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Petrolchimica, le Rsu di Versalis-Enipower contrarie alle scelte di Eni

Evidenziano i sindacati: "La preoccupazione verso le incertezze sul futuro e la ferma contrarietà alle strategie di Eni sono gli stati d’animo e la posizione che accomuna tutti i lavoratori e i loro rappresentanti".

Martedì si è svolto il coordinamento delle Rsu di Versalis-Enipower e Ravenna Servizi Industriali, alla presenza delle segreterie territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, dove si è discusso di quanto deciso dal coordinamento nazionale Eni svolto a Roma venerdì scorso e di tutte le iniziative da intraprendere per contrastare il piano di disimpegno di Eni dalle attività industriali in Italia. Evidenziano i sindacati: "La preoccupazione verso le incertezze sul futuro e la ferma contrarietà alle strategie di Eni sono gli stati d’animo e la posizione che accomuna tutti i lavoratori e i loro rappresentanti".

"Ferma è la contrarietà al piano di progressivo abbandono evidenziato dall’amministratore delegato Descalzi, emerso dall’incontro del 30 di ottobre con le segreterie Nazionali, dove appare molto chiaro il disegno strategico che configurerà l’Eni del futuro, solo come una “Oil Company” internazionale con la quasi totalità delle attività e dei dipendenti rivolta all’estero - evidenziano i sindacati -. In discussione c’è l’intero sistema della Perforazione, Raffinazione, Gas e Produzione di Energia Elettrica e della Chimica, che con la conferma di concrete e reali trattative per la cessione della quota di maggioranza ad un fondo di investimento straniero, rappresenta l’operazione più controversa e preoccupante con il maggior impatto per le possibili ripercussioni occupazionali di rilevanza nazionale".

"Eni deve rimanere società di maggioranza in Versalis mantenendo una sua presenza forte e capace di garantire una prospettiva occupazionale per i sui 5000 addetti, ma soprattutto una prospettiva industriale strategica per il paese - proseguono i sindacati -. Per far questo è necessario che Versalis garantisca il piano di investimenti previsti su petrolchimica tradizionale e rispetti tutti gli impegni presi su chimica verde, obiettivi importanti e ambiziosi che se interrotti in questo delicato momento rischierebbero di buttare anni di ricerca e milioni di euro di investimenti".

"Per questi motivi - annunciano Cgil, Cisl e Uil - si è deciso di proclamare 2 ore di sciopero, in coerenza con le indicazioni delle segreterie nazionali, che come primo atto di una serie di iniziative di informazione e protesta verranno svolte in concomitanza con l’assemblea convocata per il pomeriggio del 19 novembre dove si coinvolgeranno tutti i 900 lavoratori del gruppo. Sono state anche coinvolte le Istituzioni Locali che incontreremo nel pomeriggio del 13 novembre con le quali faremo il punto anche in vista dell’incontro con Eni richiesto dalla Regione Emilia Romagna previsto per il 17 novembre, dove si chiederà l’apertura di un confronto al MiSE per chieder conto ad Eni su chimica ed estrazioni a livello nazionale e nel nostro territorio".

"La prima fase - viene annunciato - si apre con una grande assemblea pubblica nazionale, prevista a Roma per il 28 novembre, dove coinvolgeremo tutte le Regioni interessate, le varie forze Politiche, i segretari generali di Cgil Cisl Uil, le commissioni industria di Camera e Senato, ma soprattutto Governo e Ministero che devono rispondere delle scelte industriali che si stanno compiendo. Il nostro obiettivo chiaro e determinato è di far cambiare idea ad ENI, perché in gioco non c’è solo un’azienda chimica, ma una parte strategica dell’industria manifatturiera di questo paese ed è per questo che metteremo in atto tutte le forme di azione e di protesta utili alla difesa di questo grande patrimonio produttivo e professionale rappresentato dalla chimica italiana".

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