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Economia

Confcommercio sulla manovra Monti: "Serve libertà di orari"

“Sulla manovra del Governo Monti serve chiarezza. No alla liberalizzazione selvaggia che comunque è già avvenuta per il settore col decreto Bersani"

“Sulla manovra del Governo Monti serve chiarezza. No alla liberalizzazione selvaggia che comunque è già avvenuta per il settore col decreto Bersani, si alla possibilità di strutturare l’orario e le giornate di apertura, a seconda del tipo di offerta e di clientela”. Esordisce così Graziano Parenti, Presidente Confcommercio Ravenna, intervenendo sulla manovra “salva Italia”. “Viene da chiedersi a cosa hanno portato quelle liberalizzazioni”, ha evidenziato Parenti.

“Il punto focale della riorganizazione del settore dovrebbe passare attraverso i vari piani del commercio – ha proseguito il Presidente di Confcommercio -. Sarebbe più utile definire le merceologie di vendita sulla base delle reali esigenze del mercato. E’ inutile prevedere nuove aperture indiscriminate se non c’è richiesta; significa solo bruciare capitali e mettere in crisi, con conseguente riduzione dei dipendenti, le imprese che già ci sono2.

“I politici hanno bisogno di far vedere che con la loro opera sono riusciti a fare aumentare le imprese – ha continuato Parenti -; nessuno dice che i dati forniti non tengono conto né del numero dell’attività che sono state costrette a chiudere né del numero dei posti di lavoro che si sono persi. Di questo ne abbiamo un triste esempio con la grande distribuzione e con la distribuzione l’alimentare”.

“I consumi sono ripartiti tra GDO che occupa quasi il 60% della domanda e i piccoli negozi – ha osservato Parenti -. Non si possono far competere i piccoli esercizi con la GDO perché sarebbe una partita persa in partenza. Il piccolo commercio tiene viva la città ed è il riferimento per i residenti delle piccole frazioni del forese e dei lidi. I piccoli negozi, quindi, devono poter avere libertà di ricavarsi proprie nicchie di mercato e mantenere la clientela mediante una organizzazione flessibile del proprio lavoro sia sotto il profilo degli orari che delle aperture”.

“Di questo anche l’Amministrazione comunale deve tenere conto sia in termini di pianificazione che di incentivi al settore – ha evidenziato Parenti -. Purtroppo, il decreto Monti è un decreto vuoto perché non è propositivo per il settore e mantiene inalterati i privilegi di quelle corporazioni che il Governo non ha e non ha avuto il coraggio di modificare”.
 

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