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Porto e approfondimento dei fondali: "Per gli espropri auspichiamo un accordo bonario"

“Della relazione di Di Marco – commenta il vicesindaco Mingozzi – apprezzo innanzitutto come intenda coniugare lo sviluppo del porto con il rispetto dell’ambiente e della salute"

Il vicesindaco Giannantonio Mingozzi ha partecipato alla commissione consiliare nel corso della quale il presidente dell’Autorità portuale Galliano Di Marco ha illustrato le prossime tappe del percorso che porterà all’approfondimento dei fondali del Candiano, soffermandosi in particolare sulla collocazione dei materiali di escavo. “Della relazione di Di Marco – commenta il vicesindaco Mingozzi – apprezzo innanzitutto come intenda coniugare lo sviluppo del porto con il rispetto dell’ambiente e della salute. Oggi il nostro scalo adotta misure di sicurezza sul lavoro e di rispetto dell’ambiente che nessun altro porto in Italia pone in essere e l’accordo sottoscritto in Prefettura tra le varie parti interessate non è stato replicato in nessun altro porto italiano".

Chiosa Mingozzi: "Le aree che saranno utilizzate per la collocazione dei materiali sono state individuate dopo mesi di lavoro e grazie ad un impegno congiunto tra vari enti che non è facile immaginare altrove in Italia. Questo dimostra che lo sviluppo del porto è unanimemente riconosciuto – come ieri hanno ribadito le stesse forze di opposizione – quale leva di sviluppo tra le poche certe del nostro territorio. E’ altrettanto dimostrazione di una consapevolezza che, nel rispetto delle leggi e delle norme vigenti, si deve però intervenire con urgenza, per non compromettere la competitività di un porto di rango internazionale come il nostro. Quello che si chiama ‘progettone’ è un intervento tutt’altro che faraonico che si può realizzare e che è già finanziato: sono risorse di Autorità portuale e del Cipe già disponibili e che bisogna utilizzare prima di perderne l’opportunità".

Il vicesindaco ricorda "che l’utilizzo di queste risorse, prevalentemente pubbliche, con la realizzazione delle opere innescherà una serie di interventi privati per circa duecento milioni di euro. Sono d’accordo con Di Marco quando sottolinea come si cerchi un accordo con ognuno dei soggetti proprietari di aree espropriabili – quattordici ditte e ventinove persone fisiche per un’area complessiva di 2.242.461 metri quadri – per la salvaguardia di un bene comune. Ricordo che gli effetti economici del totale dell’investimento con risorse pubbliche e private vedono un’occupazione a regime di più di duemila addetti e un contributo al prodotto interno lordo di 27 milioni di euro annui. Infine mi vede d’accordo con la relazione di Di Marco l’intendimento di avere molto rispetto per tutti, più ancora per le persone che per le aziende, e per questo confidiamo nella possibilità di trovare per ogni situazione un accordo bonario”.

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