rotate-mobile
Economia

Il mercato dell'edilizia torna ai livelli degli anni '70

In cinque anni, dal 2008 al 2012, il settore delle costruzioni ha perso il 25,8% degli investimenti. In pratica si è tornati ai livelli della metà degli anni ‘70

Anche per il 2012 si prevede un calo degli investimenti (-6,0%) superiore rispetto al 2011 (-5,3%) e superiore rispetto alle stime previste  (-3,8%) per quest’anno. E' quanto emerge dall'analisi fatta dal presidente di Ance Ravenna, Serena Casadio, nel corso dell'assemblea annuale che si è svolta mercoledì. In cinque anni, dal 2008 al 2012, il settore delle costruzioni ha perso il 25,8% degli investimenti. In pratica si è tornati ai livelli della metà degli anni ‘70.

Soffrono tutti i comparti, a partire dalla produzione di nuove abitazioni (-44,4%), l’edilizia non residenziale privata (-27,9%), e i lavori pubblici (-37,5%).  Nel caso dei lavori pubblici la contrazione è iniziata nel 2005 e complessivamente la flessione raggiunge il -44,7%. Gli effetti sull’occupazione e sulle imprese sono pesantissimi: dall’inizio della crisi si stima che si siano persi 325.000 posti di lavoro nelle costruzioni, che salgono a 500.000 unità, considerando anche i settori collegati.

Nel biennio 2009-2010 si è assistito alla fuoriuscita dal settore di 27.000 imprese di costruzioni. Nel territorio provinciale nel 2009 la flessione del volume d’affari è risultata, in media annua, del 4,7%, collocandosi in posizione intermedia rispetto alla contrazione registrata a livello regionale e nazionale. Nel 2010 il settore provinciale ha mostrato una sostanziale stabilità rispetto al 2009 (-0,1% la media annua) a differenza dei contesti regionale e nazionale che invece hanno registrato una ulteriore decisa contrazione.

Nel corso del 2011, il volume d’affari del settore è tornato a diminuire pesantemente anche nella nostra provincia (- 5,3%), in misura maggiore rispetto alla diminuzione osservata a livello regionale (-4,6%) e nazionale (-3,5%). Gli effetti sull’occupazione anche a livello locale sono pesantissimi. Per il quarto anno consecutivo si registra una diminuzione (-9,4% nel 2011). Nel periodo che va dal 2007 al 2011 i lavoratori si sono ridotti di un terzo scendendo a 4224 unità, ossia a livelli di 15 anni fa.

Secondo i dati della Cassa edile la riduzione ha interessato i lavoratori saltuari e i lavoratori giovani. La riduzione occupazionale ha influito inesorabilmente sui dati economici della Cassa edile  che registra una forte riduzione dei contributi e bilanci in sofferenza per il terzo anno consecutivo. Nel 2012 si registra una contrazione delle risorse per nuove infrastrutture del 15,3% rispetto al 2011. Dal 2008 la riduzione è del 44%. Tutto ciò a fronte di un aumento della spesa corrente del 5%.

Anche il mercato immobiliare residenziale segnala un nuovo peggioramento. Nei primi mesi del 2012 le abitazioni compravendute registrano una riduzione rilevante, del 19,6%, rispetto allo scorso anno. “Molteplici sono le cause che influenzano la caduta del mercato immobiliare – spiega Casadio -. Prime fra tutte, la difficile situazione economica generale, la crescita dei tassi di interesse e, soprattutto, l’ulteriore stretta creditizia effettuata dalle banche. I mutui erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni in cinque anni (2007-2011) sono diminuiti del 21,5% e solo nel 2011 dell’11,8%. L’elemento più critico è rappresentato dal fatto che sebbene i prezzi medi delle case siano calati di poco, la percentuale di finanziamento concesso dalle banche per l’acquisto della casa è invece crollata, passando da circa l’80% del prezzo dell’abitazione a circa il 50% con la conseguenza che sempre meno famiglie sono in grado di sostenere l’onere iniziale”.

“Al quadro di gravissima crisi appena descritto si aggiungono una serie di ostacoli alla ripresa. Primo fra tutti l’inaccettabile fenomeno dei ritardati pagamenti dei lavori da parte della Pubblica Amministrazione – prosegue il presidente di Ance -. Nel secondo semestre 2011 i tempi medi di pagamento dei lavori pubblici hanno raggiunto gli 8 mesi, con punte di ritardo superiori ai 24 mesi. Col D-Day del 15 maggio scorso, l’Ance ha avviato una campagna di raccolta dei crediti che le imprese di costruzione vantano nei confronti della PA che hanno raggiunto quota 19 miliardi”.

“Ad aggravare la situazione contribuisce il blocco, da parte del sistema bancario, dei finanziamenti per il settore – ha aggiunto Casadio -. Un credit crunch che, unito ai ritardati pagamenti, sta letteralmente stritolando il tessuto produttivo del settore. In quattro anni, i finanziamenti per l’edilizia residenziale sono diminuiti del 38,2%, mentre quelli per l’edilizia non residenziale si sono sostanzialmente dimezzat i(-45%). Un’ulteriore criticità è rappresentata dalla lentezza dell’utilizzo delle risorse (20,7 miliardi di euro) già approvate dal CIPE per le infrastrutture che però, secondo la stima dell’ANCE saranno disponibili in termini di cassa per il 2012 per meno del 30%”.

A fronte di questa situazione, per Casadio occorre “promuovere misure sul fronte fiscale che stimolino lo sviluppo; sviluppare tutte le iniziative possibili per arginare il fenomeno dei ritardati pagamenti alle imprese; ridurre il carico fiscale sulle compravendite; estendere ulteriormente la validità dei bonus per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica; promuovere semplificazioni in materia ambientale e urbanistica; definire strumenti operativi per l’attuazione di intense politiche di rigenerazione e riqualificazione urbana; promuovere accordi con il sistema di credito per l’accesso a risorse finanziarie dedicate; intensificare la sensibilizzazione delle stazioni appaltanti verso la possibilità di utilizzare project financing, leasing in costruendo o altre forme di PPP; ottenere sostegno per gli Enti paritetici dell’edilizia che svolgono compiti strategici per la regolarità e il rispetto delle norme”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il mercato dell'edilizia torna ai livelli degli anni '70

RavennaToday è in caricamento