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Economia Faenza

Dal primo gennaio chiude la sede della Camera di Commercio di Faenza

"Tramite accorpamenti - ricorda il sindaco - dai nove attualmente esistenti in Emilia-Romagna, gli enti camerali dovrebbero ridursi a quattro, di cui uno a servizio dell'area vasta Romagna

"La decisione della Camera di Commercio discende da valutazioni che fanno parte di un percorso autonomo di razionalizzazione e riorganizzazione sul quale non possiamo intervenire, ma offriamo massimo supporto per evitare disagi alle imprese del territorio". Non si fa attendere il commento del sindaco Giovanni Malpezzi all'indomani dell'annunciata chiusura da parte della Camera di Commercio di Ravenna della sede decentrata di Faenza a partire dal 1°gennaio, scelta assunta dall'ente camerale in piena autonomia e in linea con il processo di razionalizzazione di UnionCamere in corso su scala nazionale.

"Premesso che la quasi totalità delle pratiche ormai avvengono digitalmente - prosegue il sindaco Malpezzi - il Comune di Faenza ha proposto a UnionCamere forme di collaborazione per l'espletamento di quelle funzioni pubbliche residue non ancora assolvibili on-line (le certificazioni per l'estero e le vidimazioni dei libri contabili), che potrebbero essere svolte tramite gli uffici comunali. L'obiettivo è ovviamente quello di evitare ogni possibile penalizzazione delle imprese faentine. Speriamo di avere presto risposte positive."  

Come è noto le decisioni del Governo relative alla spending review e la diminizione del diritto annuale a carico delle imprese che rappresenta la principale entrata per le camere di commercio, hanno imposto alla rete camerale una brusca accelerazione al processo di autoriforma che preveda recupero di efficienza e contenimento dei costi, ad iniziare dalla riduzione delle sedi esistenti.

"Tramite accorpamenti - conclude il sindaco - dai nove attualmente esistenti in Emilia-Romagna, gli enti camerali dovrebbero ridursi a quattro, di cui uno a servizio dell'area vasta Romagna. Questo processo, se confermato, andrà a rafforzare ancora di più quell'identità della Romagna non più solo come area geografica e culturale, ma istituzionale, come già avvenuto ad esempio in ambito sanitario, con la creazione dell'Asl unica romagnola. Una sfida che se ben giocata, può rappresentare un salto di qualità positivo nel sostegno allo sviluppo economico locale e alla competitività delle imprese."

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