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Economia

Riforma degli enti camerali, Gigante: "Individuare i servizi per la crescita delle imprese"

L'ente ravennate conta oggi 71 dipendenti, con una dotazione effettiva rispetto a quella organica sottodimensionata di 12 unità, con un livello di scolarizzazione che vede 28 laureati e 39 diplomati

Natalino Gigante, presidente della Camera di commercio di Ravenna, interviene sul tema della riforma degli enti camerali. “E' proprio negli ultimi 6 anni, in cui il sistema economico è stato investito da una profonda crisi strutturale, che le Camere di commercio hanno dimostrato la loro funzione di sostegno alle imprese e al mondo economico nella sua totalità - esordisce Gigante -. Se pensiamo alle azioni messe in campo dal mondo camerale, dal sostegno al credito attraverso i confidi alle attività di internazionalizzazione e di sostegno all'export per le piccole-medio-imprese, al supporto decisivo all'innovazione, alla giustizia alternativa attraverso la quale si possono risolvere le controversie economiche in tempi brevi, alle risorse dedicate alla crescita e all'occupazione, possiamo sostenere che tutto ciò certamente ha giovato alla tenuta del sistema economico in un momento molto difficile".

"Funzione strategica è la tenuta degli Albi e del Registro imprese - aggiunge Gigante -. Oltre al ruolo di sostegno alle imprese in termini di interventi economici volti alla crescita e allo  sviluppo le Camere hanno una funzione pubblica istituzionale fondamentale in relazione alla certificazione dei soggetti economici, grazie a quello strumento di sicurezza e trasparenza del mercato che è divenuto negli anni il Registro Imprese. Messo in piedi negli anni '90 è giunto ad essere un fiore all'occhiello a livello europeo e internazionale per il livello di efficacia raggiunto attraverso una spiccata telematizzazione e semplificazione delle procedure (attraverso la Comunicazione Unica è possibile far nascere un'impresa in pochi giorni grazie all'utilizzo di un computer) e uno strumento di trasparenza a disposizione della collettività e degli organi istituzionali, tra cui magistratura e forze dell'ordine, che lo utilizzano  per le indagini di contrasto alla criminalità e come strumento informativo e conoscitivo del mercato italiano".

"Ma riferiamoci in specifico alla Camera di commercio di Ravenna - prosegue -. In questi sei anni l'ente ravennate, a cui sono iscritte 41.116 imprese (1500 in meno del 2008, calo dovuto non solo alla crisi ma anche alla scelta di forme societarie più strutturate), ha dedicato 24 milioni di euro a sostegno dello sviluppo economico, investendo 3,5 milioni di euro per azioni di internazionalizzazione e innovazione, 8,2 milioni di euro per il sostegno al credito attraverso i confidi, oltre 2 milioni di euro per il sostegno all'occupazione giovanile e femminile, 1,6 milioni di euro per il sostegno alla cultura e all'istruzione universitaria. Evidenzio anche la partecipazione strategica nelle società che hanno determinato lo sviluppo del nostro territorio: cito per brevità Sapir, Omc, il Ravenna Terminal Passeggeri. Per quanto riguarda la struttura, l'ente ravennate conta oggi 71 dipendenti, con una dotazione effettiva rispetto a quella organica sottodimensionata di 12 unità, con un livello di scolarizzazione che vede 28 laureati e 39 diplomati".

"Alcuni indicatori di bilancio dimostrano la gestione economica virtuosa dell'ente: in rapporto al totale degli oneri correnti, il costo del personale è passato dal 29,45% del 2008 al 25% del 2013, gli oneri di funzionamento dal 23,55% al 21,32%, mentre la percentuale degli oneri sostenuti per lo sviluppo economico sul totale dei ricavi da diritto annuale e diritti di segreteria è passata dal 34,58% del 2008 a ben il 43,84% del 2013 - aggiunge Gigante -. Credo che il dibattito che in questi giorni ha riguardato il sistema camerale debba necessariamente svilupparsi sul tema di una riforma che dia la possibilità di razionalizzare da una parte i servizi, individuando quelli  fondamentali per la crescita e lo sviluppo delle PMI, dall'altra i costi e la dimensione territoriale degli enti camerali che, non dimentichiamo, non gravano sul bilancio dello stato e sono presenti in tutti i paesi OCSE e in tutta l'Europa. Puntando al miglioramento del processo di governance e al riordino delle funzioni si potrà raggiungere una maggiore efficienza nello svolgimento delle funzioni senza sacrificare le professionalità e il valore aggiunto per lo sviluppo e la promozione del territorio che il sistema camerale ha sempre rappresentato.”

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