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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Ricette più apprezzate, chef faentino in finale nel concorso OrignalItaly

Cinque chef del network OriginalITALY.it si confronteranno proponendo le loro migliori creazioni a un parterre selezionato di giornalisti, food blogger e professionisti del settore che voteranno le ricette

Dopo il successo delle prime due edizioni tenutesi al ristorante Cracco nel 2011 e al ristorante Il Luogo di Aimo e Nadia nel 2012, OriginalITALY.it, il portale web di informazione ed e-commerce dedicato all’Italia e alle sue eccellenze, presenta Marco Laghi del ristorante 'Cinque Cucchiai' di Faenza, uno dei cinque chef finalisti della terza edizione del “Premio Chef d’Autore” che si sfiderà con gli altri concorrenti martedì nella location d'eccezione "Il Ristorante Trussardi Alla Scala" a Milano, alla presenza del critico gastronomico Edoardo Raspelli.

Cinque chef del network OriginalITALY.it si confronteranno proponendo le loro migliori creazioni a un parterre selezionato di giornalisti, food blogger e professionisti del settore che voteranno le ricette abbinate ai vini delle rinomate Cantine Contadi Castaldi. I cinque chef finalisti di questa terza edizione sono Vito Gaballo, del ristorante 'I Gaballo' di Massafra (TA), Maria De La Paz Zamudio, del ristorante 'La Locanda da Crispino' di Montecchio (TR), Marco Laghi, del ristorante 'Cinque Cucchiai' di Faenza, Stefania Mancini, del ristorante 'Angoletto della Luce' di Viterbo (VT) e Massimo Torrengo, della 'Trattoria del Bivio' di Cerretto Langhe (CN)

Ad aprire la kermesse sarà Massimo Torrengo con le 'Capesante scottate al caffè, crema di finocchi e porri croccanti’, seguito da Maria De La Paz Zamudio con il 'Raviolo aperto con filetto di rombo cotto a bassa temperatura servito con cime di cavolo romano e uova di salmone' e Marco Laghi con il 'Risotto al tartufo e noci su flan di verza e gelato al Castelmagno'. Il secondo è presentato da Vito Gaballo con il 'Sandwich di tonno con pomodori confit, capocollo di Martina Franca e bufalina', e per finire Stefania Mancini con il dessert 'Mangiarlo ma non fumarlo'.

Lo chef Marco Laghi del ristorante ‘Cinque Cucchiai’ di Faenza (RA) da sempre nutre una profonda passione per la cucina trasmessagli da sua madre: con lei nulla era scontato e da lei ha appreso la continua voglia di cercare e scoprire nuove soluzioni e trasmettere, attraverso ogni preparazione, un'emozione che la memoria potesse ricordare. Il principio che guida il suo stile è la convinzione che il fattore più importante in cucina sia l'umiltà, che, insieme a un buon palato, deve caratterizzare ogni chef. Il suo ingrediente segreto è l'allegria che permette di coltivare la passione per quello che si sta facendo: il cibo per lui ha un'anima e, di conseguenza, ha bisogno di grande rispetto e amore perché solo così può nascere qualcosa di grande.

Tante sono state le collaborazioni e le esperienze lavorative, in Italia e all'estero, che hanno contribuito a formarlo, andando alla costante ricerca di modi sempre nuovi di pensare, di organizzare e di interpretare il lavoro. Finché decide nel 2009 di mettersi in gioco, accettando la proposta della famiglia Bucci di Faenza, e di curare la gestione del settore ristorativo presso il relais Villa Abbondanzi, appena inaugurato. Più che una sfida, lo chef Marco Laghi preferisce considerarla una scelta, che poi si è rivelata giustissima. È nato così il ristorante ‘Cinque Cucchiai’ di Faenza, una scommessa in cui la ricerca si unisce alla tradizione, fornendo sempre un'ampia scelta di gusti e sapori, utilizzando i giusti accostamenti e le tecniche corrette in base alla personalità del luogo.

Il suo ‘Risotto al Castelmagno DOP d’alpeggio, verza invernale, noci fanquette e tartufo bianco’ nasce dalle caratteristiche dei primi due elementi: il Castelmagno d’alpeggio e la verza invernale. “Il Castelmagno, oltre presentare una sapidità importante, ma non invadente, riserva qualche leggera nota acidula che ben si sposa con un ortaggio dolce come la verza invernale.” descrive così il suo piatto lo chef “L'ingrediente che dona croccantezza al piatto è la noce, frutto tardivo dal sapore leggero e duraturo, ovviamente privato della pelle esterna. Questi tre elementi hanno contribuito a creare un piatto in cui non ci fosse un sapore predominante, bensì una piacevole sinfonia che riuscisse a presentare Sua maestà il tartufo bianco.”

Con la terza edizione del Premio Chef d’Autore si assisterà così a un vero e proprio viaggio enogastronomico lungo la nostra penisola durante il quale i cinque piatti proposti saranno un trionfo di gusti e profumi tutti italiani. 

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