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"Visti da vicino", aspro confronto tra Coldiretti e consiglieri regionali: "Serve la sveglia"

“Le imprese giovani del settore primario sono in aumento in tutta l’Emilia-Romagna – ha aperto l’incontro Gambi – con il comparto agricolo ravennate che nell’ultimo anno, per quanto riguarda l’avvio di nuove aziende under 35, ha fatto segnare l’incremento maggiore"

Importante tappa di respiro politico-sindacale per l’edizione 2017 di Visti da Vicino, rassegna di incontri con i protagonisti dell’economia e dell’agricoltura promossa da Giovani Impresa Coldiretti. Lunedì sera, in una sala assemblee di Coldiretti Russi davvero gremita, gli imprenditori agricoli under 40 guidati dal delegato provinciale Marco Gambi hanno infatti invitato i consiglieri regionali ravennati a relazionare su quanto finora realizzato dalla Decima Legislatura della Regione Emilia-Romagna per il settore primario. Assente per un’indisposizione dell’ultima ora Mirco Bagnari, hanno risposto presente all’appello gli altri due consiglieri Democratici, Manuela Rontini e Gianni Bessi e l’esponente della Lega Nord Andrea Liverani.

“Le imprese giovani del settore primario sono in aumento in tutta l’Emilia-Romagna – ha aperto l’incontro Gambi – con il comparto agricolo ravennate che nell’ultimo anno, per quanto riguarda l’avvio di nuove aziende under 35, ha fatto segnare l’incremento maggiore, pari al 12,1% e un saldo attivo di 21 attività. Numeri – ha aggiunto Gambi – che testimoniano la forte carica innovativa e le potenzialità dei nostri imprenditori, desiderosi di investire ma allo stesso tempo frenati da un’amministrazione pubblica che non sembra tenere il passo”. Da qui, l’esigenza di confrontarsi con chi è dentro la macchina politica della Regione, dentro l’ente pubblico deputato a legiferare e regolamentare il settore agricolo, quei consiglieri che Coldiretti Ravenna aveva già incontrato due anni or sono, l’indomani le elezioni, consegnando nelle loro mani una serie di proposte chiave per il ‘buon governo del territorio’ e per il rilancio dell’agricoltura ravennate e romagnola. Dalla tanto agognata semplificazione burocratica alle azioni mirate per risolvere il problema dei danni da fauna selvatica e da nutrie, dalle normative agroambientali che bloccano la libera concorrenza sul mercato ai bandi del Piano di Sviluppo Rurale, ‘manovra finanziaria’ di vitale importanza per tutto il mondo agricolo e agroalimentare, spesso ‘sballati’ e non tarati sulle reali esigenze delle imprese agricole locali.

Due anni dopo – ha dato il là alla carrellata degli interventi il consigliere Bessi, membro della Commissione Bilancio della Regione – “le vere sfide restano la semplificazione e la messa a regime di un ‘pacchetto giovani’ efficace. Il 2017 ci vedrà impegnati su questi fronti con l’approvazione della nuova legge regionale sull’agroalimentare perché l’obiettivo è fare il possibile per sostenere l’attività dell’agricoltore attivo e questo nonostante le pastoie burocratiche che spesso ingessano non solo la macchina regionale ma anche la nostra azione politica”. Il consigliere del Carroccio Andrea Liverani, unico esponente della minoranza, ha ricapitolato quanto fatto sin qui dal suo gruppo – “dalla proposta di legge per superare l’impasse dei passi carrai con accesso su terreni privati, alla risoluzione per il riconoscimento del marchio Dop per la pesca nettarina, sino alle recenti interrogazioni  sui temi del gasolio agricolo, con la nostra Regione che è una delle più arretrate in Italia, e dei danni da fauna – atti che ad oggi attendono ancora di essere discussi perché – ha affermato - da parte della maggioranza Pd non c’è la volontà politica di aprirsi al confronto”. Da qui la proposta del leghista, quella di riconvocare l’incontro tra un anno “per tracciare un bilancio delle cose fatte prima che finisca la legislatura e che si apra la campagna elettorale”.

La replica della consigliera Rontini, presidente della Commissione Agricoltura, non si è fatta attendere: “Noi consiglieri siamo l’orecchio sul territorio, lavoriamo per cogliere criticità proprio dalla vostra voce per poi trasferirle in viale Aldo Moro con l’obiettivo di risolverle. E’ vero che ogni tanto la macchina amministrativa si inceppa – come accaduto con i bandi Psr per l’agroambiente, sbloccati solo grazie alla manifestazione del 23 giugno scorso di Coldiretti e questo nonostante ci fosse una nostra interrogazione. Questo per dire che da parte del Pd, da sempre, la disponibilità è totale, anche se – come dice il collega Bessi - scontiamo sia una certa ‘debolezza’ della politica che la necessità di doverci occupare di temi diversificati, dall’urbanistica alla sanità, e non solo di agricoltura. Tuttavia – ha concluso – qualche risultato lo porteremo a casa, penso al carburante agricolo, alla cimice asiatica, al nuovo piano faunistico-venatorio”.

A chiudere la serata l’intervento del presidente provinciale Coldiretti Massimiliano Pederzoli, piuttosto critico nei confronti della gestione amministrativa dell’agricoltura in capo alla Regione, con troppe figure politiche e tecniche “inadatte a gestire un settore strategico per tutta l’Emilia-Romagna, cuore dell’agroalimentare italiano ed europeo”. Secondo il presidente la "debolezza della politica è un problema grave perché proprio la politica ha la delega del cittadino per amministrare al meglio e se questo non è possibile, a causa di funzionari e tecnici inadeguati, si devono eliminare gli ostacoli, i fattori che creando lo stallo frenano lo sviluppo delle nostre imprese e della nostra economia”.  Preoccupa infatti la ventilata mancata copertura delle domande Psr presentate dai giovani: “Quando la Regione dice che i fondi ci sono è normale che poi arrivino le domande – afferma il Presidente – perché le aziende vogliono innovare e per farlo programmano investimenti  confidando nei finanziamenti. Se poi viene a mancare la copertura, sempre a causa dell’incompetenza gestionale dei soliti noti, ecco che anche i giovani si arrendono e lasciano il settore. Per questo – ha concluso – è opportuno che la politica torni al più presto ad avere il primato su quei burocrati che non consentono alle nostre aziende di lavorare”.

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