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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

"Finte sagre" in aumento: in Provincia fatturano abusivamente 37 milioni di euro

Giunta alla settima edizione, la Giornata di Confcommercio “Legalità, ci piace” è un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese

Giunta alla settima edizione, la Giornata di Confcommercio “Legalità, ci piace” è un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese. I fenomeni illegali - contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione - alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica e naturalmente alimentano la criminalità organizzata. E costano alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi oltre 30 miliardi di euro di fatturato all’anno, secondo la stima dell’Ufficio Studi Confcommercio per il 2019.

Più specificamente, tali fenomeni determinano un danno economico per le imprese in termini di mancate vendite, riduzione del fatturato, perdita di immagine e di credibilità, abbassamento degli standard qualitativi, etc. Queste, infatti, si vedono usurpare una notevole fetta di mercato a causa del regime di concorrenza sleale generato dai prezzi ridotti dei prodotti contraffatti e/o piratati o dei servizi offerti dai circuiti abusivi di vendita o di esercizio delle professioni; un danno al mercato consistente nell’alterazione delle regole del gioco, a svantaggio degli imprenditori onesti penalizzati del comportamento di operatori che agendo nell’illegalità godono di vantaggi competitivi indebiti basati sui minori costi di produzione (per la contraffazione) e di gestione (per le varie forme di abusivismo) dovuti al mancato rispetto di leggi, regole ed adempimenti; un danno e/o un pericolo per il consumatore finale poiché, ad esempio, le merci contraffatte o l’esercizio abusivo di una professione possono mettere in serio e reale pericolo la salute del consumatore o minacciare la sua sicurezza, specie in alcuni settori come quello cosmetico e farmaceutico, automobilistico, dei giocattoli e l’alimentare; un danno sociale connesso all’impatto sul mondo del lavoro e l’occupazione, sia direttamente, dato che i circuiti illegali si avvalgono spesso di sfruttamento di soggetti deboli (disoccupati o, prevalentemente, migranti irregolari) assoldati attraverso un vero e proprio racket del lavoro nero, con evasioni contributive e senza coperture assicurative, sia indirettamente per la perdita di posti di lavoro nelle imprese messe in crisi se non addirittura espulse dal mercato da abusivismo e contraffazione; un danno alle casse dello Stato causato da evasione contributiva e fiscale, dall’Iva alle imposte sui redditi; un danno alla legalità per le infiltrazioni nel mercato della criminalità organizzata: attraverso la gestione di business, quali la contraffazione, meno rischiosi penalmente di altre attività illegali (droga) ma, in proporzione, altrettanto redditizi; attraverso il re-investimento o il riciclaggio dei profitti ricavati da attività illecite in attività imprenditoriali, con un meccanismo che altera il mercato espellendo le imprese oneste.

In apertura il Direttore provinciale Confcommercio Giorgio Guberti ha ricordato come Il tema della sicurezza in generale e da furti e rapine in particolare, è considerato il punto più sensibile per imprese e cittadini, tant’è che in un recente sondaggio tra i nostri associati, è al primo posto tra i problemi più sentiti, prima della burocrazia e fiscalità. Guberti ha poi ricordato la collaborazione con la Procura della Repubblica e l’Ordine degli Avvocati di Ravenna che ha portato lo scorso anno alla sottoscrizione di una convenzione tra le associazioni di categoria Confcommercio, Cna e Confesercenti di Ravenna per l’implementazione dell’applicativo TIAP, relativo al trattamento informatizzato degli atti processuali penali. Ciò ha consentito di favorire la semplificazione, l’accelerazione e la concentrazione dei servizi di giustizia e di perseguire criteri di speditezza ed efficienza delle attività amministrative

"Ci sono settori che soffrono particolarmente questa concorrenza, in un momento in cui le imprese cercano di sopravvivere rispettando le regole - spiega il presidente di Confcommercio Mauro Mambelli - Per continuare a sensibilizzare e a tenere alta per tutto l’arco dell’anno l’attenzione su un fenomeno come quello dell’abusivismo commerciale e della contraffazione, Confcommercio provincia di Ravenna, dal 2014, ha istituito lo “Sportello Abusivismo”: è un servizio, a titolo gratuito, che vuole favorire la raccolta di segnalazioni da parte di imprenditori e cittadini sulle attività abusive, di qualunque genere. Le segnalazioni vengono poi trasmesse agli organi preposti a tale compito di controllo: è un incentivo a segnalare gli abusivismi, in una forma rapida e semplice, inviando un’email allo sportello all'indirizzo sportelloabusivismo@confcommercio.ra.it.

