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Economia

Edilizia in crisi, nel ravennate già 381mila ore di cassa integrazione

Lo sciopero sarà per tutta la giornata di lavoro ed è stato proclamato per protestare in merito al rinnovo dei contratti, per gestire la crisi e per il lavoro

Venerdì 29 giugno si svolgerà lo sciopero generale in Emilia Romagna dei lavoratori edili, legno e affini. Lo sciopero sarà per tutta la giornata di lavoro ed è stato proclamato per protestare in merito al rinnovo dei contratti, per gestire la crisi e per il lavoro. Dal territorio partiranno due pullman; a Ravenna è prevista la partenza alle 7,45dal Cinema City, mentre un secondo pullman partirà alle 7,30 da Lugo (piazza XIII Giugno) e alle 7,50 farà tappa a Faenza (piazzale Pancrazi).

A Bologna è previsto un concentramento alle 9,30 in via Parri davanti alla sede dell’Ance regionale. “Il territorio ravennate non è immune alla crisi che ha colpito l’intero comparto delle costruzioni – i tre segretari provinciali di Feneal, Filca e Fillea, rispettivamente Giordano Domenico, Maurizio Bisignani e Paolo Paolini -. Dai dati in nostro possesso emerge che la situazione nel 2012 è molto preoccupante. Dal primo gennaio al 31 maggio 2012 si è registrata un’impennata del ricorso agli ammortizzatori sociali. In questi pochi mesi sono già state effettuate 381.576 ore di cassa integrazione, di cui 200.343 ordinaria, 77.571 straordinaria e 45.360 in deroga. Stiamo vivendo una situazione molto critica”.

I numeri forniti dall’Ufficio studi e ricerche della Camera del lavoro mostrano che dall’ultimo trimestre del 2008 sono state 208 le imprese delle costruzioni a fare ricorso agli ammortizzatori sociali. I dipendenti di queste aziende nel 2008 erano pari a 2.956 unita, mentre oggi si sono ridotti a 2.730 con una perdita netta di 226 posti di lavoro in provincia. Le aziende hanno fatto ricorso alla cassa 543 volte coinvolgendo un numero di lavoratori pari a 5.692.

“I comparti più esposti – spiegano i sindacati – sono l’edilizio, in termini di persone colpite, e quello del legno per numero di imprese coinvolte nella cassa integrazione (forte criticità in particolare per l’artigianato). In edilizia stiamo assistendo a una vera e propria emorragia occupazionale. Dobbiamo inoltre considerare che in questo calcolo mancano le aziende con sede legale in altre province, che oggi, vista la scarsità di ordini hanno abbandonato il mercato locale”.

Ai dati preoccupanti sulla congiuntura sfavorevole si aggiunge la presa d’atto da parte di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil provinciali dell’impossibilità di raggiungere un’intesa con gli imprenditori che continuano a sostenere posizioni di chiusura su punti qualificanti e fondamentali delle piattaforme. “Non è più accettabile – spiegano i tre segretari provinciali – questa politica degli imprenditori ravennati che non è in linea con quanto sta avvenendo nel resto d’Italia, dove c’è un’imprenditoria rispettosa delle regole contrattuali e firma accordi con il sindacato dei lavoratori per governare la crisi. Il territorio ravennate, invece, subisce la crisi senza alcuna capacità di reazione, negando diritti e salario a una categoria di lavoratori che paga quotidianamente un prezzo elevato per la irregolarità e la mancata sicurezza”.

“E’ urgente un cambiamento di intervento sulla crisi – concludono i tre segretari -. Non possiamo continuare ad assistere alla lenta agonia dei nostri settori produttivi. Sono necessari interventi, non più rinviabili, che favorirebbero una ripresa a livello locale attraverso: la messa in sicurezza del territorio sotto il profilo sismico e idrogeologico; l’individuazione, la bonifica e il recupero dei siti inquinati; il recupero e la valorizzazione delle aree dimesse e abbandonate; la riqualificazione energetica del patrimonio pubblico residenziale e non; il recupero delle aree residuali e dismesse per una riqualificazione ambientale della città e dei comuni, le demolizione e la ricostruzione delle aree degradate e non più recuperabili; il recupero e la manutenzione e la valorizzazione dei beni storici, artistici e culturali”.

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