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Piadina romagnola, un fatturato da record: quasi 100 milioni all'anno

E’ la Piadina Romagnola, un vero “cibo di strada” che - grazie al suo prezzo contenuto e alla varietà degli abbinamenti - rappresenta oramai un fenomeno di costume

Sauro Bernabei, presidente Cna di Cervia e Monica Iascio, presidente di Cna Alimentare Ravenna saranno i due testimonial della piadina romagnola. Alla trasmissione interverrà anche il presidente del Consorzio di Promozione della Piadina Romagnola Elio Simoni, Consorzio costituito un anno fa a tutela della Piadina Romagnola Igp in rappresentanza di tutta la zona di lavorazione consentita dal disciplinare, da Rimini a parte della provincia di Bologna, passando per Forlì-Cesena e Ravenna.

Arricchiranno la presentazione le tele stampate di “C’era una volta”, le ceramiche delle artiste cervesi Claudia Farneti e Elisa Grillini. La piadina sarà realizzata con il sale dolce di Cervia e accompagnata con lo squacquerone Dop di Romagna. Farina, acqua, sale strutto (o olio d’oliva): dietro a questi pochi e semplici ingredienti si cela una delle protagoniste indiscusse delle tavole di Romagna, conosciuta e celebrata in Italia e nel mondo.

E’ la Piadina Romagnola, un vero “cibo di strada” che - grazie al suo prezzo contenuto e alla varietà degli abbinamenti - rappresenta oramai un fenomeno di costume. Le ragioni del successo sono da imputarsi proprio alla varietà delle proposte e alla semplicità di realizzazione, veloce, pronta e adatta in qualunque momento della giornata. Un cibo romagnolo che è anche diventato un business. E sono i numeri che muove a testimoniarlo. In Romagna la produzione delle piadine supera i 35 milioni di chili per un fatturato stimato in circa 70 milioni di euro.

E a questi numeri vanno aggiunti i fatturati dei chioschi, veri testimonial dell’artigianalità del prodotto, diffusi in ogni angolo della Romagna e il cui giro di affari è stimato in ulteriori 15/20 milioni di euro. Antichissima l’origine della piadina, che si fa risalire al tempo dei Romani. Tra i primi a citarla anche Virgilio nel VII libro dell’Eneide quando scrive di una exiguam orbem, un disco sottile che una volta abbrustolito, veniva diviso in larghi quadretti. Si tratta di un cibo semplice che, nel corso dei secoli, ha identificato e unificato la terra di Romagna sotto un unico emblema della vita rustica e campagnola, da “ pane dei poveri” a prodotto di largo consumo. Tra i cantori della piadina si possono trovare illustri esponenti della letteratura italiana, come Marino Moretti, Aldo Spallicci e, soprattutto, Giovanni Pascoli.

Oggi la piadina romagnola sta giungendo al termine dell’ottenimento dell’importante riconoscimento dell’Igp da parte dell’Unione Europea (attualmente ha la protezione transitoria italiana). L’Indicazione Geografica è un nome che identifica un prodotto originario di un determinato luogo, regione o paese; alla cui origine geografica sono essenzialmente attribuibili una data qualità, la reputazione o altre caratteristiche e la cui produzione si svolge, per almeno una delle sue fasi, nella zona geografica delimitata. Scopo delle Indicazioni Geografiche Protette sono tutelare e proteggere (non solo a livello nazionale ma anche a livello internazionale Wto, Trips) il nome di un prodotto da imitazioni (italian sounding) e preservare e salvaguardare il prodotto nel suo territorio di origine.

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