"Per combattere l'illegalità serve un'azione quotidiana, anche nelle piccole cose, senza compromessi - aggiunge il Procuratore della Repubblica Alessandro Mancini - Ogni anno alla Procura pervengono tra le 16 e le 18mila denunce di casi di presunto abusivismo. Il fenomeno più preoccupante e in aumento (al di là del primo in assoluto che è la violenza, su donne e minori) è sicuramente quello che riguarda le frodi e l'evasione fiscale, ma anche i reati in materia fallimentare. Un fenomeno stabile è quello del traffico di sostanze stupefacenti, Ravenna è un po' il terminale in Romagna di traffico e cessioni a livelli importanti: serve maggiore attenzione, non possiamo farci espropriarie zone del nostro territorio dagli spacciatori, come gli Speyer. Il fenomeno dei furti ormai è un fenomeno di massa, spesso rubano anche solo del cibo, spesso ci capitano casi in cui chi denuncia spiega che gli hanno rubato salame e vino dal frigo, sono ladri che non hanno nulla e che non avendo nulla rischiano. Tra il 2009 e il 2016 per colpa delle frodi "carosello" abbiamo avuto 1260 miliardi di evasione fiscale, e le società cartiere costituite tra gennaio 2017 e maggio 2018 sono state 3188: si tratta di imprese che nascono con lo specifico compito di realizzare evasioni, che hanno sedi molto "particolari"; ad esempio una di queste l'abbiamo trovata in un sottoscala di un condominio. Dobbiamo responsabilizzare i governi, di qualunque colore essi siano, a cercare di spendere i soldi pubblici in modo corretto: oggi non mi pare che sia così, almeno in certi settori, e come Procura abbiamo dei fondi che sono ridicoli. Ma bisogna ricordarsi che chi opera in maniera disonesta prima o poi finisce in tv con le manette, è questione di tempo: sono pochi quelli che riescono a sfuggire alle maglie della giustizia". Passando poi ai dati della Procura di Ravenna, Mancini ha sottolineato che il 67% dei procedimenti vengono definiti entro sei mesi; che di tutti i rinvii a giudizio, il 91,6% si concludono con una condanna; che c’è un’alta percentuale di archiviazioni (“perché quando non si hanno elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio, va chiesta l’archiviazione”).

L'impegno di Confcommercio

La premessa è che un contesto sicuro per le imprese si crea con la piena collaborazione con le forze dell’ordine, le istituzioni e tutte le parti interessate. Un impegno che coinvolge l’intero sistema confederale per tutelare i territori e le specificità dei diversi settori rappresentati. L’attività di Confcommercio per il contrasto alla criminalità si articola su due filoni paralleli ma strettamente collegati fra di loro: la sicurezza, intesa come iniziative per la tutela delle imprese e degli imprenditori rispetto alle attività criminali e violente, e la diffusione della cultura della legalità e dei valori del vivere civile. Per aumentare la consapevolezza di quali possano essere gli effetti dell’acquisto di merci contraffatte, si è deciso di puntare su una comunicazione più immediata, quella del linguaggio teatrale e di destinare una particolare attenzione - oltre che alle imprese e alle istituzioni - al mondo della scuola, muovendo dalla convinzione che per la costruzione di una diffusa coscienza etica è utile e necessario lavorare con gli studenti, che sono già i consumatori di oggi, ma saranno i cittadini, gli imprenditori e i lavoratori di domani. Per la diffusione della cultura della legalità Confcommercio nel 2016 ha lanciato il “Progetto nazionale di educazione all'acquisto legale e responsabile: Fermiamo la contraffazione", che utilizza la rappresentazione teatrale per sensibilizzare i consumatori e soprattutto le giovani generazioni, attraverso il coinvolgimento delle scuole. A Ravenna lo spettacolo ‘Tutto quello che sto per dirvi è falso - Made in Italy e contraffazione’ è stato rappresentato nel 2017 al Teatro Rasi con la partecipazione delle 3 scuole ravennati, un esempio di teatro civile che affronta il tema della contraffazione in tutte le sue sfaccettature.

Le proposte di Confcommercio

"Confcommercio da anni denuncia l’impatto che la contraffazione e l’abusivismo commerciale hanno sulle imprese in termini di perdita di fatturato e di costi - spiega Mmbelli - Per questo è favorevole ad un inasprimento dell’impianto sanzionatorio, anche per l’utilizzo illecito del web. Tuttavia l’inasprimento dell’impianto sanzionatorio non deve essere l’unico strumento di repressione della contraffazione. E’ fondamentale intensificare ulteriormente i controlli sul territorio e rafforzare l’attività repressiva da parte delle autorità competenti al fine di garantire che le condotte illecite vengano effettivamente individuate e sanzionate. Si auspica, inoltre, la definizione di uno specifico Protocollo di legalità che consenta un più ampio accesso delle imprese ai benefici derivanti dal rating di legalità, e l’eliminazione della soglia dei 2 milioni di euro di fatturato richiesta quale requisito, nell’ottica di rimuovere ogni disparità di trattamento e al fine di ampliare il controllo di legalità delle imprese. E’, poi, in fase di rinnovo con il Ministero dell’Interno il protocollo videoallarme antirapina che consente di mettere in collegamento le attività commerciali con le sale operative delle forze dell’ordine ed è in corso un progetto pilota sulla sicurezza antirapina per gli imprenditori".

