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Il "Fronte unitario dei lavoratori" contro la liberalizzazione dei porti con i lavoratori del porto

"Alla fine si è arrivati al dunque: ciò che i lavoratori più combattivi temevano rischia di realizzarsi. L'abrogazione dell'art. 17 dal testo legislativo sulla portualità mercantile non è più un'ipotesi lontana e sta accadendo esattamente ciò che è successo per l'art. 18"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Alla fine si è arrivati al dunque: ciò che i lavoratori più combattivi temevano rischia di realizzarsi. L'abrogazione dell'art. 17 dal testo legislativo sulla portualità mercantile non è più un'ipotesi lontana e sta accadendo esattamente ciò che è successo per l'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, e cioè lo si mantiene formalmente ma poi lo si svuota dall'interno, creando una situazione ancora maggiore di selvaggia liberalizzazione, di caos organizzativo, di completo smantellamento di ogni controllo pubblico.

La semplice abrogazione del limite massimo di autorizzazioni agli art.16, così come proposta, creerebbe infatti anarchia totale e senza più controlli. E di conseguenza la sterilizzazione di fatto dell'art.17, anche se non abrogato. Anche il ruolo delle A.P. sarebbe svilito, diventando negli effetti un carrozzone clientelare vuoto, mentre noi pensiamo che debba essere rafforzato nei suoi poteri e nella sua gestione.

L' iniziativa aggressiva del Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, già ed ancora manager del mondo della falsa cooperazione bianca, riguarda coloro che lavorano in ambito portuale e nel suo indotto: non solo i lavoratori e i dipendenti diretti o indiretti della Cooperativa portuale di Ravenna, come ad esempio i lavoratori dei rimorchiatori, gli ormeggiatori del porto, ma anche i lavoratori delle cooperative che lavorano sempre in ambito portuale. Liberalizzando il lavoro portuale, per quanto riguarda il carico e lo scarico di merci dei porti, si darebbe la possibilità di far lavorare ditte o cooperative a prezzi stracciati, a discapito dei lavoratori e della loro sicurezza, e non solo della loro. Causando più infortuni, perché si sfrutterebbero il più possibile i lavoratori , e si creerebbe ancora più disoccupazione.

Si avvantaggerebbero le multinazionali del trasporto marittimo, ed è ciò che è già successo nel porto del Pireo, dove, in seguito alle privatizzazioni, la Cina ha fatto man bassa sugli scali marittimi, con conseguenze drammatiche per i lavoratori portuali greci, nostri fratelli e compagni di lotta, con cui da subito ci dobbiamo collegare. Ma i compagni greci hanno un sindacato combattivo e di classe, il glorioso PAME, che li sa guidare con coerenza e lucidità.

Nel nostro contesto lavorativo, come purtroppo nel resto negli altri porti, abbiamo fatto una serie di riunioni con la direzione e con i sindacati concertativi (Cgil, Cisl e Uil) e solo tardivamente si è deciso di attuare una serie di scioperi e manifestazioni locali. Quelle nazionali si sono rinviate a dopo lo (scontato) esito di un incontro con il Ministro Lupi, non a caso sodale della Guidi anche nell'oscuro mondo della cosiddetta compagnia delle opere. L'incontro è ovviamente andato molto male (da qui il titolo di questo volantino), a detta stessa degli stessi sindacalisti del regime nuovo di Renzi, e solo ora si vuole correre ai ripari.

Ma chi ci ha condotti a sbattere sugli scogli ha ben poca credibilità perché gli si lasci ancora il timone in mano.

FACCIAMO QUINDI APPELLO PERCHE' SI CREI UN VASTO FRONTE UNITARIO DEI LAVORATORI, SENZA CHIEDERE LORO DI LASCIARE LE RISPETTIVE ANCHE SE ORMAI INUTILI SIGLE SINADACALI, MA OTTENENDO INVECE UNA DIREZIONE FERMA, COERENTE, COMBATTIVA DELLE LOTTE NEI BACINI.

AVANTI QUINDI NELLE LOTTE CON IL F. U. L.
FIANCO A FIANCO CON I LAVORATORI PORTUALI GRECI

FUL - Emilia Romagna

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