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Matrix: Coldiretti Conselice tiene alta la guardia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Mancano pochi giorni alla discussione dei ricorsi presentati dalle aziende agricole e agroindustriali conselicesi alla II sezione del Tar di Bologna, che il 12 Novembre dovrebbe esprimersi in merito alla legittimità delle autorizzazioni rilasciate alla ditta O.D.A (Officina dell'Ambiente) per la produzione del famigerato Matrix. In attesa della fatidica sentenza, negli stabilimenti di via Selice l’attività è di fatto iniziata e questo preoccupa non poco gli agricoltori conselicesi e la cittadinanza tutta che da sempre si è manifestata contraria all’insediamento.

“Siamo molto preoccupati” - incalza di presidente della Sezione Coldiretti di Conselice Alessandro Petitoni, che è anche uno dei primi firmatari del ricorso al Tar - e “anche molto arrabbiati, perché questa decisione calata dall’alto sul nostro territorio e sulle nostre imprese getta un’ombra sulle prospettive di sviluppo dell’agricoltura conselicese e di tutta la comunità. Noi agricoltori – prosegue Petitoni - abbiamo costruito un modello di sviluppo territoriale basato su di una agricoltura eco sostenibile, su una difesa integrata delle produzioni, su produzioni biologiche, sulla tutela dell’ambiente e del paesaggio, su certificazione e tracciabilità della filiera.

La Regione ha investito risorse pubbliche in questi interventi poi, come se niente fosse, ha espresso un parere favorevole alla Valutazione di Impatto Ambientale, nella quale non si fa il minimo accenno all’impatto che l’attività di ODA avrà sulle attività agricole circostanti, come se lo stabilimento venisse realizzato sulla luna e non al centro di un territorio ad altissima vocazione agricola e agroindustriale. E’ pazzesco!”. 
Anche la collocazione del sito produttivo alimenta e non poco le preoccupazioni di agricoltori e cittadini: “Lo stabilimento è situato in area esondabile e soggetta ad allagamenti, l’ultimo dei quali si è verificato nel febbraio scorso con i capannoni che sono stati invasi dall’acqua, pensate – tuona Petitoni - se fossero stati pieni di scorie cosa sarebbe successo...”.

Bene stanno facendo le istituzioni locali e le associazioni a preoccuparsi dei controlli e delle verifiche sulla futura attività dell’impianto, ma se i dati rilevati saranno fuorilegge chi fermerà l’attività? Chi potrà garantire che le nostre produzioni agricole di altissima qualità potranno essere regolarmente collocate sui mercati, quindi senza danni economici? Chi potrà garantire la salute dei cittadini?
Per questo Coldiretti dice “NO al MATRIX, perché non coincide con il modello di sviluppo di questo territorio, perché non dà garanzie, perché non dà futuro”.

“Auspichiamo che il TAR non conceda il via libera ad un vero e proprio stupro delle nostre terre – conclude Petitoni – non possiamo accettare che esse subiscano violenze ambientali di tale portata. In caso contrario la strada si farebbe dura, ma noi non molleremo perché la battaglia è appena iniziata!”.

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