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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Cambio al vertice di Cna, Massimo Mazzavillani nuovo direttore

Massimo Mazzavillani è il nuovo direttore di Cna Ravenna. Quarantotto anni, sposato con una figlia è residente a Cervia. Ha iniziato il suo percorso in CNA nel 1986

Massimo Mazzavillani è il nuovo direttore di Cna Ravenna. Quarantotto anni, sposato con una figlia è residente a Cervia. Ha iniziato il suo percorso in CNA nel 1986, dove ricopre diversi ruoli di primo piano fino alla nomina di vicedirettore nel 2010. Dal 2006 al 2009 è Vicesindaco del Comune di Cervia. Attualmente è consigliere di gestione di Unifidi Emilia Romagna, vicepresidente di Assicoop Ravenna nonché consigliere di alcune Società nazionali del Sistema CNA.

“Sono orgoglioso di essere chiamato alla direzione della CNA di Ravenna – dichiara Massimo Mazzavillani -. Sento tutta la responsabilità che questo incarico richiede e, al tempo stesso, ho la consapevolezza di poter contare su un gruppo dirigente e su collaboratori all’altezza della situazione”. “La CNA di Ravenna – prosegue Mazzavillani – è un’Associazione sana e apprezzata da tutti gli interlocutori istituzionali, economici e sociali e per questo ringrazio Natalino Gigante, il direttore che mi ha preceduto, per il prezioso lavoro svolto”.

“La situazione economica che abbiamo di fronte – sottolinea Mazzavillani – è estremamente complicata. La movimentazione delle imprese dell’Albo Artigiani relativamente ai primi 10 mesi dell’anno conferma il rallentamento delle performance di crescita dell’artigianato locale che stiamo registrando da qualche anno. Se nel 2011 la flessione dell’Albo è stata abbastanza limitata, pari allo 0,7% che significa circa 70 imprese in meno, per questo anno è ipotizzabile un calo molto più consistente del numero delle imprese artigiane. Alla fine di ottobre dell’anno in corso l’Albo provinciale diminuisce dell’1,3%, circa 150 imprese in meno. Con questo trend è possibile ipotizzare, da qui a fine anno, una flessione in ambito provinciale molto più consistente, sull’ordine di circa 300 imprese in meno".

"Il comparto artigiano è stato, nel decennio 1998-2008 il principale motore di crescita del Registro Imprese della nostra Camera di Commercio. Dal 2010 il settore è in flessione - ricorda Mazzavillani -. A determinare questo dato concorrono diversi fattori di crisi, primo fra tutti il comparto delle costruzioni che sta vivendo una fase drammatica. Ma anche i rimanenti settori: servizi alla persona, produzione manifatturiera,  servizi di riparazione auto moto e, più in generale, i cosiddetti servizi alla comunità e l’autotrasporto attraversano una fase di grave difficoltà. Ancora leggermente positivi, ma con qualche segnale di affaticamento, i dati riguardanti il settore dell’artigianato agroalimentare e delle comunicazioni, che ricomprende tutto il segmento dell’ ICT”.

“Anche sul versante occupazionale – ribadisce il neo direttore della CNA – troviamo conferma delle difficoltà in quanto la flessione che stiamo vivendo nell’ultimo periodo, seppure di uno zero virgola, si va a sommare al forte calo del 2009 che era stato superiore al 4%.” “Il nostro consorzio di garanzia, Unifidi – continua ancora Mazzavillani – nel 2011 ha sostenuto il sistema imprenditoriale raggiungendo, a livello regionale, il miliardo e 200 milioni di euro di prestiti, di cui 180 milioni solo nella nostra provincia, con garanzie prestate direttamente, superiori ai 400 milioni di euro".

"Nel 2012 riscontriamo una riduzione dell’operatività dovuta principalmente alle maggiori difficoltà del sistema bancario e delle aziende stesse a garantire le richieste formulate. Diventa, pertanto, fondamentale creare all’interno del fondo di garanzia per le PMI uno strumento destinato a patrimonializzare i Consorzi Fidi e a consentire loro un più facile accesso al fondo stesso - chiosa il neo direttore di Cna Ravenna -. Garantire liquidità alle imprese deve essere una priorità del Governo. Importante è stato il ruolo degli Enti Locali e della Camera di Commercio nel sostegno a Unifidi; oggi è necessario rafforzare tale impegno anche attraverso la partecipazione diretta come soci sovventori”.

“Cosa possiamo fare? – continua ancora Mazzavillani -. Minore pressione fiscale, maggiore disponibilità di credito, velocizzazione dei tempi di pagamento e sostegno a ricerca e sviluppo  sono quattro condizioni necessarie per sostenere le imprese, ma non sono sufficienti per far ripartire lo sviluppo del Paese. Ricorderemo il 2012 come l’anno in cui l’Italia ha intrapreso, per usare le parole del Presidente Monti, un duro percorso di guerra. L’arma utilizzata è stata, e rimane, un mix fatto da rigore finanziario, tenuta sociale e affidabilità del Paese".

"Oggi, però, c’è bisogno di un ulteriore balzo in avanti, articolando una strategia di più ampio respiro che sappia concentrare sullo sviluppo le poche risorse disponibili con pragmatismo e concretezza e che abbia i seguenti capisaldi: riduzione della pressione fiscale e contributiva su imprese e famiglie - aggiunge Mazzavillani -. sistematico avvio e realizzazione in tempi certi delle opere pubbliche già finanziate; allentamento del patto di stabilità sugli investimenti; contributi a innovazione e ricerca orientati anche alle piccole imprese; consolidamento degli incentivi per la ristrutturazione e il risparmio energetico; sblocco dei fondi per il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione; rafforzamento del sistema delle garanzie per favorire l’accesso al credito; riduzione dell’IMU sugli immobili strumentali; lotta all’abusivismo che genera concorrenza sleale alle imprese che pagano regolarmente tasse e contributi; piano di sostegno ai fattori che animano la crescita economica, che hanno al centro l’impresa diffusa, le imprese femminili, l’artigianato”.

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