Si è svolta venerdì la terza edizione ConfartigianatoDay, organizzato dalla Confartigianato della provincia di Ravenna. Nel corso della mattinata, ogni sindaco dei Comuni della Provincia è stato accompagnato, da rappresentanti dell’associazione, a visitare un’azienda artigiana associata operante nel territorio della propria amministrazione comunale.

Agli amministratori è stata consegnata, in anteprima, una copia del ‘Rapporto Artigianato e Piccole Imprese’, l’indagine congiunturale sull’economia della nostra provincia realizzato dall’Osservatorio MPI - Confartigianato Emilia Romagna.Un’edizione importante, la quarta, per questo ‘rapporto’, perché pur confermando il perdurare di una situazione economica ancora difficile per il territorio e per il Paese in generale, presenta però alcuni segnali che indicano un’inversione di tendenza.

"E’ ovviamente ancora presto per poter affermare che la crisi è finita e che si tratta dell’inizio di un periodo di sviluppo, ma dal 2007 ad oggi, un periodo lunghissimo per la tenuta del tessuto economico anche della nostra provincia, è la prima volta che si registrano dei dati in positivo. Vi si legge infatti un rallentamento della diminuzione delle imprese artigiane, che in alcuni settori registra invece già un aumento, ed al mercato del lavoro, nel quale appare un segno positivo del 3,3% per quanto riguarda il tasso di occupazione giovanile e vede ridursi il tasso di disoccupazione del 4% rispetto a dodici mesi fa. Numeri leggermente positivi, inoltre, sono registrati anche sul fronte delle esportazioni, soprattutto verso i Paesi extra europei e sul fronte degli investimenti della Green Economy", si legge in una nota dell'associazione.

Ai pubblici amministratori locali Confartigianato chiede inoltre di leggere con attenzione i dati sulla fiscalità locale. Da anni monitora i costi delle aziende nei diciotto comuni della provincia, "e non è possibile evitare di rilevare come, in alcuni casi, soprattutto sul fronte della tassa rifiuti, vi siano stati incrementi inaccettabili. Deve esserci un obiettivo comune: rendere più competitivo il nostro sistema imprenditoriale, perché in caso contrario non potranno esserci investimenti, sviluppo dell’occupazione, progresso economico. Non può esserci futuro se imprese e cittadini italiani dovranno continuare a produrre, commerciare, lavorare e studiare, avendo sulle spalle una zavorra enormemente più pesante di quella sostenuta di propri competitori di altri Paesi".