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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Sequestro E45, Confartigianato: "Dopo la Ravegnana chiusa un altro autogol per gli imprenditori"

Confartigianato della provincia di Ravenna esprime grande preoccupazione per le pesanti ricadute su alcuni settori prioritari dell’economia ravennate che sta avendo la chiusura della E45

Anche Confartigianato della provincia di Ravenna, dopo Federalberghi Ascom Cervia insieme al sindaco Luca Coffari, esprime grande preoccupazione per le pesanti ricadute su alcuni settori prioritari dell’economia ravennate che sta avendo la chiusura della E45 nel tratto tra Emilia-Romagna e Toscana.

"Il territorio ravennate continua a subire, direttamente e indirettamente, gravi ripercussioni dalle carenze infrastrutturali e manutentive della rete viaria - spiega Tiziano Samorè, segretario dell’associazione - Dopo la chiusura della Ravegnana e la mancanza di percorsi alternativi adeguati, quest’altra tegola viene a penalizzare le aziende del ravennate: sia quelle che necessitano di approvvigionamenti di merci sia, soprattutto, le imprese che le merci le muovono. L’autotrasporto merci è, infatti, il comparto più colpito da questa interruzione stradale e basta guardare i percorsi alternativi obbligatori per rendersi conto di quali disagi e diseconomie dovranno sopportare le aziende. A Ravenna sono oltre un migliaio le imprese iscritte all’Albo degli autotrasportatori che contano diverse migliaia di addetti, e i traffici legati agli spostamenti verso il centro/sud Italia incidono in maniera rilevante".

Il segretario di Confartigianato ribadisce che “un Paese moderno non può permettersi una manutenzione superficiale delle proprie infrastrutture logistiche, strade e ferrovie in primis. La crescita costante delle merci trasportate necessita di una rete stradale almeno percorribile e chi teorizza lo spostamento in tempi brevi su ferro o mare non conosce i numeri attuali e del prossimo futuro della logistica del nostro Paese; le modalità di trasporto alternative, per arrivare a percentuali interessanti, necessitano di investimenti attualmente impensabili. La realtà è che il sistema Italia è ‘ostaggio’ dei piloni delle centinaia di ponti e rischia di scontare anni di manutenzioni quanto meno superficiali. A questo punto - conclude Samorè - occorrono azioni forti e decise. Alle Istituzioni locali chiediamo di accelerare tutti i passaggi, progettuali e operativi, per il riprestino della Ravegnana bypassando burocrazia e tempi morti. Ma occorrono anche interventi urgenti che riportino il sistema paese a poter contare e investire sulle infrastrutture. L’Italia sconta già una “velocità commerciale” del trasporto merci inadeguata a una nazione moderna. Recentemente Confartigianato ha organizzato una grande manifestazione nazionale, “Quelli del sì”, per chiedere lo sblocco delle grandi opere infrastrutturali e per dire un sì allo sviluppo del nostro Paese e, di riflesso, dei nostri territori locali. Pochi mesi fa il crollo del ponte Morandi portò alla richiesta di Confartigianato Trasporti di derogare l’uso del cronotachigrafo agli automezzi che andavano/venivano al porto di Genova. Purtroppo, attualmente, l’Italia non può garantire un’efficiente circolazione stradale per le merci e quindi anche la possibilità per gli autisti di poter programmare tempi e soste in autonomia e sicurezza, proprio per la qualità della vita degli stessi conducenti. Come Confartigianato della provincia di Ravenna chiediamo quindi anche una attenta ma veloce riflessione sulla necessità di derogare coscienziosamente a un regolamento europeo sulle ore di guida e riposo dei mezzi pesanti che, applicato pedissequamente in un contesto di carenza strutturale come in Italia, porta solo mancanza di sicurezza, disecononie e alterazione del mercato a favore dell’illegalità".

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