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Economia

Imprese, segnali positivi ma con prudenza. "Le aziende hanno fame di periti e ingegneri"

Confindustria Romagna festeggia il bilancio del primo anno di attività presentando i dati relativi all'economia delle aziende associate

Diversi segnali di positività pur invitando alla prudenza. Sembra emergere finalmente una ripresa del mercato domestico testimoniato dall’andamento del fatturato interno più dinamico del fatturato estero. La situazione rimane variegata: nello stesso settore, infatti, ci sono imprese con parametri molto positivi e altre con situazioni più articolate. È questa la fotografia dell’economia delle aziende ravennati associate a Confindustria Romagna scattata dall’indagine congiunturale realizzata dall’ufficio economico dell’associazione e riferita al peridio consuntivo primo semestre 2017 e previsioni secondo semestre 2017. “Presentiamo i dati in concomitanza con il bilancio del primo anno di Confindustria Romagna festeggiato il primo di ottobre - Commenta il Presidente di Confindustria Romagna Paolo Maggioli – Un periodo in cui abbiamo raggiunto risultati importanti insieme alla nostre imprese. Nel primo forum dell’economia della Romagna con il termine FattoreR, Fattore Romagna, il nostro territorio è stato definito fortemente competitivo a livello economico, con tassi di occupazione, redditi e consumi pro capite molto superiori a quelli nazionali. L’immagine dipinta dall’indagine congiunturale fa rientrare pienamente le imprese ravennati in questo quadro”.

Area vasta Ravenna-Rimini

In area vasta il consuntivo del primo semestre rileva un +6,2% del fatturato totale, un +2,9% della produzione e un +6,1% dell’occupazione. Gli investimenti segnano un +4,3%. Nelle previsioni la produzione viene vista stazionaria dal 47,2% delle imprese e in crescita dal 43,3%, gli ordini stazionari per il 51% degli imprenditori e in aumento per il 42,1% del campione. Per gli investimenti solo il 9,2% dichiara di non prevederli in netta diminuzione con la percentuale dello scorso anno. In generale i numeri evidenziano che all’interno dello stesso settore emergono imprese con parametri molto positivi e altre che mostrano situazioni più complicate con un effetto diversificato. "Finalmente abbiamo risolto la difficoltà in cui da anni versavano la Cassa di risparmio di Cesena e la Carim di Rimini (riferendosi al subentro del colosso bancario Credit Agricole, ndr), un fattore molto importante per le aziende - spiega Maggioli - Tuttavia il nostro obiettivo è fare in modo che le imprese possano staccarsi dalla dipendenza dalle banche e dal credito tradizionale, trovando canali di finanziamento alternativi".

I dati relativi a Ravenna

Il consuntivo ravennate del primo semestre 2017 rileva una crescita del fatturato totale pari al +10% (fatturato interno +14,8%, fatturato estero + 2,9%), produzione + 5,2%, e occupazione + 5,2%. La spesa di investimenti fatta nel 2016 è stata pari al 3,9% del fatturato totale. Nelle previsioni del secondo semestre la produzione viene prevista in aumento dal 38,5% delle imprese, stazionaria dal 49,2%; ordini: il 53,8% degli imprenditori prevede stazionarietà, il 38,5% aumento. L’occupazione è stazionaria per il 75,3% del campione e in crescita per il 17,3%. La percentuale di imprenditori che prevede di non realizzare investimenti nel 2017 (12,9%) diminuisce rispetto al 2016 (15,3%). Dati in linea con quelli dell’area vasta, espressione del campione di imprese associate a Confindustria Romagna che rispecchia la dinamicità del territorio con tutte le sue peculiarità.

“L’economia ravennate presenta segnali positivi nel consuntivo e nelle previsioni. L’aumento degli investimenti ci fornisce un segnale di indubbia fiducia per lo sviluppo dell’economia locale, seppur permanga comprensibilmente una certa prudenza – spiega il vicepresidente di Confindustria Romagna Alessandro Curti - In questo periodo il tessuto imprenditoriale ravennate ha continuato a svolgere e ha potenziato il proprio ruolo da protagonista nella crescita e nello sviluppo del territorio. Una provincia che ha grandi peculiarità, ma anche nodi che vanno sciolti al fine di accrescerne potenzialità e attrattività su cui oggi cogliamo l’occasione per fare il punto". Sono tre i grandi temi su cui il vicepresidente insiste: porto, attrattività e Università.

Porto

"Apprezziamo che l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale abbia formalizzato al Ministero Infrastrutture e Trasporti il Progetto Hub del Porto di Ravenna teso a dar concretezza di approccio ai nodi strategici dello scalo - commenta Curti - Dopo anni di pericolose e snervanti incertezze, finalmente prende l’avvio un percorso serio e credibile che dovrà sfociare, negli auspici degli operatori e di Confindustria Romagna, nel pieno rilancio dell’infrastruttura portuale, che è e rimane il patrimonio economico e l’attività industriale più importante della città nonché il porto di riferimento dell’intera Regione Emilia-Romagna. Espletate tutte le necessarie e indispensabili formalità previste dalla legge, che comunque richiederanno tempo, auspichiamo si possa passare senza indugio o pretestuoso ritardo alla fase di esecuzione dei lavori da lungo, troppo tempo attesi". "Il progetto è senza dubbio positivo - commenta cauto Maggioli - ma la questione traffico non deve essere sottovalutata: arrivare a Ravenna da fuori è difficile, bisogna evitare il rischio di peggiorare la situazione".

