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Economia

"Destinare parte degli introiti delle concessioni balneari alla difesa della costa"

L'assessore regionale al Turismo Andrea Corsini ha aperto il confronto tra i candidati dei diversi schieramenti alle politiche del 4 marzo sul tema delle concessioni balneari e della direttiva Bolkestein

Da un lato "riprendere in mano la legge delega", non approvata dalla precedente legislatura, scrivendo "contestualmente con le categorie" i decreti attuativi. Dall'altro destinare parte degli introiti delle concessioni per interventi a difesa della costa. Sono i due spunti che lancia venerdì mattina a Ravenna l'assessore regionale al Turismo Andrea Corsini, aprendo il confronto tra i candidati dei diversi schieramenti alle politiche del 4 marzo sul tema delle concessioni balneari e della direttiva Bolkestein, sottolineando che "nei primi 100 giorni del prossimo governo l'iter puo' essere completato". Il turismo, ragiona Corsini, deve essere al centro di questa campagna elettorale. Nel bilancio 2018 la Regione Emilia-Romagna aumenta del 40% le risorse e l'auspicio e' che si arrivi celermente a una "legge organica e strutturale che dia certezze agli operatori". Anche perche' la direttiva Bolkestein garantisce "spazi importanti per tutelare le imprese", tra legittimo affidamento, valore commerciale e periodo transitorio. "Da qui si deve ripartire", ribadisce Corsini: il nuovo Parlamento e il nuovo governo "riprendano il discorso". A chiedere "una soluzione veloce, concreta e seria" e' il presidente della Cooperativa spiagge Ravenna, Maurizio Rustignoli, partendo da una "mappatura della costa concessionata e concessionabile: servono i dati ufficiali". Gli operatori, aggiunge, "non chiedono un vantaggio", ma "piu' soluzioni" sul tavolo. Il tema e' da "appoggio trasversale, un lavoro da fare nei primi mesi della legislatura".

I candidati

Dal no alla Bolkestein e il si' al doppio binario del centrodestra, alla necessita' per il centrosinistra di ripartire dalla legge delega non approvata nell'ultima legislatura. Dal "pacchetto" del Movimento 5 Stelle, 15 anni di periodo transitorio e gara, all'accento sulla tutela dell'ambiente e alla necessita' di "aprire un nuovo fronte con l'Europa" di Liberi e uguali. Coalizioni e candidati alle politiche del 4 marzo si sono affrontati sul tema delle concessioni balneari. E' il centrodestra, rappresentato da Jacopo Morrone della Lega Nord e Galeazzo Bignami di Forza Italia, a incassare maggiore consenso. Apprezzate anche le prese di posizione di Giovanni Paglia, che gioca in casa, di Liberi e uguali. Applausi ma anche fischi e dissenso per il centrosinistra e Tiziano Arlotti del Partito democratico e Sergio Pizzolante di Civica popolare, mentre il meno apprezzato sembra essere Sergio Battelli del Movimento 5 Stelle. La Bolkestein "non va applicata", mentre il modello e' la Liguria e la sua legge per una proroga di 30 anni, apre le danze Bignami. Dunque "chi ha la concessione la mantenga per almeno 30 anni, 50 dove sono stati fatti investimenti per la riqualificazione ambientale, mentre per quelle nuove la parola asta non mi piace". Insomma "il doppio binario e' la strada maestra", ma non si parli di "beni o servizi limitati". A decidere il valore commerciale dell'impresa e' il mercato, prosegue, mentre l'alleato Morrone rimarca come si debba "andare in Europa a trattare alla pari, concordando la proroga e mettendo i cavilli giusti per difendere gli operatori". Le associazioni, aggiunge il leghista, devono stabilire "il tetto minimo sotto cui non scendere". Ma certo, rimarca, non puo' essere il dem Sandro Gozi a trattare, serve una persona di cui le associazioni si fidano. Va poi valutata attentamente anche l'ipotesi "sdemanializzazione", mentre i canoni vanno uniformati. "Siamo al fianco degli operatori - conclude - per cercare le migliori condizioni". La Bolkestein "e' stata recepita da una maggioranza di centrodestra", ricorda Pizzolante, precisando che "se si potesse fare, la farei la proroga. Ma non si puo'. Dobbiamo portare a casa un periodo lungo di transizione e tutelare le imprese dentro le evidenze pubbliche". Anche perche' "se ci bocciano la proroga non c'e' piu' appello, ma subito le gare". Le nuove concessioni, aggiunge, "devono avere un periodo molto lungo, 30, 40 e anche 50 anni", con canoni "uguali per tutti", mentre il valore commerciale "va definito bene per fungere da deterrente a chi vuole riscattare una concessione". In parallelo con l'approvazione della legge, termina, occorre procedere con la scrittura dei decreti attuativi. Al suo fianco, il dem Arlotti precisa che il legittimo affidamento va verificato "caso per caso", che il periodo transitorio deve essere "proporzionato al valore". E per i canoni un minimo di 2.500 euro. "Tiepido", infine, sul fronte sdemanializzazione. Il Movimento 5 Stelle ha il suo "pacchetto", prende parola Battelli stigmatizzando piu' volte come la legge della Liguria "sia stata impugnata": periodo transitorio da 15 anni con indennizzo degli investimenti non ammortati, e gare con concessione per 15 anni. Dunque "norme chiare e non proroghe", mentre il doppio binario "puo' essere una soluzione in un numero limitato di casi". Il valore commerciale, continua Battelli, va definito in base al calcolo delle perizie e al volume d'affari dichiarato, e non vanno dati ulteriori lotti in concessione, "la spiaggia libera per l'Italia e' importante. Fa molto paura la parola sdemanializzazione e i canoni vanno rivisti al rialzo". Recuperare il tentativo di riforma, lavorando parallelamente sui decreti attuativi, questa la ricetta di Liberi e uguali. Paglia argomenta che "non si puo' fare finta che la Bolkestein non esista", ma "non mi piace l'idea che grandi gruppi industriali possano vincere le gare". Con l'Europa va contrattato un "tempo congruo, essendo un bene demaniale non e' come un servizio da mettere a gara. Occorre "aprire un nuovo fronte in maniera seria". Tenendo contro che "il punto non e' la durata, ma condizioni e modalita' della concessione". Per Paglia il periodo transitorio congruo e' quello "per rientrare dagli investimenti", mentre per il valore commerciale servono "criteri nazionali". E i canoni vanno "aumentati per maggiore equilibrio". Da ultimo occorrono "canali di finanziamento certi" per l'erosione costiera e un no netto alla sdemanializzazione: le spiagge "non diventino terreno di caccia per chi vuole solo estrarne valore economico". (fonte Dire)

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