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Posta, "A rischio la montagna". Tagliate 466 zone di recapito

E' questo il commento di Valerio Grillini, segretario regionale dei postelegrafonici (Slp) della Cisl, al termine di un incontro sindacale in cui è stata comunicata la suddivisione per province dei tagli

“Tagliare altre 466 zone di recapito dei portalettere è una scelta che comprometterà fortemente il servizio di distribuzione della corrispondenza, specie nelle zone montane, dove già ora si registra una cronica carenza di personale”.E’ questo il commento di Valerio Grillini, segretario regionale dei postelegrafonici (Slp) della Cisl, al termine di un incontro sindacale in cui è stata comunicata la suddivisione per province dei tagli delle zone di recapito dei portalettere.

Dei 466 tagli fatti in Emilia Romagna, 1800 in Italia, le province più colpite risultano Bologna (-137), Modena (-87), Parma (-53) e Reggio Emilia (-41). In Romagna Ravenna (-33), Rimini (-29) e Forlì-Cesena (-21), la meno toccata.

“Un taglio lineare del 15% sulla copertura dei recapiti - continua Grillini – le cui conseguenze cadranno inevitabilmente sui lavoratori, vale a dire sui portalettere che servono quelle zone, che risulteranno in esubero, e sugli utenti, specie quelli più deboli di zone montane difficilmente raggiungibili”. “E ciò nonostante – ribadisce il sindacalista Cisl - il recente progetto  di riorganizzazione avesse già limitato ogni singolo recapito a 5 giorni la settimana e ridotto il personale di oltre 300 addetti”.  

“Una situazione paradossale – rincara la dose il segretario regionale dei postelegrafonici della Cisl- che ci viene presentata proprio mentre il bilancio di Poste Italiane fa registrare ampi profitti per l’azienda. Profitti ottenuti in gran parte grazie agli enormi sacrifici fatti dai lavoratori in questi anni”.   

“Noi – ha concluso il segretario generale dell’Slp Cisl ER - ci opporremo con tutte le nostre forze a tagli indiscriminati che puntano con sfrontatezza solo a fare cassa, sacrificando senza alcuna strategia aziendale i lavoratori, e, nello stesso tempo, danneggiano la collettività creando cittadini di “serie B” nelle aree meno sviluppate della regione. Per questo motivo nelle prossime settimane cercheremo di sensibilizzare tutte le istituzioni locali e la politica sui rischi a cui si va incontro”.

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