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Economia

Innovare il welfare per rispondere ai bisogni emergenti

Mercoledì mattina a Ravenna si è svolto il primo incontro territoriale ideato per discutere dei cambiamenti che, in questi anni, interessano il settore sociale

Si è svolto mercoledì mattina nella Sala Cavalcali della CCIAA il primo Cantiere del welfare della provincia di Ravenna, un incontro organizzato dalla struttura territoriale dell’Alleanza delle cooperative italiane per aprire un dibattito sullo stato attuale del welfare e sulle innovazioni necessarie al settore. «Con la crisi economica i bisogni e le richieste dei cittadini non diminuiscono ma aumentano - ha sottolineato l’assessore regionale alle Politiche Sociali Teresa Marzocchi aprendo i lavori -. Proprio per questo motivo noi dobbiamo velocizzare l’analisi del presente per trasformare il “welfare pubblico” in un “welfare connesso anche con l’economia del territorio”. Il confronto è urgente e necessario e va fatto anche a livello europeo perché sappiamo bene che se non c’è lo sviluppo del welfare non può esserci nemmeno lo sviluppo di una sana economia territoriale».
A rappresentare l’Europa c’era Bruno Roleants, segretario generale di CECOP-CICOPA

Europe, ente che rappresenta, a livello comunitario, cooperative sociali e cooperative di lavoro: «L’Italia, per quanto riguarda la cooperazione sociale, può dirsi il centro del mondo per due motivi - ha evidenziato Roleants -: perché in Italia è nata la cooperazione sociale e perché, nel settore, è la prima per fatturato e numero di imprese. Tutto il mondo guarda alla cooperazione sociale italiana ed è solo da qui che può partire il rinnovamento che, in un momento difficile come quello attuale, può contare sulla giusta attenzione dei Governi e dell’Europa».

Roleants ha poi tracciato il quadro normativo europeo del settore evidenziando come, in questi anni, stiano nascendo nuove lobby per indirizzare il social business in una dimensione che abbia le caratteristiche della cooperazione sociale. Paola Menetti, responsabile nazionale Legacoop Sociali, ha poi disegnato il quadro della situazione italiana soffermandosi anche su quanto realizzato dal Governo Monti in questi mesi. «Diciamo che il Governo non ha brillato per attenzione a welfare e cooperazione sociale - aggiunge sul tema Massimo Caroli, direttore di Fare Comunità (consorzio unitario provinciale che rappresenta numerose cooperative sociali) -. In particolare, proprio alcune settimane fa, abbiamo dovuto contrastare con forza l’ipotesi di un aumento dell’Iva dal 4% al 10% per i servizi resi dalle cooperative sociali. Sappiamo bene, infatti, che questo aumento avrebbe avuto l’unico risultato di ridurre i servizi e aumentare i costi per i cittadini. Con l’aiuto e il sostegno delle amministrazioni locali siamo riusciti a prorogare questa decisione di un anno nella speranza che, nel frattempo, intervenga una più specifica normazione europea».

Il dibattito è poi stato alimentato dalla presentazione di alcune buone prassi ed esperienze generative d’innovazione sociale (Fabrizio Valencic, cooperativa Arcobaleno; Giuseppe Silvestris, Ervet; Paolo Venturi, Aiccon) e dal contributo di numerosi rappresentanti della cooperazione sociale del territorio e delle pubbliche amministrazioni. Ha concluso i lavori il direttore di Confcooperative Andrea Pazzi auspicando che i temi e le suggestioni raccolte durante il cantiere del welfare possano da domani diventare oggetto di approfondimento per lo sviluppo di azioni imprenditoriali e di politiche legate allo sviluppo di un welfare di comunità che tenga conto dei nuovi bisogni dei cittadini in quadro di risorse oubbliche calanti.

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