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Economia

Jobs Act, la Cgil scende in piazza: giornata di sciopero il 16 ottobre

“Siamo di fronte ad un atto senza precedenti nella storia sociale e democratica del Paese", commenta il segretario provinciale della Cgil, Costantino Ricci

La Cgil Emilia Romagna ha proclamato uno sciopero generale su scala regionale per tutta la giornata di giovedì 16 ottobre. Parteciperanno al fermo di 8 ore le lavoratrici e i lavoratori di industria, terziario, cooperazione, agricoltura e artigianato (ad esclusione dei settori soggetti alla legge 146). Lo sciopero, viene spiegato, "è stato indetto per opporsi alle scelte del Governo che avendo posto il voto di fiducia sul Jobs Act conferma di non essere minimamente intenzionato a modificare la propria politica. Il confronto con le parti sociali è considerato un atto rituale non impegnativo. Un fatto gravissimo, una “delega in bianco” al Governo per cancellare diritti e tutele fondamentali nel lavoro".

“Siamo di fronte ad un atto senza precedenti nella storia sociale e democratica del Paese – commenta il segretario provinciale della Cgil, Costantino Ricci -. Si vuole cancellare e non estendere lo Statuto dei Lavoratori, modificando l’art. 18 e liberalizzando così i licenziamenti, rendendo l’imprenditore unico arbitro del rapporto di lavoro, consegnando alle aziende la possibilità di demansionare con decisione unilaterale i lavoratori e liberalizzando a discrezione dell’azienda il controllo a distanza sui lavoratori. Non c’è, inoltre, alcun provvedimento che preveda impegni e politiche industriali che favoriscano la crescita dell’occupazione, dopo il milione di posti di lavoro perso per effetto della crisi. La delega al Jobs Act non chiarisce ancora quelli che saranno gli strumenti per contrastare la precarietà e se verranno tolte dall’ordinamento quelle forme che aumentano la precarietà”.

La mobilitazione in Emilia Romagna precederà la manifestazione nazionale in programma il 25 ottobre “Lavoro, dignità, uguaglianza, democrazia per cambiare l’Italia”. Dalle 9 alle 13, del 16 ottobre, si svolgerà a Bologna una manifestazione regionale. Dalla provincia di Ravenna partiranno diversi pullman per raggiungere il capoluogo regionale. Sono previste partenza da Longastrino (ore 7,30 dalla Casa del Popolo), da Fusignano (ore 7,40 da piazzale Aldo Moro), Lavezzola (ore 7,30 da piazza Caduti), Cervia (ore 7,30 da sede Cgil), da Lido Adriano (7,30 da sede Cgil), da San Pietro in Vincoli (ore 7,30 da piazza Erbe), da Casola Valsenio (ore 7,40 da fermata bus), da Lugo (ore 8 da piazza XIII Giugno) e da Ravenna (ore 8 da Cinemacity).

Ulteriori fermate sono previste lungo i tracciati indicati. Per conoscerle, e per prenotarsi, è possibile consultare il sito www.cgilra.it o recarsi nelle sedi sindacali dei rispetti comuni (per informazioni telefonare allo 0544 244256). "La Cgil - viene evidenziato - si mobilita per dare una risposta immediata che metta al centro le proposte alternative del sindacato per affrontare la drammatica situazione occupazionale e aggredire la crisi". Il sindacato propone "una nuova politica economica che faccia ripartire gli investimenti, pubblici e privati, che crei lavoro di qualità e stabile, che aggredisca l’emergenza occupazionale, che sostenga la domanda, abbandonando la politica di austerità; la creazione di un nuovo sistema di tutele contro la disoccupazione per tutti i lavoratori: cassa integrazione universale, indennità di disoccupazione estesa alle diverse tipologie di lavoro, contratti di solidarietà; riforma del mercato del lavoro, cancellando la selva di contratti precari esistenti; rinnovare i contratti di lavoro pubblici e privati di milioni di lavoratrici e lavoratori, rendendoli inclusivi di tutte le tipologie di lavoro; abolire l’art. 8 della legge 138 che consente la deroga a leggi e contratti; riformare il sistema degli appalti; serve una nuova politica fiscale che crei giustizia e ridistribuisca reddito, per drenare le risorse necessarie ad affrontare la crisi e sostenere il welfare; una radicale revisione della Legge Fornero sulle pensioni, rendendo flessibile l’uscita pensionistica".

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