prezzi con un calo del 7,5% rispetto allo scorso anno che spinge alla deflazione il settore dell’alimentare".

"Ad una crisi di eccezionale gravità, “visto anche il  ritardo dei provvedimenti e l’insufficienza delle risorse previste dalla Ue – afferma Pederzoli - bisogna rispondere con interventi eccezionali. Per dare un sostegno adeguato alle aziende abbiamo quindi proposto all’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, di richiedere all’Unione Europea un anticipo dei fondi Pac in modo tale da mettere a disposizione quanto prima risorse finanziare alle imprese agricole. In tal modo – conclude il presidente - si potrebbero integrare con nuovi fondi, ma a costo zero, i 32 milioni di euro per la crisi delle pesche e i 125 milioni di euro per l’embargo russo, che vanno però spalmati tra tutti i Paesi europei in difficoltà, cifre irrisorie rispetto all’entità della crisi in termini economici ed occupazionali”.

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