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Economia Faenza

Sagre, feste e ristorazione "abusiva": "Le istituzioni rispettino maggiormente le imprese della ristorazione"

Questo l'appello di Confesercenti e Confcommercio Faenza, che tornano sulla questione della concorrenza durante feste e sagre che "organizzate dai soggetti più diversi e con i fili conduttori più disparati"

"Le istituzioni rispettino maggiormente le imprese della ristorazione che sono in regola e pagano le imposte". Questo l'appello di Confesercenti e Confcommercio Faenza, che tornano sulla questione della concorrenza durante feste e sagre che "organizzate dai soggetti più diversi e con i fili conduttori più disparati" e che non vedono "il coinvolgimento di tutto il paese e la collaborazione delle attività economiche in esso insediate". " Il segmento produttivo della ristorazione - esordiscono le associazioni del commercio - è costantemente minato dalla concorrenza di soggetti che si collocano a vario titolo nell'ambito della somministrazione alimenti e bevande: feste e sagre, attività rionali, di partito, forme agrituristiche abbondantemente borderline, associazionismi vari accomunati dalla forma non imprenditoriale che permette ai soggetti in questione di evitare oneri fiscali, burocratici e adempimenti che invece sono a carico di bar e ristoranti".

"Il campo della concorrenza più o meno leale viene ampliato quando si considerano anche tutte le occasioni in cui viene concessa su area pubblica la possibilità di effettuare somministrazioni temporanee e a poco valgono i pareri contrari delle associazioni del commercio che da anni chiedono la massima rigidità nel valutare, prima che l'amministrazione comunale, in questo caso di Faenza, conceda il suolo pubblico, quali tipi di attività vi vengano poi fatte - proseguono Confcommercio e Confesercenti -. Sono diversi gli eventi, anche recenti o che a breve verranno organizzati: l'occupazione suolo pubblico viene concessa a soggetti che sicuramente organizzano manifestazioni di successo ma che poi ospitano attività di somministrazione temporanee di alimenti e bevande (banchi ambulanti di piadina, dolciumi, food truck, venditori di zucchero filato e crepes) come se la città non avesse una già ricca offerta di bar e ristoranti che tutto l'anno pagano occupazione suolo pubblico, tasse, dipendenti e tassa dei rifiuti".

Confcommercio e Confesercenti oramai oltre ad aver insistito (e ottenuto) per il "Calendario annuale delle Feste e Sagre" con il relativo regolamento e chiesto di vagliare le richieste di occupazione suolo pubblico ed esprimersi su cosa vi viene chiesto di organizzare riferiscono di non saper "più come rapportarsi con gli stessi enti che a loro volta dovrebbero tutelare le attività economiche che sono in regola e pagano le imposte". Per questo le associazioni del commercio ritengono "che le pubbliche amministrazioni dovrebbero tutelare le imprese dei loro territori anche dalla concorrenza sleale di soggetti che non ritornano nulla al tessuto sociale né in termini di occupazione, né in termini di tributi locali".

"A nulla vale confrontarsi su strategie di crescita del territorio, patti per lo sviluppo e incentivi per la crescita del tessuto imprenditoriale se non viene rispettato il ruolo delle imprese che hanno personale in regola, che pagano i contributi, che si attengono alle disposizioni sulla sicurezza e l'igiene pubblica, che emettono scontrini fiscali e rispettano la normativa fiscale, Hera, il Comune, la Siae, SCF, la Rai , Ica e chi più ne ha più ne metta - concludono -. Le amministrazioni comunali tutelino prima chi fa somministrazione tutto l'anno e si fidino del parere delle associazioni del commercio quando si esprimono negativamente su iniziative che si pongono in concorrenza con le imprese del tessuto economico". 
 

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