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Il futuro della Darsena, il sindaco dalla A alla Z

Il primo cittadino chiarisce su tre aspetti, sottolineando in primo luogo che "il Canale Candiano e la darsena non saranno tombati. L'acqua e' l'elemento che da identita' e potenzialita' all'area

Il futuro della Darsena, un tema che sta particolarmente a cuore al sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci. Il primo cittadino chiarisce su tre aspetti, sottolineando in primo luogo che “il Canale Candiano e la darsena non saranno tombati. L'acqua e' l'elemento che da identita' e potenzialita' all'area. Per questo togliere l'acqua e' un idea da citrulli,e noi citrulli non lo siamo.Qualche anno fa qualcuno  avanzo' l'idea di tombare il Candiano fino all'altezza dell'Autorita' Portuale”.

Ma, garantisce il sindaco, “è un idea che non esiste, perche' senza acqua non c'e' Darsena. Anzi due temi centrali su cui studiare e lavorare sono la depurazione dell'acqua e l'uso possibile del canale fino al ponte mobile e della piazza d'acqua”. “Quando fra qualche mese verranno tolte le recinzioni e l'area della testata della Darsena sara' aperta ad usi civici scopriremo che quell'area non e' grandissima”, sottolinea il primo cittadino.

“Via Darsena e la pista ciclabile non si possono"stringere", questo e' pacifico – continua ancora Matteucci -. Dovremo prendere qualche decisione. Idem per i parcheggi. Io vorrei una Darsena ciclo-pedonale,con traffico carrabile il piu' possibile esterno,senza macchine in sosta sulle strade. Quindi dovremo fare una pensata anche sui parcheggi. Di questi temi si dovra' occupare chi vincera' il bando per il progetto preliminare del nodo-stazione.

“Che sia Calatrava,Norman Foster o un bravo architetto italiano o ravennate dovra' fare delle proposte – prosegue il sindaco -. Senza acqua non c'e' Darsena; senza un collegamento bello e funzionale fra la Darsena e il centro storico, la Darsena non diventerebbe mai Darsena di città”. A settembre sarà presentato il progetto di recupero del sigarone, che sarà vagliato con scrupolo anche dagli uffici del Comune.

“La cosa certa e' che il decollo del nuovo quartiere esclude l'ipotesi che il sigarone rimanga nelle condizioni attuali – spiega Matteucci -. Dunque prima di dire dei no a cuor leggero bisogna pensarci bene.Se la proprieta' decide di abbandonare progetti di recupero e di lasciare il mondo cosi' come e' non possiamo mandare la forza pubblica per imporre alcunche'. L’ipotesi da scongiurare e' che quell'area rimanga cosi come e' oggi. Ho dato una prima occhiata al progetto,mi pare interessante,ma lo dico alla fine perche' il fatto che a me piaccia non e' questione dirimente”.

Il sindaco evidenzia anche che “per le opere di pubblica utilita' saranno necessari almeno 80 milioni, escluso il nodo-stazione. Le aree pubbliche in Darsena sono limitatissime e le proprieta' private molto frammentate. Per finanziare le opere dovremo discutere con i privati di extra oneri, cioe' di oneri aggiuntivi che i privati dovranno tirare fuori. Io penso che sara' utile trovare investitori capienti”.

“L'architetto Mambelli,uno dei progettisti del sigarone,con una botta di ottimismo che mi piace condividere, ha detto che non sara' necessario, che ce la faremo da soli – conclude Matteucci -. Vedremo quando cominceremo a chiedere gli oneri aggiuntivi ai proprietari delle aree,compresa quella del sigarone. Voglio condividere l'ottimismo di Mambelli ma, per prudenza e per farci avanti, quegli investitori esterni e capienti comincio a cercarli. Non si sa mai."

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