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Le cooperative agroalimentari puntano su ricerca, export e aggregazioni

"La parola d'ordine è integrazione – ha spiegato Patrizi – e Legacoop in questi anni ha messo in campo una serie di strumenti in cui le cooperative agroindustriali, le cooperative agricole braccianti, e l’associazione giocano un ruolo da protagonista"

E' uno dei comparti dell'economia che ha meglio retto la crisi, ma non senza difficoltà: sono una settantina le cooperative romagnole dell'agroalimentare associate a Legacoop che si sono riunite il 4 febbraio a Ravenna, in occasione dell'assemblea congressuale del settore. Un mondo che occupa circa 7 mila lavoratori e sviluppa un valore della produzione di 1,5 miliardi, alle prese, come ha ricordato il responsabile di settore Stefano Patrizi nella sua relazione, con redditi agricoli in difficoltà, tropicalizzazione del clima, la capacità di stare sui mercati internazionali e la necessità di creare integrazioni sempre più forti all'interno della filiera.

"La parola d'ordine è integrazione – ha spiegato Patrizi – e Legacoop in questi anni ha messo in campo una serie di strumenti in cui le cooperative agroindustriali, le cooperative agricole braccianti, e l’associazione giocano un ruolo da protagonista. Puntiamo inoltre a rafforzare ulteriormente la capacità progettuale con la grande distribuzione organizzata cooperativa". Ai lavori hanno partecipato l'assessore regionale Simona Caselli e il presidente di Legacoop Agroalimentare nazionale Giovanni Luppi. Tra il pubblico anche il presidente di Legacoop Emilia-Romagna, Giovanni Monti. I lavori sono stati aperti dal direttore di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti e dal saluto del presidente, Guglielmo Russo, che nel suo intervento ha ricordato il grande lavoro svolto per costruire a livello di area vasta «un sindacato di imprese moderno, maturo e innovativo, che da una parte sappia presidiare i valori della cooperazione, dall’altra tutelare e rappresentare gli interessi delle proprie associate, accompagnandole nei processi di aggregazione che servono per rispondere meglio alle sfide del mercato».

Due di queste esperienze di integrazione, fra le tante portate avanti in questi anni, sono state presentate in assemblea. Il presidente di Apofruit, Mirco Zanotti, ha ricostruito le linee dell'integrazione con Terremerse,con cui le due cooperative hanno creato valore e risparmio per i soci portando in un'unica gestione i ricavi dell'intera produzione ortofrutticola, sia quella destinata al mercato del fresco sia quella delle lavorazioni industriali. L'amministratore delegato di Fruttagel, Stanislao Fabbrino, ha invece raccontato la positiva collaborazione nata con Romagna Coop Food, una rete d'imprese nata per sfruttare le sinergie tra alcune delle principali società agroalimentari e vinicole, in particolare per portare all'estero i prodotti romagnoli e italiani.

"Il successo di Expo ci ricorda che l'agricoltura di questa Regione deve continuare a puntare sulla qualità – ha detto l'assessore regionale Simona Caselli – non dimenticando l'innovazione. Il futuro più prossimo è l'agricoltura di precisione, svolta con l'aiuto dei satelliti, ma servono competenze informatiche e di gestione dei “big data” che intendiamo sviluppare in sinergia con tutto il sistema regionale". Il presidente di Legacoop Agroalimentare nazionale, Giovanni Luppi, ha concluso ricordando il percorso che nel 2017 porterà alla creazione dell'Alleanza delle Cooperative Italiane insieme a Confcooperative e Agci: «Il settore agroalimentare è pronto per rendere ancora più forte, unita e incisiva l'azione del mondo delle coop sul mercato italiano e internazionale».

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