Ma sul territorio ci sono anche altri fenomeni illegali che meritano la nostra attenzione: "Uno di questi riguarda le finte sagre - continua il Presidente - Ravenna è la quinta provincia in Emilia-Romagna per fatturato abusivo nel mercato della ristorazione con 37 milioni di euro. Al primo posto c’è Bologna con 81 milioni, poi Modena con 57 milioni, Rimini 42 milioni e Reggio Emilia 40 milioni; dopo Ravenna troviamo Parma, Forlì-Cesena, Ferrara e all’ultimo posto con poco più di 27 milioni Piacenza. Impressionante il dato globale della regione: questo settore vale in Emilia-Romagna poco meno di 400 milioni di euro e 136 milioni di euro di valore aggiunto. La perdita di gettito è quantificabile in 54 milioni di euro, secondo uno studio della Fipe Confcommercio (la Federazione nazionale che associa il più alto numero di esercizi pubblici): la perdita stimata di imposte dirette e contributi per la provincia di Ravenna è di circa 6 milioni di euro. Dietro la generica scritta ‘sagre’, troviamo di tutto: manifestazioni che non promuovono i prodotti tipici e non hanno legami col territorio, ma sono vere e proprie attività commerciali, il tutto con grave danno per tutti quei ristoranti che operano nel pieno rispetto della legalità. Più volte l’abbiamo definita come una sorta di somministrazione parallela che poco o nulla ha a che fare con le sagre propriamente dette, cioè quegli eventi enogastronomici con una riconosciuta valenza di tradizione. Oggi il fenomeno si è decisamente allargato. Non c’è solo la proliferazione delle ‘finte sagre’, ma assistiamo ad altre piaghe dell’abusivismo che sono in forte espansione e che stanno raggiungendo livelli preoccupanti come, ad esempio, i ristoranti in falsi agriturismi, i finti ‘home restaurant’, bar-ristoranti in circoli culturali e sportivi-ricreativi. Non è chiaro, ad esempio, se queste ‘finte sagre’ pagano la Tassa sui rifiuti, oppure l’imposta sulla pubblicità: i dati purtroppo non vengono forniti ed è impossibile sapere se 4 vengono applicate le tariffe che normalmente pagano i ristoranti per la TARI (oltre 20 euro al mq) oppure se la pagano ridotta o addirittura non la pagano". L’appello che lancia Confcommercio provincia di Ravenna è di controllare questo ‘comparto’ economico affinché restino solo le sagre ‘vere’ senza fini di lucro e si possa così contrastare il fenomeno delle ‘finte sagre’ così come quello dei fatturati abusivi sul nostro territorio”.

"Vorrei ricordare inoltre che a livello locale, anche per il 2019, è stato sottoscritto, grazie al coordinamento del Prefetto di Ravenna, il Protocollo d’Intesa per il contrasto all’Abusivismo commerciale, assieme ai Sindaci dei Comuni di Ravenna e Cervia, alla Camera di Commercio, alle Associazioni di categoria, alle Cooperative Bagnini ed è stata realizzata la relativa campagna di sensibilizzazione - continua Mambelli - Il Protocollo, quest’anno giunto alla sua decima edizione, è nato dall’esigenza di contenere e contrastare il fenomeno dell’abusivismo commerciale nella nostra provincia, durante il periodo estivo, che ha gravi conseguenze economiche sul settore del commercio legale in forma fissa e ambulante. E grazie al Protocollo antiabusivismo abbiamo raggiunto risultati molto soddisfacenti. Le operazioni delle forze dell’ordine di contrasto al mercato del falso, hanno raggiunto quel punto che per anni abbiamo auspicato ma mai raggiunto, di abusivismo zero sul litorale. I tanti blitz effettuati sia sulla spiaggia ravennate che cervese hanno avuto un effetto deterrente nella lotta all’abusivismo, il sequestro di migliaia di articoli contraffatti sono la dimostrazione che si può stroncare l’illegalità. Confcommercio, assieme alle altre associazioni di categoria firmatarie dell’intesa, si impegna da anni a sensibilizzare i propri associati e ad ostacolare eventuali tentativi di occupazione della spiaggia con esposizione fissa di mercanzie varie. Tra gli obiettivi: quello di scoraggiare l’ingresso di abusivi all’interno degli esercizi economici, commerciali e alberghieri; a non consentire a rivenditori ambulanti il deposito della merce presso gli stabilimenti balneari e le attività artigianali non autorizzate; a dissuadere i turisti ad alimentare il fenomeno; a fornire la massima collaborazione alle Forze di Polizia e alle Polizie Locali".

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