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"Finte" sagre e ristorazione abusiva: Confcommercio chiede un regolamento

Ad oggi solo il Comune di Faenza ha adottato un regolamento e un calendario delle sagre: nessun altro Comune del territorio ha avviato consultazioni locali per procedere alla definizione di quanto è previsto da una legge regionale

Confcommercio Ravenna chiede con forza un regolamento e un calendario delle "sagre vere". Ad oggi solo il Comune di Faenza ha adottato un regolamento e un calendario delle sagre: nessun altro Comune del territorio ha avviato consultazioni locali per procedere alla definizione di quanto è previsto da una legge regionale. "Nelle prossime settimane raggiungeremo il culmine dell’organizzazione di sagre sul territorio - evidenziano dall'associazione di categoria -. Tendenzialmente alla fine del mese di settembre e per tutto il mese di ottobre si concentra il maggior numero di manifestazioni che, utilizzando la generica dicitura di ‘sagre’, in realtà sono vere e proprie attività commerciali, una sorta di somministrazione parallela che poco o nulla ha a che fare con le sagre propriamente dette".

In provincia di Ravenna, nel corso dell’anno, secondo uno studio della Fipe Confcommercio (la Federazione nazionale che associa il più alto numero di esercizi pubblici), il fatturato abusivo nel mercato della ristorazione è di oltre 37 milioni di euro: questa cifra colloca il nostro territorio al quinto posto in regione, dopo  Bologna (81 milioni), Modena (57 milioni), Rimini (42 milioni) e Reggio Emilia (40 milioni) e prima di Parma, Forlì, Cesena, Ferrara e Piacenza. In totale questo settore vale in Emilia-Romagna circa 400 milioni di euro, 136 milioni di euro di valore aggiunto e la perdita di gettito di 54 milioni di euro. Nella sola provincia di Ravenna la perdita stimata di imposte dirette e contributi è di circa 6 milioni di euro.

"Negli ultimi anni le dimensioni del fenomeno delle ‘finte sagre’ ha raggiunto livelli preoccupanti e se a queste sommiamo anche altri fenomeni, oggi in forte espansione, come i ristoranti in falsi agriturismo, i finti ‘home restaurant’, bar-ristoranti in circoli culturali e sportivi-ricreativi, diventa davvero difficile distinguere tra vere e false attività senza fini di lucro - specifica Confcommercio -. La concorrenza sleale nei confronti di chi opera nella legalità, cioè di tutte quelle attività che somministrano alimenti e bevande, rispettando norme non solo igienico sanitarie ma anche fiscali e di tutela del lavoro, è oggi un dato di fatto che rientra a pieno titolo nel vasto panorama dell’abusivismo commerciale che va combattuto a ogni livello".

Proprio per contrastare questa illegalità diffusa, Confcommercio della provincia di Ravenna (che lo scorso anno ha inviato a tutti i Comuni una bozza di regolamento sulle sagre) torna "a sollecitare i sindaci del territorio affinché venga disciplinato un ‘comparto economico’ senza regole, così come previsto dalla legge regionale del 2013 che prevede la definizione di un regolamento e di calendario annuale delle sagre, in maniera che restino solo quelle ‘vere’ e senza fini di lucro".

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