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Innovazione, turismo e servizi sul podio: "Il porto è fondamentale"

Su 10 imprese ravennati sei hanno realizzato almeno un intervento di innovazione negli ultimi tre anni. In linea con quanto avviene a livello regionale. Ma a differenza di quanto accade in Emilia-Romagna, il terziario ravennate risulta piu' innovativo del manifatturiero. E' solo una delle tendenze che emerge dal rapporto sull'innovazione a livello regionale e provinciale curato dalla Camera di commercio

Su 10 imprese ravennati sei hanno realizzato almeno un intervento di innovazione negli ultimi tre anni. In linea con quanto avviene a livello regionale. Ma a differenza di quanto accade in Emilia-Romagna, il terziario ravennate risulta piu' innovativo del manifatturiero. E' solo una delle tendenze che emerge dal rapporto sull'innovazione a livello regionale e provinciale curato dalla Camera di commercio.

L'indagine riguarda un campione di 129 imprese ravennati, 1.622 a livello regionale, con l'aggiunta quest'anno di quelle del turismo, del commercio e dei servizi. Inoltre, per la prima volta, sono state sovra-rappresentate le imprese di maggiori dimensioni e le societa' di capitali rispetto a quelle di persone in quanto piu' innovatrici a livello storico.

Dunque il 38,8% del campione di Ravenna non ha realizzato alcun tipo di innovazione nell'ultimo triennio. Dato, spiega Valerio Vanelli dell'Universita' di Bologna, "in sensibile miglioramento". In oltre il 23% dei casi si tratta di una innovazione incrementale di prodotto e nel 14% di processo; per il 10% di un'innovazione radicale di prodotto, per il 7% di processo. L'innovazione organizzativa sfiora il 21%, quella di marketing il 18%. Facilitano il fenomeno sia le dimensioni dell'azienda, la proporzione di quelle non innovative si riduce "significativamente" al loro crescere; sia la forma giuridica, piu' innovative le societa' di capitali di quelle di persone; sia il grado di internazionalizzazione. Oltre il 27% del campione ha puntato nel 2013 su acquisto di nuovi macchinari, quasi il 14% su nuovo software e il 5,6% su nuovo hardware. Sono piu' innovative le imprese dei settori meccanica, turismo, commercio, chimi-farmaceutico.

Sul fronte degli investimenti, prosegue Vanelli, le imprese innovative sono protagoniste: la loro quota nel 2013 ammonta infatti a 11,2 milioni, contro i 5,7 di quelle non innovative. Discrepanza che aumenta se si considerano le Pmi: le innovative investono oltre 142.000 euro, le altre circa 16.600. Per quanto riguarda invece i benefici da innovazione, circa l'80% delle aziende registra un miglioramento del risultato economico e della qualita' dei prodotti. A scendere migliora l'efficienza (76,5%) e si conquistano nuovi mercati (63,5%). Ne giova anche il fatturato, aumentato dal 2010 al 2013 di oltre il 14% per le imprese innovative, del 2,3% per quelle non innovative. Sul podio degli ostacoli ci finiscono invece eccessiva pressione fiscale (80%), rischio d'impresa (47%) e difficolta' strategiche di mercato (41%).

L'indagine quest'anno ha avuto un focus particolare per Ict, green economy e terziario. Ne risulta che quasi nove imprese ravennati su 10 ha un proprio sito Internet; una sua quattro si e' gia' convertita alla green economy, con un occhio di riguardo all'energia; infine oltre il 65% delle imprese del terziario ha introdotto almeno un'innovazione. A Ravenna, conclude Vanelli, e' attivo dunque il circolo virtuoso "Investimenti-innovazione-piu' mercato-piu' margini per investimenti", che "non va bloccato".

"Sull'innovazione non possiamo fermarci". Questo il messaggio che lancia il presidente della Camera di commercio di Ravenna, Natalino Gigante, commentando l'analisi. Da cui emerge, rimarca, l'importanza su questo fronte del settore del turismo da un lato e del porto dall'altro. L'infrastruttura, aggiunge, "rimane un polo di produzione determinante per la citta'", per cui occorre "fare tutti il massimo sforzo perche' il progetto di sviluppo vada nella giusta direzione". Il comparto turistico sta puntando molto sull'innovazione, aggiunge Gigante: pur in una fase di difficolta' e' "una prova di coraggio importante".

Certo, sottolinea, i dati nei prossimi anni cambieranno, dato che si andranno a prendere in esame "aggregazioni territoriali diverse", da area vasta. Da questo punto di vista e' pero' per ora fermo al palo il processo di aggregazione degli enti camerali romagnoli. "Siamo ancora in una fase di approccio", conferma Gigante, ribadendo che la volonta' non e' solo quella di un'aggregazione romagnola, ma anche di costa, andando dunque a comprendere pure Ferrara. Tuttavia, ribadisce, a oggi "non e' stata presa nessuna decisione in merito".

Fonte Dire

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