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Porti, il colosso cinese dei container medita la fuga da Genova e punta Ravenna

La cinese Cosco è presente a Genova dal 1963, ha una flotta di 800 navi ed è il terzo operatore mondiale dei container dopo la compagnia svizzera Msc (Mediterranean Shipping Company) e il leader del settore: la danese Maersk Line

Con le autostrade liguri congestionate a causa di lavori in corso, Tir che non riescono a raggiungere il porto di Genova e con i container fermi nei piazzali perché i clienti non possono ritirarli, il colosso mondiale dello shipping Cosco ha inviato una lettera agli stessi clienti in cui parla di "caos mai visto", sconsigliando quindi di utilizzare Genova per le spedizioni e usare porti alternativi come La Spezia, Ravenna, Trieste, Venezia.

"È la prima volta che ci troviamo a gestire una simile emergenza, con i camion che non riescono a entrare nel porto, con il casello di Genova Ovest bloccato nelle ore cruciali, con i container fermi da giorni sui piazzali perché il cliente non può ritirarli e con i terminalisti che non fanno sconti ma al contrario intendono essere pagati anche se il container resta fermo per cause di forza maggiore - ha spiegato il direttore generale di Cosco Shipping lines Italy, Marco Donati, in un colloquio col Sole 24 Ore -. Quello che sta accadendo a Genova è molto pericoloso, perché se un cliente è costretto a spostarsi altrove, non è scontato che in futuro possa tornare indietro".

La cinese Cosco è presente a Genova dal 1963, ha una flotta di 800 navi ed è il terzo operatore mondiale dei container dopo la compagnia svizzera Msc (Mediterranean Shipping Company) e il leader del settore: la danese Maersk Line. "La notizia della scelta della multinazionale cinese Cosco Shipping di consigliare alla propria clientela, a fronte dei recenti problemi di collegamento fra il porto di Genova e l’autostrada, lo scalo di Ravenna come valida soluzione alternativa, dimostra quanto la realtà portuale ravennate sia importante", commenta Tomaso Tarozzi, presidente delegazione di Ravenna di Confindustria Romagna.

“Per l’economia del nostro territorio, si tratterebbe di un’occasione di sviluppo da non perdere, in particolare in questo momento difficile e in un’ottica di crescita di tutta la Romagna - evidenzia Tarozzi -. Il porto di Ravenna rappresenta una delle nostre infrastrutture strategiche, essenziale per la ricostruzione economica. L’assegnazione dei lavori per la prima fase del progetto hub portuale per il rifacimento delle le banchine e l’allestimento delle aree logistiche, gli investimenti ferroviari, hanno segnato un primo passo in avanti a cui ora, con questo riconoscimento di valore, si aggiunte un altro step significativo".

"Ecco perché ora diventa indispensabile accelerare affinché la Romagna si possa dotare di una efficiente rete infrastrutturale a partire proprio dalla realizzazione di moderne stazioni merci ferroviarie ed un ancora più veloce accesso all’autostrada - conclude -. Quello che auspichiamo è che la Romagna, in un’idea di area vasta e città metropolitana, diventi sempre più nodo centrale per il movimento di merci e persone in vari settori, da quello industriale e manifatturiero a quello turistico”.
 

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