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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Referendum sul lavoro, la Fiom inizia la raccolta firme

La Fiom Cgil della provincia di Ravenna ha aderito al comitato provinciale per la promozione dei referendum sul lavoro. Dal prossimo 13 ottobre partirà la campagna per la raccolta firme

La Fiom Cgil della provincia di Ravenna ha aderito al comitato provinciale per la promozione dei referendum sul lavoro. Dal prossimo 13 ottobre partirà la campagna per la raccolta firme. “La Fiom – commenta Milco Cassani, segretario provinciale della categoria dei metalmeccanici – darà vita a una raccolta delle firme nei luoghi di lavoro in tutta la provincia e a banchetti nelle piazze per consentire a tutti i lavoratori e ai cittadini di potere aderire. Siamo di fronte a un’iniziativa molto importante: una vera e propria battaglia per i diritti dei lavoratori”.

Cassani sottolinea che il referendum intende porre due quesiti fondamentali per l'abrogazione dell'articolo 8 del decreto legge del 13 agosto 2011 e delle modifiche apportate all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori introdotte dalla riforma Fornero, con l'intento di rendere più facili i licenziamenti.

“Siamo di fronte a una battaglia di civiltà – commenta Cassani - l’articolo 18 non ha impedito alle aziende di riorganizzarsi e ha svolto un’azione fondamentale di tutela contro le discriminazioni e contro i licenziamenti senza giusta causa e senza giustificato motivo. L'obiettivo del sindacato non può essere diverso dall'estendere i diritti a chi non li ha, e non quello di andare verso una loro pur graduale riduzione rendendo i lavoratori più ricattabili”.

Per quanto riguarda la proposta di referendum sull’articolo 8 della legge del 2011: “Giudico pericolosa - sottolinea Cassani - la scelta che consente alle Rsu aziendali di derogare non solo ai contratti collettivi nazionali e aziendali ma anche alla legislazione del nostro ordinamento. La norma, a nostro avviso, è anticostituzionale. Il contratto collettivo nazionale è garanzia di equilibrio e di uniformità del trattamento economico. Indebolire ulteriormente questo istituto aprirebbe scenari molto negativi: il costo del lavoro e i diritti diventeranno elementi di competitività tra le aziende dello stesso settore. Anziché andare a ricercare una maggiore produttività, le aziende potrebbero cercare in ogni modo di abbassare il costo e le tutele del lavoratore con accordi aziendali”.

Cassani si sofferma anche su un’analisi del momento: “Le implicazioni anche sul piano politico di avviare la raccolta delle firme per i due quesiti referendari a pochi mesi dalle elezioni non ci sfuggono – dice il segretario della Fiom – avremmo preferito trovare una soluzione politica che, al momento, con l'attuale maggioranza non si è raggiunta. Le questioni del lavoro tornino al centro del dibattito politico nel nostro paese. I partiti dicano chiaramente cosa pensano di fare nel momento in cui dovessero avere il consenso per governare. I referendum, una volta raggiunte le firme necessarie, saranno votati probabilmente nel 2014 lasciando tutto il tempo alle forze politiche di intervenire per evitarli. Ma se questo non sarà fatto, crediamo che il referendum sia l’unico strumento democratico a disposizione dei lavoratori per provare a cancellare norme sbagliate e ingiuste".

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