Liberalizzazioni, le spiagge si salvano dal Decreto. Soddisfazione

Per ora è un successo. Il Decreto sulle liberalizzazioni sembra non colpire le spiagge. L'articolo 26 dal testo definitivo, che interveniva infatti sulle concessioni delle spiagge e il comparto balneare, è stato “stracciato dal testo definitivo del Decreto”, si legge in una nota  di Federbalneari. “Minava di fatto anni di sforzi delle rappresentanze di categoria rappresentando più un ostacolo che uno strumento di  crescita. Siamo a favore delle liberalizzazioni e alle riforme strutturali che servono a favorire la crescita del nostro settore - afferma il presidente Renato Papagni- ma contro le liberalizzazioni inutili”.

La proposta inserita nel decreto dal ministero del Turismo riduceva la durata della scadenza delle concessioni a 4 anni, “ostacolando in questo modo la possibilità di fare degli investimenti e dei progetti di crescita a lungo termine. Le concessioni devono essere ventennali. La crescita non si costruisce in laboratorio ma si avvale anche dell’esperienza di imprenditori che da anni hanno il polso della realtà”, conclude Papagni.

“L’ipotesi di occupazione camorristica delle coste italiane innescata potenzialmente dal meccanismo delle aste e dall’innesto di denaro riciclato  ha evidentemente attivato i tecnici che hanno ascoltato le ragioni di Federbalenari – si legge nella nota - e rimesso in discussione le modalità con cui liberalizzare il sistema spiagge”. L'associazione dei balneari si è subito messa in moto per presentare al ministro Gnudi, il 23 febbraio, una proposta concreta “che rappresenti tutta l’imprenditoria balneare e che possa essere condivisa con le strategie di liberalizzazione e soprattutto con l'obiettivo del Decreto: far ripartire la crescita  e rimuovere quegli ostacoli che frenano le potenzialità di sviluppo del settore”.