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Economia

Ancora in flessione il numero di imprese: la fotografia della Camera di Commercio

E' quanto emerge nel rapporto presentato dalla Camera di Commercio

Al 30 settembre le imprese iscritte nel Registro delle Imprese di Ravenna sono 39.508, 887 in meno rispetto alla stessa data dell’anno passato. E' quanto emerge nel rapporto presentato dalla Camera di Commercio. Negli ultimi 12 mesi sono state registrate 2.026 nuove iscrizioni a fronte di 2.739 cancellazioni, il che ha determinato un saldo negativo di 713 unità.  Nel corso del 2016 si è osservata una crescita anomala delle cessazioni dovuta ad una  operazione straordinaria di ripulitura del Registro che ha comportato la cancellazione nel mese di novembre di 543 imprese fallite da oltre dieci anni. Prima della riforma del 2006 non sussisteva, infatti, l’obbligo da parte del curatore di comunicare la cessazione dell’impresa alla Camera di commercio all’atto della chiusura del fallimento. Tali cancellazioni sono state disposte dal Conservatore del Registro per soddisfare l’interesse pubblico costituito dall'esigenza di assicurare una informazione corretta in merito alle unità economiche effettivamente operanti sul territorio. Tenendo conto di questo intervento sul Registro, il tasso di variazione su base annua risulta molto negativo, pari al -1,77%. Il tasso regionale è influenzato dal dato negativo di Ravenna e di alcune altre province dell’Emilia Romagna, e risulta dello 0,0%. All’opposto, a livello nazionale nel periodo settembre 2016 settembre 2017 si conferma la crescita del numero delle imprese con un tasso di variazione positivo pari al +0,62%.

Andamento nell'ultimo trimestre

Nel terzo trimestre 2017 il saldo tra iscrizioni e cessazioni in provincia di Ravenna, sempre al netto delle cessazioni di ufficio, è risultato positivo: le iscrizioni superano le cancellazioni di 72 unità, producendo un tasso di crescita trimestrale pari al +0,18%. Confrontando il terzo trimestre 2017 con i corrispondenti trimestri degli anni precedenti emerge una  flessione sia del numero delle cancellazioni (-60 rispetto al 2016, -37 rispetto al 2015) che del numero delle iscrizioni (-14 rispetto al 2016 e -23 rispetto al 2015). Anche a livello regionale e nazionale i tassi di variazione registrati su base trimestrale sono positivi, pari al +0,15% in Emilia-Romagna e +0,30% in Italia.

Forma giuridica

Al 30 settembre rispetto alla stessa data del 2016, risultano in crescita solo le altre forme societarie (+12 tra associazioni e società consortili a responsabilità limitata, pari al +3,1%). All’opposto risultano in flessione le società di capitale, -277 unità (-3,5%), le società di persone (-304, -3,3%), le ditte individuali (-311, -1,4%) e le cooperative e i consorzi.  La cancellazione delle imprese fallite prima del 2006 ha coinvolto numerose società di capitale, così anche questa tipologia di impresa, sempre in crescita negli ultimi trimestri, ha subito una flessione. Le ditte individuali rappresentano la maggioranza delle imprese iscritte e il loro peso sul totale delle imprese ha raggiunto il 55,3%, mentre il peso delle società di capitale è fermo al 19,6%, quello delle società di persone al 22,3%.

Settori produttivi

Rispetto al 30 settembre 2016 gli unici settori che vedono un incremento delle imprese registrate sono quelli dei servizi creditizi e assicurativi (+10 unità, pari al +1,4%) e dei servizi alla persona (+66 unità, pari al +2,3%). In flessione tutti gli altri settori. In termini assoluti il settore più sofferente è quello del commercio che perde 294 esercizi (pari al -3,4%), seguito dal settore edile (-153 imprese, -2,6%), industriale (-152 industrie, -4,4%) e agricolo (-137 unità, -1,9%). In diminuzione anche il numero di imprese nel trasporto e magazzinaggio (-48, -3,4%), nel settore turistico (-32 unità, -0,9%) e nel settore dei servizi all’impresa (-45 unità, -0,9%). Le attività commerciali che hanno subito le maggiori perdite sono quelle dei piccoli negozi di alimentari vari (-22), del commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento (-17 esercizi specializzati, -12 attività ambulanti). Le uniche che crescono in modo rilevante sono quelle del commercio all’ingrosso e al dettaglio di autovetture (+24 unità). I settori manifatturieri più colpiti sono quelli della fabbricazione di prodotti in metallo (-46 unità, -5,9%), di macchinari (-19 unità, -6,5%), di articoli in pelle (-16 unità, -16,2%) e quello della lavorazione dei minerali non metalliferi (-10, -5,7%).

Territorio

Negli ultimi dodici mesi, tutti i territori della provincia registrano una flessione. In particolare nell’area della Bassa Romagna si registrano -244 imprese, pari al -2,4%;  nella Romagna faentina -212 unità (-2,4%) e nell’area di Ravenna -431 unità, pari al -2,0%). Nel comprensorio di Ravenna, che raccoglie oltre la metà delle imprese provinciali (il 52,5%), la diminuzione interessa principalmente il comune di Ravenna che perde 364 imprese (-2,3%), va meglio per il il comune di Cervia le cui imprese si riducono di 44 unità (-1,1%). Tra i comuni della Bassa Romagna, che rappresentano in termini di imprese il 25,3%, quello di Lugo vede una riduzione di 95 unità (-2,7%). Mentre per i comuni della Romagna Faentina, che pesano complessivamente per il 22,2%, quello di Faenza mostra  una flessione di 170 imprese (-2,8%).

