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Confartigianato: "Un'impresa edile su tre non parla italiano"

Nella provincia di Ravenna le aziende straniere artigiane nel 2016 sono state 2.038 e pesano per il 19,1%, collocando al 12esimo posto il nostro territorio a livello nazionale e al quarto in regione

Le imprese artigiane straniere rappresentano in Italia il 13,6% del totale delle imprese artigiane e l'Emilia Romagna è la terza regione per incidenza maggiore, con il 18,7%. Sono i dati che arrivano da Confartigianato Ravenna, che commenta i dati relativi alla situazione del settore costruzioni. "Se prendiamo in esame i settori sei imprese artigiane straniere su dieci (58,6%) operano nelle costruzioni; segue il manifatturiero con il 16,6%, i servizi alle persone con il 13,1% e i servizi alle imprese con l’11,0%. A livello territoriale in otto regioni (Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Umbria, Lazio e Friuli Venezia Giulia) oltre la metà delle imprese artigiane straniere opera nelle costruzioni. In particolare in Emilia Romagna il dato è pari al 64,2%. Per quanto riguarda l’incidenza di imprese artigiane straniere del Manifatturiero, la nostra regione si attesta al 15,2%. Nella provincia di Ravenna le aziende straniere artigiane nel 2016 sono state 2.038 e pesano per il 19,1%, collocando al 12esimo posto il nostro territorio a livello nazionale e al quarto in regione".

Analizzando i settori, le imprese artigiane straniere nelle costruzioni in provincia al 31 dicembre 2016 erano ben 1.558 su 4.528 (34,4%), secondo i dati di Confartigianato. Questo dato fa registrare una incidenza del settore delle costruzioni sul totale delle imprese straniere artigiane operanti in provincia al 76,4%, ponendo il nostro territorio al quarto posto in Italia. L’analisi dei dati forniti da Eurostat evidenzia che nel 2016 gli occupati indipendenti stranieri in Italia sono pari al 6,3% del totale. Nell’arco di dieci anni (2007-2016) gli imprenditori e lavoratori autonomi in Italia sono scesi di 501.200 unità, combinazione di un aumento di 91.300 autonomi stranieri e di un calo di 592.500 italiani; nel periodo in esame la quota degli imprenditori e lavoratori autonomi stranieri è salita di 2,3 punti. Sempre di più si evidenzia come la crisi economica che ha colpito il nostro paese abbia fatto chiudere quasi mezzo milione di piccole o piccolissime imprese italiane e nell’analogo periodo le imprese iscritte alla Camera di Commercio di Ravenna sono diminuite di 2872 unità, di cui 1450 artigiane.

"Quello che da sempre è uno degli assi portanti del nostro tessuto imprenditoriale pare non attrarre più chi si affaccia sul mercato del lavoro: condizioni economiche, livello di sicurezza percepito, qualità della vita e prospettive a lungo termine, evidentemente non vengono giudicate sufficienti per farne un obiettivo lavorativo, e oggi i vuoti, tra le maestranze di questo comparto, vengono riempiti da stranieri. Se da un lato questo è positivo, perché fattore di integrazione, resta però un segnale negativo rispetto a quanto da sempre ha rappresentato il comparto costruzioni ravennate. Un segnale negativo che deve essere recepito da chi governa, a tutti i livelli, e che unito alla grave situazione che si registra spesso nelle opere pubbliche (per quanto riguarda tempi di realizzazione, i cantieri abbandonati al loro destino a seguito di fallimenti, la inadeguatezza qualitativa dei risultati finali), ci fa chiedere modalità diverse per l’assegnazione dei lavori".

"Le gare al massimo ribasso si stanno dimostrando ‘comode’ per i responsabili delle stazioni appaltanti - conclude Confartigianato - che così facendo non si assumono alcuna responsabilità, ma disastrose per la credibilità delle Istituzioni. Opere incompiute, cantieri infiniti, qualità scarsa, pericolosità per gli utenti di molte infrastrutture e, spesso, spese molto maggiori a carico della collettività per porvi rimedio. E in tutto questo, come si è visto, il tessuto imprenditoriale si impoverisce e non riesce più a dare un futuro dignitoso a molti lavoratori. Un circolo vizioso che, a parere di Confartigianato, va assolutamente interrotto".

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