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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Porto, Confcooperative: "Attenzione alle cooperative cosiddette “spurie”"

L’incidente nell’area portuale di Ravenna che ha causato la morte di un operaio di 44 anni riporta a galla la questione irrisolta della sicurezza nei luoghi di lavoro

L’incidente nell’area portuale di Ravenna che ha causato la morte di un operaio di 44 anni riporta a galla la questione irrisolta della sicurezza nei luoghi di lavoro e impone al nostro territorio una riflessione importante sull’attività di quei settori che, come il porto, operano sul fronte degli appalti e dei subappalti.

«La sicurezza sul lavoro, come ha sottolineato anche il giudice del lavoro Roberto Riverso in una recente intervista, è strettamente connessa alla questione della legalità - sottolinea il direttore di Confcooperative Ravenna Andrea Pazzi -. Il porto è per definizione uno dei primi ambiti in cui si ricorre ad appalti e subappalti ma in realtà il problema è molto più esteso e si nasconde in molti settori collegati al mondo dei servizi».

«Sono anni che la nostra organizzazione, accanto all’intero sistema cooperativo, - continua Pazzi - denuncia a gran voce il fenomeno delle cooperative cosiddette “spurie”; di imprese che hanno solo le vesti della cooperativa ma che cooperative non sono. Imprese che, frequentemente, hanno una forma giuridica transitoria, che non applicano i contratti nazionali sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi. In questo modo, tali soggetti, concorrono nelle gare d’appalto offrendo prezzi stracciati e non sostenibili dalle aziende che lavorano nella legalità. Per ridurre al minimo il rischio per i lavoratori è quindi indispensabile che ogni singola azienda operi nel rispetto delle regole e dei contratti di lavoro, ed investa professionalità e adeguate risorse: purtroppo, e non mi riferisco ovviamente al tragico incidente di martedì, in alcuni casi ciò non accade e questo moltiplica i rischi per operai e lavoratori».

«E’ arrivato il momento di avviare una riflessione seria su tale questione e di attuare davvero quel ‘controllo dal basso’ di cui spesso si parla - prosegue il direttore di Confcooperative Ravenna -. Riteniamo inoltre di fondamentale importanza che l’Osservatorio coordinato dalla Direzione provinciale del lavoro riprenda al più presto la propria attività, ma riteniamo altrettanto importante poter giungere ad un ‘patto’ tra le Associazioni economiche di questa provincia rappresentanti i committenti e le ditte appaltatrici - conclude Andrea Pazzi -: gli imprenditori che forniscono il lavoro e i soggetti che lo gestiscono devono potersi impegnare su regole e criteri di autocontrollo nelle contrattazioni, che tutti siano poi chiamati a rispettare. Un ‘cantiere’ è, al proposito, già aperto. Ci auguriamo di poter presto aggiungere, a Ravenna, questa ulteriore tessera nel mosaico della legalità e quindi, di riflesso, che la sicurezza e la tutela dei nostri lavoratori possano essere ancor più elevate».

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