Imprese artigiane

Al 30 settembre le imprese artigiane registrate sono 10.613, 99 in meno nel confronto con il settembre 2016, pari ad una diminuzione percentuale dello 0,9%. Il peso dell’artigianato nella nostra provincia è pari al 26,9%, inferiore a quello osservato in regione 28,2% ma superiore al peso registrato a livello nazionale 21,9%. Nel dettaglio le imprese artigiane rappresentano oltre i tre quarti delle imprese provinciali nel settore delle costruzioni (77,4%), circa i due terzi (64,2%) nel settore dei trasporti, oltre la metà nel settore manifatturiero (58,2%) e dei servizi alla persona (51,2%). Al suo interno il settore è prevalentemente composto da imprese che operano nelle costruzioni, 4.484 pari al 42,3% del totale delle imprese artigiane. Seguono l'industria con 1.925 (18,1%), i servizi alla persona con 1.511 (14,2%) e il trasporto e spedizioni con 866 (8,2%). Negli ultimi 12 mesi crescono i settori dei servizi all’impresa di 25 unità (+4,3%), alla persona di 24 unità (+1,6%), il settore turistico di 9 unità (+1,5%) e quello agricolo di 1 unità. All’opposto diminuisce di 82 unità il settore edile (-1,8%), di 33 il manifatturiero (-1,7%), di 29 quello dei trasporti (-3,2%) e di 13 quello del commercio (-2,3%).

Imprese femminili

Al 30 settembre le imprese femminili della nostra provincia sono risultate 8.167 in diminuzione di 83 unità rispetto alla stessa data dello scorso anno. Le imprese femminili rappresentano il 20,7% del totale delle imprese provinciali. Il loro peso è leggermente cresciuto negli ultimi due anni mantenendosi di poco superiore alla media regionale (20,5%) e inferiore a quella nazionale (21,8%) e i settori di attività nei quali la componente femminile è più rappresentativa sono quelli degli altri servizi (il 43,2% delle imprese appartenenti al settore degli altri servizi è  guidata da donne), del turismo (32,8%) e del commercio (25,8%). Le imprese femminili ravennati appartengono per la maggior parte al settore del commercio, dove ammontano a 2.152 pari al 26,3% del totale delle imprese femminili. Seguono l’agricoltura, 1.161 (14,2%), i servizi alla persona, 1.289 (15,8%) e il turismo, 1.139 (13,9%). Negli ultimi dodici mesi il numero di imprese femminili è diminuito di 72 unità nel settore commerciale (-3,2%), di 49 unità in quello agricolo (-4,0%), di 16 in quello industriale (-2,8%), di 10 nel comparto edile (-3,7%), di 4 in quello turistico (-0,3%) e di 2 nel trasporto e magazzinaggio (-2,2%). All’opposto è aumentato di 46 unità (+3,7%) nel settore dei servizi alla persona, di 32 unità (+3,0%) nei servizi all’impresa e di 4 (+2,5%) nel credito e assicurazione.

Imprese straniere

Anche in questa fase si conferma positivo il saldo delle imprese con titolare straniero o a maggioranza dei soci straniera. Al 30 settembre 2017 sono iscritte 4.419 imprese straniere nel Registro imprese di Ravenna: 94 in più rispetto alla stessa data dello scorso anno (+2,2%). La percentuale di imprese straniere sul totale è in crescita continua ed ha raggiunto l’11,2%, allineandosi alla media regionale e mantenendosi più elevata di quella nazionale (9,6%). I settori di attività nei quali la quota di imprenditoria straniera è più rilevante sono quelli delle costruzioni (29,1%), del commercio (17,5%) e del turismo (10,4%). Le imprese straniere ravennati appartengono prevalentemente ai settori delle costruzioni dove, con 1.688 unità, rappresentano il 38,2% del totale. Seguono il commercio, con 1.459 (33,0%) e ben distanziati gli altri settori, tra cui quello del turismo con 363 unità (8,2%). Rispetto al 30 settembre 2016, tutti i settori risultano in crescita tranne quello creditizio e assicurativo che perde 1 unità. In particolare, si registrano 35 attività turistiche in più (+10,7%), 14 imprese edili in più (+0,8%), 13 attività commerciali in più (+0,9%), 13 imprese di servizi alla persona in più (+8,3%) e 12 industrie in più (+5,7%).

Imprese giovanili

Al 30 settembre, sono 2.703 le imprese giovanili registrate a Ravenna. Negli ultimi 12 mesi il loro numero ha subito una pesante flessione di 173 unità pari al -6,0% rispetto alla stessa data dell’anno precedente. Ciò si giustifica principalmente con la perdita dei requisiti per la  definizione di “giovanile” ovvero il superamento della soglia dei 35 anni da parte di soci e titolari. Infatti il saldo tra iscrizioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi è positivo pari a +245 unità.  A Ravenna le imprese giovanili rappresentano il 6,8% del totale delle imprese, in Emilia Romagna il 7,3% e in Italia il 9,5%. Nel settore turistico e in quello  creditizio e assicurativo il loro peso è pari al 9,8%, nel commercio e nelle costruzioni all’8,9%.Le imprese giovanili provinciali appartengono prevalentemente ai settori del commercio. Sono 747 le imprese commerciali giovanili (il 27,6% del totale delle imprese giovanili), 515 quelle edili (19,1%) e 342 quelle turistiche (12,3%). Al 30 settembre, rispetto all’anno precedente, risultano in  crescita solo nel settore dei servizi all’impresa (+9 unità, +3,5%) e in quello agricolo (+14 unità, +7,2%). All'opposto le imprese giovanili sono in flessione in tutti gli altri settori. I più colpiti sono quello delle costruzioni (-91, pari al -15,0%) e del commercio (-55, -6,9%). Seguono il settore turistico, creditizio, del trasporto, dei servizi alla persona e industriale.

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