Offshore, Mingozzi: "Evitare referendum ed elezioni alla stessa data"

"Per frenare l’emorragia di commesse e posti di lavoro nel settore dell’Offshore e  Oil & Gas ravennate, istituzioni, imprese e sindacati debbono cogliere tutte le occasioni utili a sensibilizzare Governo, Regione e opinione pubblica  sulla gravità del momento, sulla mancanza di prospettive se non verranno autorizzate nuove concessioni e sul rischio di perdere 1600 occupati su 5000 nei prossimi 3 mesi e il resto entro un anno". E' quanto afferma il vicesindaco Giannantonio Mingozzi.

"Un primo confronto con le associazioni che sostengono il divieto di estrazioni in Adriatico, i no triv, l’avremo il 6 febbraio a Casa Melandri e, a mio avviso, quella è la sede per illustrare pubblicamente le ragioni che portano a difendere quel comparto industriale che vede a Ravenna l’eccellenza della ricerca  e delle nuove tecnologie per il rispetto dell’ambiente - aggiunge -. Il 12 febbraio vi sarà poi in regione l’incontro tra gli assessori competenti e le realtà ravennati;  in marzo la manifestazione nazionale delle nostre imprese e degli occupati del settore".

"Non sottovalutiamo - conclude Mingozzi - il rischio che si decida a Roma di indire il referendum che chiede l’abolizione delle attività estrattive in giugno, nella stessa giornata delle amministrative, come richiesto da alcuni movimenti promotori del  referendum. Sarebbe un grave errore confondere un tema che va illustrato e approfondito in tutti gli aspetti tecnici, scientifici, occupazionali e di rispetto dell’ambiente, con una tornata elettorale chiamata ad eleggere le nuove  amministrazioni locali; a Ravenna si farebbe di tutta l’erba un fascio a scapito della chiarezza e di una scelta consapevole e  motivata sull’energia, sugli approvvigionamenti e sul futuro delle imprese".