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Economia

Primo passo per il progetto di legge sul pane fresco e forno artigianale

Il progetto di legge definisce le denominazioni di “pane”, “pane fresco”, “pane conservato”, “prodotto intermedio di panificazione”, “panificio”, “impresa di panificazione”, “forno regionale artigianale”, e “responsabile dell'attività produttiva”

Nei giorni scorsi si è svolta l’udienza conoscitiva in Regione (primo passo dell’iter legislativo) dopo la presentazione da parte della consigliera regionale del Pd Barbara Lori, prima firmataria, del progetto di legge che mira a dare nuovi strumenti per un’informazione alimentare corretta al consumatore e a tutela delle professionalità artigianali. "Da anni il Sindacato Panificatori della provincia di Ravenna si batte a tutti i livelli perché vi sia una chiara distinzione tra la variegata offerta di prodotti in modo da consentire al consumatore di riconoscere le differenze fra le alternative proposte", afferma il presidente del sindacato, Giancarlo Ceccolini, che è anche presidente regionale dei Panificatori dell’Emilia-Romagna.

Ceccolini ha seguito fin dall'inizio il progetto di legge attraverso un continuo dialogo con la consigliera Lori, apportando suggerimenti e proposte in un panorama legislativo incerto che non consente oggi al consumatore una scelta consapevole e informata nell’acquisto del pane. "Al momento sono poche le Regioni che hanno legiferato in materia - spiega Ceccolini -. Se l’iter legislativo non subirà rallentamenti, molto probabilmente entro l’anno in corso l’Emilia-Romagna avrà una legge che metterà ordine nel settore". Il progetto di legge definisce le denominazioni di “pane”, “pane fresco”, “pane conservato”, “prodotto intermedio di panificazione”, “panificio”, “impresa di panificazione”, “forno regionale artigianale”, e “responsabile dell'attività produttiva”. Inoltre, ci si sofferma sulla descrizione dell’attività di panificio, intesa come produzione di pane fresco con metodi tradizionali oppure mediante tecnologie alternative o innovative e di produzione e vendita di prodotti da forno

Viene definita anche la figura del responsabile dell’attività produttiva, che garantisce il rispetto delle regole di buona pratica professionale, l'utilizzo di materie prime in conformità alle norme vigenti, l'osservanza delle norme igienico-sanitarie e di sicurezza dei luoghi di lavoro, nonché la qualità del prodotto finito. Al responsabile sono richieste esperienze di pratica e di formazione. Altra parte importante del progetto di legge sono le modalità di vendita che definiscono puntualmente come il pane debba essere lavorato, conservato e venduto, per potersi fregiare della denominazione esplicita di pane fresco, piuttosto che di pane conservato: vendita in scaffali separati e contrassegnati e, per il pane fresco, entro 24 ore dalla conclusione del processo produttivo; vendita del pane conservato solo in apposita confezione etichettata e altre norme di dettaglio.

Inoltre, per valorizzare il prodotto artigianale, viene promossa annualmente una giornata del pane e dei prodotti da forno con intento promozionale e di educazione al consumo consapevole. “Questo progetto di legge - dice il presidente del Sindacato Panificatori Artigiani Confcommercio provincia di Ravenna - è uno strumento fondamentale per la nostra categoria, per i nostri forni artigianali che producono pane fresco, di giornata e l’udienza conoscitiva è un primo passo per l’approvazione in tempi rapidi. Occorre considerare che dagli anni ’90 ad oggi le attività di panificazione si sono dimezzate, quindi questo progetto da un lato è il giusto riconoscimento a chi ancora lavora artigianalmente e dall’altro consente al consumatore di conoscere le differenze tra le alternative proposte dal mercato. Noi vogliamo valorizzare adeguatamente il pane, patrimonio culturale del nostro territorio che non va disperso ma al contrario è presupposto caratterizzante della nostra eccellenza alimentare. Siamo impegnati come Sindacato Panificatori perché venga riconosciuta la denominazione di pane fresco, che è altro rispetto al pane surgelato. E soprattutto in tutti questi anni abbiamo insistito sul fatto che il consumatore debba essere messo nella condizione di poter scegliere un prodotto artigianale, piuttosto che un prodotto industriale, riconoscendolo”.

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