Attrattività

"Da qualche tempo si ravvisano nell’area ravennate segnali di dinamismo progettuale sia di privati che delle pubbliche amministrazioni, almeno nelle intenzioni - continua Curti - Le aziende sono però gravate dal fardello di un sistema burocratico ancora rigido e da pressione fiscale opprimente. Le imprese necessitano invece di semplificazione, snellezza e certezza dei tempi di approvazione delle proprie iniziative e poi di realizzazione delle stesse. Per diventare più attrattivi occorre dunque avere ancora più determinazione e prontezza ad accogliere. A tal fine, servono politiche che facilitino e stimolino gli investimenti sia delle aziende già presenti sia di nuovi operatori. Auspico il potenziamento di nuovi canali di finanziamento per quelle imprese che vogliono svilupparsi. Inoltre, certamente sarebbe di enorme ausilio adeguare l’infrastruttura stradale, specie quella di grande scorrimento, nonché rafforzare rete e connessioni ferroviarie a servizio di merci e persone".

Università e scuole

"L’insediamento della compagine universitaria a Ravenna va sostenuto ed esteso - insiste il vicepresidente - In tal senso, occorre favorire la partecipazione di docenti di elevato profilo per qualificare ancor più l’offerta formativa e attrarre studenti; vanno ampliati i servizi per studenti e docenti. E’ poi imprescindibile rafforzare il rapporto tra Università e mondo del lavoro cogliendo necessità delle aziende e specificità vocazionali del territorio per implementare la ricerca scientifica e le competenze accademiche come motore di sviluppo economico. Auspichiamo, ad esempio, che la laurea in “Offshore Engineering” apra nuovi spazi di collaborazione fra mondo accademico e delle imprese, già dalla fase d’individuazione dei corsi, al fine di avvicinare sempre più le due realtà e favorire la formazione di figure professionali non solo qualificate, com’è evidente, ma anche in qualche misura tarate sulle necessità aziendali. Siamo convinti che questo sia un modello virtuoso per le relazioni Università-aziende-territorio a vantaggio di tutte le componenti del sistema". Il vicepresidente è molto determinato sulla questione: "Dobbiamo portare a Ravenna facoltà che abbiano un legame stretto con la città: penso a ingegneria meccanica o informatica. C'è fame di questi profili e credo che non solo i ragazzi, ma anche le famiglie debbano esserne al corrente. Ci servono più laureati in materia di questo tipo". "Dobbiamo avere un rapporto strettissimo anche con gli istituti tecnici - aggiunge Maggioli - per attingere ai loro diplomati, accorciando il periodo tra la fine della scuola e l'ingresso in azienda con periodi di alternanza scuola-lavoro".

“I segnali positivi sono sicuramente incoraggianti – sottolinea il direttore di Confindustria Romagna Marco Chimenti – e rappresentano uno stimolo a continuare nel nostro lavoro che quotidianamente ci vede al fianco delle imprese. È stato un anno di grande impegno e di molte soddisfazioni, caratterizzato dal consolidamento dei nostri servizi e dalla nascita di nuovi, dall’organizzazione di convegni di studio e approfondimento su temi d’attualità, come Industria 4.0, la responsabilità sociale, la sicurezza e la prevenzione sul lavoro solo per citarne alcuni, da seminari di formazione, senza ovviamente dimenticare i grandi eventi che continuano a raccogliere una grande partecipazione, come il Festival dell’Industria e dei Valori d’Impresa, Excelsa, il Guidarello che insieme alle nostre aziende ci permettono di diffondere l’orgoglio, l’importanza e il valore del fare impresa”.

Il presidente Maggioli conclude confermando il disappunto di Confindustria Romagna per l'unione della Camera di commercio di Ravenna con quella di Ferrara, per la quale sono già state avviate le procedure in vista dell'accorpamento. "E' un'unione anomala - commenta cupo Maggioli - Immaginare Ravenna staccare da Forlì-Cesena e Rimini è un errore e ce ne accorgeremo nei prossimi anni, non porterà alcun vantaggio alla città. Noi proseguiamo nel dialogo con Forlì e insistiamo sul tema della Provincia unica romagnola, mentre ci fa sorridere l'idea di dividere l'Emilia dalla Romagna, che riteniamo sbagliata". Infine conclude con l'approvazione all'ingresso di nuovi imprenditori nelle trattative per il rilancio dell'aeroporto di Forlì: "Ben vengano gli imprenditori e ben venga che le amministrazioni pubbliche stiano fuori dai giochi - conclude Maggioli - Farebbero solo nascere delle competizioni tra territori. L'obiettivo comune è quello di avere delle infrastrutture che funzionino e che ci colleghino all'Europa, rendendoci sempre più competitivi".

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