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Ricominciare a crescere, anche con l'imprenditoria femminile

L'occupazione delle donne può costituire un moltiplicatore di opportunità poiché crea altra occupazione. Le aziende con più donne ai vertici hanno una probabilità minore di entrare in crisi e di fallire

L’occupazione delle donne può costituire un moltiplicatore di opportunità poiché crea altra occupazione. Le aziende con più donne ai vertici hanno una probabilità minore di entrare in crisi e di fallire. Se cresce l’occupazione femminile aumenta il PIL. È partendo da questa consapevolezza che CNA Impresa Donna dell’Emilia Romagna e di Ravenna hanno deciso di dedicare un convegno al valore aggiunto che le donne e le imprenditrici possono portare alla qualità delle imprese e allo sviluppo locale.

“Proprio una ricerca realizzata tramite il Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Ravenna – ricorda Simonetta Zalambani, presidente di CNA Impresa Donna di Ravenna - ha confermato come le imprese femminili ottengano risultati migliori di quelle non femminili in generale e, in particolare su valore aggiunto, fatturato e risultato ante imposte. Nel periodo 2004-2009 il fatturato delle imprese femminili aumenta del 3,4% mentre quelle delle imprese non femminili cala dell’1,4%; il valore cresce del 7,4% per le imprese femminili e solo della metà per quelle non femminili (3,4%.)”.

Le donne al lavoro e in impresa sono, dunque, brave e affidabili: sono non solo un valore, ma una necessità. Valorizzare le donne conviene al Paese. Ne è convinta Benedetta Rasponi, presidente di CNA Impresa Donna Emilia Romagna. “Sono tanti i motivi per argomentare che se le donne raggiungessero i livelli di occupazione degli uomini, gli aumenti del PIL sarebbero notevoli sia nell’Eurozona che in Italia e che, in tutto l’Occidente, sono i Paesi dove le donne partecipano di più al mercato del lavoro quelli con una fecondità più alta. Occorrono politiche e idee di sviluppo che non releghino troppe donne italiane ad essere brave ragazze, studiose e competenti ma che non fanno carriera. È dunque rilevante fare crescere l’occupazione femminile di qualità; aumentare la domanda di lavoro; far crescere le imprese che più fanno crescere lavoro e produzione e specialmente quelle di donne che sono più propense ad assumere altre donne”.

Ecco perché Ricominciare a crescere è un’impresa da donne.
Come incrementare dunque l’occupazione femminile? La CNA ne parlerà domani con l’economista Fiorella Kostoris che, da tempo, sostiene come gli interventi e le politiche debbano concentrarsi “sull’aumento dell’occupazione femminile piuttosto che sugli aspetti della conciliazione dei tempi di cura e tempi di lavoro”. E c’è una spiegazione. “La conciliazione lavoro-famiglia – spiega l’economista –non riguarda esclusivamente le donne, ma le famiglie, le coppie e alcuni aspetti della vita familiare devono essere assunti anche dagli uomini e dalle istituzioni in termini di servizi”.

Al contrario, “la scarsa occupazione femminile ha un’altra valenza e bisogna capire che occorre aumentare la domanda di lavoro e, quindi, incentivare le imprese ad assumere donne e la creazione di imprese dirette da donne”.
“Abbiamo in giro – prosegue Kostoris  - un gran numero di donne altamente produttive ed efficaci a cui bisognerebbe attingere, puntando sulla meritocrazia, parola molto di moda ma poco praticata”.

L’aumento della presenza femminile sul mercato del lavoro è un indicatore di crescita economica, sociale e culturale. Ecco perchè, oltre alla precarietà, è necessario rimuovere le discriminazioni di genere negli accessi e nelle carriere e promuovere un’organizzazione del welfare e della società che non solo non scarichi sulla sola donna il peso del lavoro di cura, ma ne valorizzi l’apporto in ogni ambito. Ecco perché serve una vera riforma del mercato del lavoro che garantisca un accesso trasparente alle occasioni di lavoro, riducendone le frammentazioni  e gli squilibri a danno delle donne, e la riforma degli ammortizzatori sociali, nella direzione di un sistema più universalistico e inclusivo. In questo contesto - come dice il Patto regionale per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva - restano centrali la riduzione dell’indebitamento pubblico e una maggiore produttività finalizzata alla diminuzione del costo del lavoro.

“In questi giorni la discussione tra parti sociali e Governo sulla riforma del mercato del lavoro – precisa Paola Sansoni, presidente nazionale di CNA Impresa Donna – non sembra corrispondere né all’esigenza di non aumentare il costo del lavoro, né ad un sistema che faciliti l’ingresso di donne nel mercato del lavoro, se non attraverso l’apprendistato”.

Al convegno - che sarà aperto da un saluto del direttore provinciale della CNA, Natalino Gigante - saranno inoltre presenti Giovanna Piaia, assessore alle Politiche e Cultura di Genere e Welfare del Comune di Ravenna; Roberta Mori, presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Emilia-Romagna; Maria Ida Germontani, senatrice della Commissione Industria.
 

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