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Economia

Il rimbalzo della crisi: nuova impennata della cassa integrazione

"I nostri dati - commenta il segretario provinciale della Cgil, Marcello Santarelli - mostrano come purtroppo la crisi del territorio ravennate non sia affatto superata"

“I nostri dati – commenta il segretario provinciale della Cgil, Marcello Santarelli – mostrano come purtroppo la crisi del territorio ravennate non sia affatto superata, assistiamo infatti ad una nuova impennata della cassa integrazione in provincia di Ravenna. Il calo del ricorso agli ammortizzatori sociali che aveva interessato tutto il 2011 si è bruscamente interrotto”. Nel solo mese di  settembre c'è stato un aumento di ben 800 unità in cassa integrazione che hanno portato a superare di nuovo la soglia complessiva delle 4.000 unità. Al di sotto di questa soglia non si andrà fino al prossimo 31 dicembre e paiono probabili nuovi ricorsi agli ammortizzatori sociali.

Il settore più duramente colpito rimane il metalmeccanico (con 1.311 lavoratori in cassa integrazione) seguito da quello chimico (745 unità); preoccupano inoltre le brusche impennate del settore dei manufatti in cemento, legno e laterizi (566 unità) e del settore commercio e servizi (568 unità). “I dati preoccupanti sul nuovo massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali – aggiunge Santarelli - sono aggravati dal fatto che dall'ottobre del 2008 ad oggi nel nostro territorio sono andati persi 2.121 posti di lavoro nelle 980 aziende colpite dalla crisi. Di questi posti di lavoro persi quasi la metà sono riconducibili al comparto metalmeccanico”.

Il ridimensionamento dei fatturati delle aziende ha portato ad un pesante taglio degli organici. Le imprese hanno rinunciato ad ogni politica di turn over e spesso hanno fatto ricorso alle incentivazioni all'esodo. Il 2010 ha visto una flebile ripresa dei fatturati che però sono stati affrontati con il ricorso agli straordinari sugli orari di lavoro dei dipendenti già in azienda: “La crisi fa paura – continua Santarelli – e anche gli incrementi di fatturato non danno garanzie agli imprenditori che preferiscono fare ricorso agli straordinari piuttosto che assumere nuovi lavoratori. Appare evidente che la maggior parte degli imprenditori non crede in una ripresa economica nel breve periodo”.

L'altro problema riguarda la liquidità e la difficoltà  di accesso al credito da parte delle aziende che, in molti casi, sono costrette a rinunciare ad alcune commesse perché impossibilitate ad acquistare le materie prime per produrre. “In questo difficile contesto, e in assenza di una qualsiasi politica economica nazionale – commenta Santarelli - la Cgil ritiene indispensabile che a livello locale il sistema - costituito da pubbliche amministrazioni e parti sociali – cambi mentalità e trovi la spinta per dare corso alle priorità individuate dalla conferenza economica provinciale della scorsa primavera. Le pubbliche amministrazioni, per la gravità della situazione, non si limitino alla moral suasion, ma svolgano un ruolo da protagoniste nell'indirizzo e nell'attuazione di una politica economica tempestiva e coerente con le priorità assunte. Il territorio deve tornare ad essere competitivo”.

“Per fare ciò molte aziende, anche in ambito portuale, devono rinunciare a posizioni di arroccamento e di privilegio; occorre invece che si aprono all'esterno e diano vita ad un sistema territoriale con nuove prospettive. Serve una riorganizzazione del tessuto produttivo ravennate. Occorre che le piccole e le medie aziende lavorino in rete e si alleino per assumere una dimensione competitiva. Bisogna inoltre creare i meccanismi affinché il mondo della ricerca e dell'innovazione risponda alle esigenze di innovazione tecnologica e di prodotto delle imprese. I luoghi dell'innovazione e della ricerca devono essere strettamente in contatto con i luoghi ove si produce. Chiediamo un'azione congiunta – conclude Santarelli – che crei le condizioni per una ripresa economica che aumenti in quantità e in qualità il lavoro, unica garanzia per un futuro di prosperità del nostro territorio e di speranza nel futuro per le giovani generazioni”.

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