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Ausl unica, formazione ed esigenze delle imprese: il punto di Confindustria

Sulla base di questi risultati, il gruppo dirigente lughese di Confindustria Ravenna ha condiviso con il Tavolo delle Associazioni imprenditoriali e dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna alcune linee di lavoro

La Sezione territoriale lughese di Confindustria Ravenna, presieduta da Ettore Sansavini, ha effettuato un sondaggio a cui hanno partecipato numerose realtà del territorio, per inquadrare le principali difficoltà delle aziende, l’andamento dell’anno che sta per concludersi e le aspettative per il 2014. Per quanto riguarda le criticità segnalate, il 53% degli intervistati indica difficoltà di natura bancaria-finanziaria, il 27% di internazionalizzazione, il 20% di rapporti con la pubblica amministrazione, per il 13% ci sono problemi di reperimento risorse umane, e per un altro 13% di natura tecnologia/innovazione. Il 33% afferma che il 2013 è stato migliore del 2012, per il 20% è peggiore, mentre per il 47% è stato stazionario. Per quanto infine riguarda le attese per il prossimo anno, il 40% si aspetta un miglioramento, il 53% si attende un andamento stazionario, e il 7% un peggioramento.

Queste considerazioni sono state svolte nel corso dell’ultima riunione degli associati lughesi. “La crisi colpisce duramente il territorio lughese, in particolare l’intero settore delle costruzioni e dell’edilizia – spiega Sansavini – Aumentano disoccupazione e ricorso alla cassaintegrazione straordinaria, ordinaria e in deroga. Registriamo un calo degli ordinativi nell’industria manifatturiera e nella meccanica, a cui si accompagna una riduzione di budget e di tariffe nel settore socio-sanitario, e un calo dei consumi che genera una flessione delle vendite al dettaglio. In sostanza, la ripresa ancora non c’è”.

“Tra le note positive, rileviamo una crescita dell’export, segno che la capacità di innovazione ha saputo penetrare nei mercati esteri – aggiunge il presidente della Sezione - Sul fronte del credito, la domanda nel primo semestre 2013 si è rivelata sostenuta ma oltre quattro imprese su dieci denunciano difficoltà ad ottenere liquidità: il 50% delle medie imprese ha dichiarato di voler richiedere finanziamenti non solo per gestire le attività ordinarie, ma anche per realizzare nuovi investimenti o implementare quelli già avviati”.

Sulla base di questi risultati, il gruppo dirigente lughese di Confindustria Ravenna ha condiviso con il Tavolo delle Associazioni imprenditoriali e dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna alcune linee di lavoro, con l’intento di contribuire al rilancio dell’economia del territorio: attuazione del piano strategico “La Bassa Romagna 2020”; definizione del Piano Operativo Comunale dell’Unione della Bassa Romagna; sottoscrizione del protocollo per l’attuazione dei Piani di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES); e confronto con l’Unione dei Comuni sui bilanci di previsione. E’ stata inoltre condivisa la proposta delle istituzioni scolastiche, pubbliche private e paritarie lughesi denominato “ Formare per Orientare” finalizzato a creare una rete tra istituti scolastici, imprese, enti locali e famiglie, per divulgare la cultura d’impresa, educare alla vita e al lavoro, coniugare le esigenze formative della scuola e dei ragazzi con quelle delle imprese.

Infine le imprese associate si sono confrontate sulla legge costitutiva dell’Ausl Romagna, recentemente approvata, esprimendo un giudizio positivo sull’accorpamento delle quattro aziende sanitarie romagnole e sui criteri organizzativi e funzionali, ma critico su alcuni contenuti, come il mancato riconoscimento del ruolo delle strutture private accreditate, il mancato confronto con le associazioni imprenditoriali, la preclusione della Regione Emilia-Romagna verso il privato accreditato in tema di ricerca scientifica.

“Tuttavia, se questo processo costitutivo dell’Ausl Romagna sarà ben governato e gestito – ha concluso Sansavini - determinerà importanti ricadute non solo sul sistema sanitario e sociale in senso stretto ma anche a riverberarsi positivamente sull’intero welfare territoriale, sull’indotto e, più in generale, sull’intera filiera del comparto e sull’intera economia romagnola”. Per queste ragioni, Confindustria Ravenna, insieme alle Associazioni imprenditoriali della Provincia e della Romagna, ha chiesto alle Istituzioni pubbliche preposte (conferenza territoriale Socio Sanitaria della Romagna) la costituzione di un unico tavolo romagnolo di confronto permanente, che comprenda anche le rappresentanze associative degli imprenditori, e non solo i sindacati confederali. “Su questo fronte la direzione Confindustria Ravenna si è rapportata con le territoriali di Forlì-Cesena e Rimini per coordinare insieme le iniziative che si renderanno necessarie”.

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