rotate-mobile
Economia

Ristoratori contro le Feste della Birra: "Pesante distorsione della concorrenza"

Attaccano da Confesercenti: "Assistiamo sempre più al proliferare di eventi senza alcuna caratterizzazione enogastronomica tipica, che nascono al solo scopo di autofinanziare i soggetti promotori in regimi fiscali agevolati se non assenti"

La Legge Regionale 14/2003, che disciplina l’esercizio delle attività di somministrazione alimenti e bevande, dovrà essere modificata per recepire i disposti normativi discendenti dalla “Direttiva Servizi” che dettano principi di libertà di insediamento di impresa, eliminano i criteri di programmazione e introducono nella legislazione i nuovi titoli autorizzativi (Scia) già vigenti . Confesercenti, chiamata a esprimere pareri e osservazioni alle proposte di modifica della legge, attraverso la Federazione Italiana Esercenti Pubblici Esercizi (Fiepet), ha chiesto all’organo legislativo regionale di porre alcuni paletti alla possibilità di somministrare alimenti in occasione di feste e sagre.

La proposta prevede che venga lasciata ai Comuni la possibilità di ridurre significativamente il limite massimo attualmente previsto di 30 giornate consecutive per la somministrazione temporanea in occasione di ciascun evento. “Le Feste e Sagre paesane hanno ragione di esistere, e ne apprezziamo il ruolo, quando valorizzano prodotti o tradizioni locali – afferma il presidente provinciale Fiepet Danilo Marchiani - e quando vengono organizzate in stretta collaborazione con i ristoranti del luogo. Assistiamo sempre più, invece, al proliferare di eventi senza alcuna caratterizzazione enogastronomica tipica, che nascono al solo scopo di autofinanziare i soggetti promotori in regimi fiscali agevolati se non assenti e con discutibili utilizzi della manodopera che lavora sotto lo scudo del volontariato o dell’associazionismo. Le Feste della Birra ne sono un classico esempio.”

Il fenomeno così come si palesa oggi, a giudizio dei ristoratori aderenti a Fiepet, federazione degli esercizi pubblici e turistici di Confesercenti, "rappresenta una pesante distorsione della concorrenza e non garantisce una valorizzazione del tessuto culturale ed enogastronomico esistente". Per riportare il fenomeno a dimensioni giustificabili Confesercenti chiede anche che "si intervenga a tutti i livelli istituzionali introducendo per le somministrazioni temporanee così come per i ristoranti che operano in forma di impresa, requisiti a garanzia della sicurezza alimentare e della salute dei consumatori e mettendo in condizione gli organi di controllo (come ad esempio l’Ausl) di poter fare un verifica effettiva e non solamente formale".

“La pesante crisi economica che stiamo attraversando – conclude Marchiani – ha fortissime ripercussioni sui consumi e non è più tollerabile che le Istituzioni avvallino un sistema  nel quale, da un lato ci sono le imprese, sottoposte a mille adempimenti e a ogni forma di controllo e, dall’altro un variegato mondo più o meno trasparente, dove tutto è permesso e possibile. Questo squilibrio produce una situazione di concorrenza sleale che rischia di far chiudere definitivamente migliaia di imprese del nostro settore che cercano di sopravvivere ai fardelli fiscali e burocratici. Ripristinare una più equa concorrenza probabilmente ci permetterebbe anche di creare maggiore occupazione”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ristoratori contro le Feste della Birra: "Pesante distorsione della concorrenza"

RavennaToday è in caricamento