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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Da Ravenna a Roma per difendere il vero riso italiano. Con la mobilitazione arriva decreto

Il pressing di Coldiretti, culminato nella grande mobilitazione “SosRisoItaliano” che giovedì ha visto migliaia di risicoltori provenienti da tutta Italia, Ravenna compresa, manifestare a Roma sotto le finestre del Ministero, ha dato dunque gli esiti sperati

Con lo storico ok all’indicazione di origine obbligatoria per il riso, che segue quelli ottenuti per latte e pasta, si pone finalmente fine all’inganno del falso riso Made in Italy, con un pacco su quattro venduto in Italia che contiene prodotto straniero all’insaputa dei consumatori. Il pressing di Coldiretti, culminato nella grande mobilitazione “SosRisoItaliano” che giovedì ha visto migliaia di risicoltori provenienti da tutta Italia, Ravenna compresa, manifestare a Roma sotto le finestre del Ministero, ha dato dunque gli esiti sperati. Il Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina ha infatti accolto le richieste dei produttori e annunciato la firma assieme al Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, del decreto per sperimentare l'origine dei prodotti a base di riso nell'etichetta. Oltre all’obbligo dell’origine, l'Italia chiederà a Bruxelles l'attivazione della clausola di salvaguardia per bloccare le importazioni di riso dai Paesi che godono del sistema tariffario a dazio zero nonostante utilizzino in maniera intensiva pesticidi vietati da anni nella Ue e sfruttino il lavoro minorile, come denunciato dai risicoltori Coldiretti.

Al via anche un piano straordinario per la promozione e l’informazione sul riso italiano, necessaria per rimediare all’immobilismo dell’Ente Risi. "Misure necessarie per difendere un settore in cui l'Italia è primo produttore europeo, grazie alla coltivazione su un territorio di 234.300 ettari, per una produzione di 1,58 milioni di tonnellate (49 % dell'intera produzione dell'Unione Europa) realizzata grazie a 4.300 aziende risicole e circa 100 industrie risiere per un volume di affari di circa 1 miliardo - evidenzia Coldiretti -. In Emilia Romagna il riso viene prodotto su oltre 8.000 ettari di terreno con un produzione superiore ai 350 mila quintali per un valore di 14 milioni di euro, un dato inferiore di oltre un terzo alla produzione del 2015 (21,8 milioni di euro), a causa del crollo dei prezzi. La produzione nazionale sarebbe più che sufficiente per coprire i consumi interni ma si preferisce speculare sulle importazioni low cost ad alto rischio perché sinora era possibile spacciare il riso straniero per italiano a causa della mancanza di un adeguato sistema di etichettatura". Coldiretti "ha apprezzato il passo avanti del governo in fatto di trasparenza, ma allo stesso tempo ha anche ricordato ai Ministri che gli atti firmati per l’etichettatura di latte e pasta sono ancora in attesa dei decreti attuativi che ne consentano l’applicazione".

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