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Saldi e truffe, CambieRà: "Le multe sono irrisorie, non sono un deterrente"

Sulla questione saldi interviene anche il Movimento Civico CambieRà che sostiene come le multe a chi 'gonfia' i prezzi prima di applicare lo sconto siano troppo basse

“Apprendiamo dalle cronache locali odierne dell’operazione antitruffa svolta dalla Guardia di Finanza grazie al confronto dei prezzi nel pre e post 5 gennaio, data di inizio dei saldi invernali. Il problema è parecchio noto tra i commercianti cittadini che ricadono nella “squadra” degli onesti, tant’è che diversi di questi, solo un mese fa, segnalarono proprio a noi del Movimento Civico CambieRà quanto fosse semplice aggirare la delibera regionale n. 1804 del 9 novembre 2016, la quale stabilisce che “non possano essere effettuate, nei 30 giorni antecedenti i periodi delle vendite di fine stagione, le vendite promozionali dei seguenti prodotti: abbigliamento, calzature, biancheria intima, accessori di abbigliamento, pelletteria e tessuti per abbigliamento ed arredamento”. 

E’ quanto si legge in una nota del Movimento Civico CambieRà che commenta così l’operazione della Guardia di Finanza di Ravenna sulla truffa relativa ai saldi invernali in cui alcuni commercianti ‘gonfiavano’ i prezzi prima di applicare gli sconti previsti.

“Tale delibera, a noi piuttosto chiara a livello interpretativo, venne tranquillamente ignorata da diversi commercianti, semplicemente utilizzando l’escamotage della rete – notoriamente un porto franco ben poco regolamentato - sfruttando la vetrina sul social Facebook per invitare i clienti a visitare il negozio, promettendo scontistiche su tutta la merce proprio durante il periodo di divieto. La realtà virtuale, che oramai è divenuta parte del nostro quotidiano, non viene legalmente considerata una normale vetrina e quindi eventuali “cartelli promozionali” sulle pagine social dell'azienda, magari addirittura sponsorizzate con vere e proprie campagne marketing a pagamento, non costituiscono comportamento perseguibile dalle autorità competenti seppur, di fatto, violino esplicitamente il divieto contenuto nella Delibera Regionale” continua la nota.

“Oggi apprendiamo inoltre che ben 3 negozianti del Centro sono stati multati per aver gonfiato i prezzi al fine di non applicare alcuno sconto sulla merce, violando ogni regola non solo oggettiva, ma anche morale, e quindi di fatto truffando la propria clientela. La multa che ne è conseguita è di poco superiore ai 3.000 Euro: una cifra irrisoria che non solo non rappresenta assolutamente un valido deterrente, ma che anzi rischia unicamente di far aumentare il numero di furbetti che tentano la sorte, consapevoli di rischiare una cifra assolutamente abbordabile, se si pensa al guadagno che per contro si può ottenere con quel tipo di condotta fraudolenta”.

“In tutto questo far-west di beceri interpreti della peggiore ars italica vi è una categoria che invece combatte ogni giorno per arrivare alla fine del mese: quei commercianti onesti che, ligi alle regolamentazioni imposte, non espongono alcun cartello di sconto nel periodo di divieto, che scontano davvero la merce nel periodo dei saldi e che spesso rischiano di trovarsi costretti a chiudere definitivamente la serranda perché strozzati dalle burocrazie. Sarebbe quindi assolutamente opportuno innanzitutto che la Regione iniziasse a stare al passo coi tempi e regolamentasse in maniera più specifica ed approfondita la comunicazione multimediale; la GdF e la Polizia Municipale dovrebbero essere molto più presenti sul territorio per effettuare questi controlli: 15 negozi indagati su centinaia non è una cifra sufficiente alla tutela dell’onestà e della legalità”.

“Inoltre se consideriamo - si conclude la nota - che su 15 negozi ben il 20% è risultato irregolare è semplice fare un conto ipotetico delle possibili irregolarità sull'intero territorio cittadino. Infine, in caso di irregolarità, sarebbe opportuno rendere pubblici i nomi di chi volutamente ha deciso di ignorare le leggi e lucrare sulla clientela; non tanto per creare una sorta di gogna mediatica, spesso inutile ed esecrabile, ma semplicemente per consentire al consumatore di effettuare acquisti consapevoli e, non ultimo, per tutelare e valorizzare l’immagine di coloro che invece, di contro, lavorano nel pieno rispetto delle regole. Ci complimentiamo comunque con la Guardia di Finanza per il lavoro svolto e  per aver messo luce su questo problema che danneggia enormemente chi invece, tutti i giorni, evita di intraprendere le strade più facili: quelle che ben poco hanno a che fare con l'onestà”

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