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Economia Cervia

Il sindaco di Cervia scrive a Conte: "Ci siamo ripresi dalla tromba d'aria. Questa volta rischiamo di non farcela"

"Le chiediamo di darci una speranza e di precisare le date delle varie fasi assicurandole tutta la nostra collaborazione per contenere i rischi da contagio"

Il sindaco di Cervia Massimo Medri ha inviato una lettera, firmata anche dalle associazioni economiche cervesi, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. "A Cervia operano oltre 2500 imprese quasi tutte legate alla filiera turistica, per la grande maggioranza di dimensioni medio piccole, con oltre 12.000 addetti - si legge nella missiva - Siamo riusciti a risollevarci in 48 ore dopo una tremenda tromba marina che il 10 luglio del 2019 ci aveva messo in ginocchio, con oltre 3 milioni di danni. Senza nessun aiuto da parte dello Stato, la città ha risposto in modo massiccio e unitario e gli operatori, con il sostegno della Regione Emilia Romagna, hanno riaperto le proprie aziende il giorno dopo essere stati devastati. Questa volta rischiamo di non farcela se lei e il suo governo non ci date una mano a rialzarci".

"Il reddito dei nostri cittadini si basa sul turismo e su molte attività artigianali, di cui alcune di grande eccellenza - continua Medri - Ci rendiamo conto della situazione drammatica nella quale ci troviamo e siamo pronti a fare la nostra parte per garantire tutte le misure di sicurezza a protezione nostra e di chi vorrà venire a trascorrere un periodo di serenità nella nostra località. I protocolli sono in via di definizione per tutte le categorie sulla base delle indicazioni della nostra Regione; la città ha già predisposto una riorganizzazione del territorio per garantire distanze sociali e modalità di utilizzo degli spazi pubblici e privati, ma non siamo più in grado di aspettare. Le imprese hanno bisogno di ripartire e i lavoratori stagionali di poter contare su un'occupazione sicura. Le chiediamo di darci una speranza e di precisare le date delle varie fasi assicurandole tutta la nostra collaborazione per contenere i rischi da contagio".

Continua la lettera: "La Romagna ha sempre dimostrato di avere una marcia in più e anche questa volta dimostrerà nei fatti di potercela fare innovando e qualificando il proprio prodotto turistico e dando una spinta all'Italia per riprendersi, offrendo a lei un'occasione per potersene vantare nel mondo. Ma non ci lasci soli; ci metta in condizione di ripartire sostenendo le imprese con iniezioni di liquidità, anche a fondo perduto, continuando a garantire gli ammortizzatori sociali per i lavoratori e le famiglie e fissando, in modo chiaro, le modalità, anche giustamente graduali, per il movimento delle persone e facendo in modo che i Comuni continuino a sviluppare investimenti sul territorio. Il nostro è un grido accorato che proviene dal sentimento più profondo della gente di Cervia e che vuole evidenziare, come lei già saprà, una situazione drammatica che rischia il collasso. Certo che la salute dei cittadini è la prima priorità e apprezziamo lo sforzo che si sta compiendo da parte del suo governo e delle autorità sanitarie, nonché di tutto il personale medico e paramedico, per contenere il contagio, ma siamo altrettanto consapevoli di dover convivere con questo virus, e noi siamo pronti a dimostrare che ce la possiamo fare mettendo a disposizione, da subito, la nostra professionalità, il nostro senso dell'ospitalità e l'assicurazione che le nostre imprese opereranno nel massimo della sicurezza".

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