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Convegno della Cna: "Studi di settore e redditometro"

Venerdì, alle 18, nella sede della CNA provinciale (sala Bedeschi), in viale Randi, 90 a Ravenna si terrà il convegno: “Studi di settore e redditometro. Tra compliance e selezione dei contribuenti per i controlli fiscali”

Venerdì, alle 18, nella sede della CNA provinciale (sala Bedeschi), in viale Randi, 90 a Ravenna si terrà il convegno: “Studi di settore e redditometro. Tra compliance e selezione dei contribuenti per i controlli fiscali”. Aprirà i lavori Massimo Mazzavillani, vicedirettore della CNA di Ravenna. Seguiranno gli interventi di Claudio Carpentieri, responsabile Ufficio Politiche Fiscali della CNA nazionale e di Luigi Magistro, direttore Centrale Accertamento Agenzia Entrate.

Le conclusioni saranno affidate a Natalino Gigante, direttore della CNA provinciale. Presiederà i lavori il presidente provinciale della Confederazione, Mauro Cassani. “Con questo convegno – dichiara Massimo Mazzavillani - la CNA vuole evidenziare che l’attuale sistema fiscale è troppo oneroso e complesso, specialmente per le piccole e medie imprese. Questo, nel tempo, ha creato le condizioni per una disaffezione fra fisco e contribuente, creando anche una sorta di giustificazione all’evasione. Occorre quindi superare questa fase attraverso la realizzazione di un patto fra Governo e imprese che abbia come obiettivo una diminuzione della pressione fiscale sulle imprese e una forte semplificazione degli adempimenti e l’emersione della base imponibile che attualmente sfugge a tassazione, soprattutto ricercando gli evasori totali, cioè coloro che svolgono un’attività senza essere conosciuti dal Fisco. In sostanza, quei soggetti che rappresentano un fattore di forte concorrenza sleale per le imprese sane che pagano regolarmente le tasse e i contributi dei propri dipendenti”.

“L’evasione fiscale – aggiunge Claudio Carpentieri - oltre a creare problemi ai conti pubblici e a ledere la concorrenza tra imprese, negli anni, ha contribuito a creare un sistema tributario, squilibrato, farraginoso, complicato da capire e da gestire e, pertanto, estremamente costoso per le imprese”. “La convinzione che la parte preponderante dell’evasione sia ascrivibile ad imprese personali (ditte individuali e società di persone) – continua Carpentieri - oltre a incrementare a dismisura gli adempimenti “anti-evasione” a carico delle imprese, ha generato una divaricazione tra le aliquote nominali ed effettive applicate alle diverse categorie di reddito da lavoro. Per tener conto della base imponibile “potenzialmente” evasa la tendenza è stata quella di appesantire la tassazione nominale sul reddito delle imprese personali e, allo stesso tempo, alleggerire quella sul reddito da lavoro dipendente e della grande impresa”.

“Pertanto – prosegue ancora Carpentieri - a fianco di una lotta efficace ed efficiente all’evasione fiscale, serve un ripensamento complessivo del sistema che tenda a riequilibrare la pressione fiscale tra i diversi comparti di imposizione, in una nuova ottica improntata alla semplificazione. In altre parole, serve un diverso equilibrio tra pressione fiscale, equità del sistema e semplificazione dello stesso”. “Per giungere a questo importante obbiettivo – conclude Carpentieri - assume un ruolo centrale una adeguata convivenza tra studi di settore e redditometro, da affiancare, tuttavia, a una riduzione della pressione fiscale in specie sulle imprese personali”.

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