rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Scuola, allarme di precari e Cobas: "I tagli all'istruzione non sono terminati"

Scrivono in una nota il coordinamento precari scuola Ravenna e Cobas scuola Ravenna: “Si ricordi che già la Regione Emilia Romagna ha già ampiamente ridotto i finanziamenti per l’alfabetizzazione degli alunni stranieri e per l’integrazione di quelli disabili

“La scuola statale italiana è di nuovo oggetto di un pesante attacco da parte di chi invece la dovrebbe tutelare. Dal Documento di Economia e Finananza 2014, approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 aprile scorso, si evince l’intenzione di affossarla definitivamente. Dalla tabella, allegata al testo, si può verificare che i tagli per l’istruzione non sono terminati, anzi, ammonteranno fino al 2035 a 0,8 punti percentuali del PIL, per un risparmio di circa 12,8 miliardi di euro complessivi”, scrivono in una nota il coordinamento precari  scuola Ravenna e Cobas scuola Ravenna.

“Si ricordi che già la Regione Emilia Romagna ha già ampiamente ridotto i finanziamenti per l’alfabetizzazione degli alunni stranieri e per l’integrazione di quelli disabili. Per quanto riguarda il sostegno, la prospettiva non è certamente migliore: il progetto di sostituire la figura tradizionale dell’insegnante che si occupa dell’integrazione degli allievi certificati nel gruppo classe, con una specie di supervisore con il compito di somministrare materiale didattico al docente curricolare, lasciandolo di fatto da solo ad affrontare le problematiche contingenti di varia natura, tra le quali, disturbi specifici di apprendimento, bisogni educativi speciali, alunni stranieri, ha del parossistico. L’assurdità di tale proposta è evidente: si sovraccarica un docente per eliminare di fatto quelli di sostegno, nella maggior parte dei casi, precari”, si legge nella nota.

“Inoltre l’intenzione riportata dai mezzi di comunicazione relativa all'aumento  dell’orario di servizio dei docenti da 18 a 36 ore di lezione frontale, non prende in considerazione il fatto che gli insegnanti, adempiendo a tutti gli impegni relativi alla propria professione, consistenti nella preparazione delle lezioni, delle verifiche, delle correzioni e infine nella partecipazione a frequenti riunioni pomeridiane, il monte ore viene abbondantemente già superato. Di tutto questo lavoro, mai retribuito, non parla nessuno. - affermano precari e Cobas - Il provvedimento annunciato non fa altro che prestare il fianco al solito luogo comune secondo il quale gli insegnanti appartengono ad una categoria privilegiata. Un recente documento, elaborato dalla Ragioneria dello Stato, dimostra che i docenti italiani sono,tra i dipendenti pubblici, quelli che percepiscono la retribuzione più bassa”.

“Lo studio decennale ‘Getsemani’, dal titolo “Burnout e patologia psichiatrica negli insegnanti”, ha fatto emergere che la categoria degli insegnanti è quella che di più conduce verso patologie psichiatriche e inabilità al lavoro. Il 13% dei docenti soffre di patologie psichiatriche croniche. Sulla base di questi dati è evidente che il corpo docente non può essere sottoposto a questi pesanti carichi di lavoro che inevitabilmente avranno gravi e pesanti ripercussioni sulla qualità della didattica, impoverendo di fatto l’offerta formativa. In tale maniera si lederebbe il diritto degli studenti ad avere una scuola che li educhi all’acquisizione di competenze, spendibili in una società sempre più complessa, in quanto cittadini consapevoli”, conclude la nota.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Scuola, allarme di precari e Cobas: "I tagli all'istruzione non sono terminati"

RavennaToday è in caricamento