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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Tariffa rifiuti, il punto della situazione di Federconsumatori

In questi giorni la stampa locale ha dedicato molta attenzione al ventilato aumento della tariffa per la rimozione dei rifiuti solidi urbani. Va anzitutto rilevato che l'aumento in discussione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

In questi giorni la stampa locale ha dedicato molta attenzione al ventilato aumento della tariffa per la rimozione dei rifiuti solidi urbani. Va anzitutto rilevato che l'aumento in discussione, comunicato dall'assessore provinciale Roncuzzi in un incontro con le parti sociali svoltosi il 31 agosto scorso, se attuato, in pratica sarebbe pari all'intero aumento disposto nei 5 anni precedenti: in altre parole, nel corrente anno i cittadini avrebbero un aumento medio della tariffa dell'8,5% in forma retroattiva, ben oltre il tasso d'inflazione, mentre dal 2006 al 2010 la stessa tariffa aumentò complessivamente dell'8,4%, partendo da un aumento dello 0,7 nel 2006 per arrivare al 2,9 nel 2010, mantenendosi leggermente al di sotto dell'inflazione reale.
Come sempre accade in questi casi si innesca una battaglia delle cifre, fondata sia su valutazioni tecniche che sull'interpretazione della legge regionale vigente. In questo caso specifico il rischio è che possa passare il messaggio che negli anni passati siano stati compiuti errori cui è giunto il momento di porre rimedio.

Devo rilevare che un aumento dell'8,5%, a partire dal gennaio 2011, costituirebbe un vero e proprio “choc” per migliaia di famiglie della nostra provincia, già duramente colpite dalla crisi economica, che stanno dando fondo ai risparmi di una vita per cercare di pagare il mutuo della casa o altre spese essenziali; l'apporto dei pensionati per aiutare figli e nipoti è ormai divenuto essenziale e costante. Ricordo inoltre che il “Fondo per servizi integrativi e politiche territoriali”, cui si attinge per il pagamento della tariffa a soggetti in condizione di grave disagio economico e sociale, è finanziato dalla tariffa pagata dagli utenti: in altre parole, coloro che pagano la tariffa, provvedono di tasca propria ad aiutare le famiglie più bisognose che si rivolgono ai Comuni, e questo è un dato che mi sembra opportuno sottolineare. Infine, la percentuale di aumento di cui si discute dovrà poi essere maggiorata dell'aliquota IVA del 10% (salvo interventi in aumento del Governo) e dell'addizionale provinciale del 5%. Nella componente fiscale non mancano paradossi: nel 2009 la Corte Costituzionale ha stabilito che l'IVA non è applicabile alla tariffa sull'Igiene Ambientale, ma nessuno lo ricorda.

Ma restiamo alla tariffa. Si apre un grave problema politico, che deve essere affrontato e risolto in sede politica. Non credo che la sede opportuna per dibattere di questi problemi sia una “guerra delle cifre” fra i tecnici del settore o, peggio ancora, un'aula di tribunale: i criteri, tecnici e giuridici, finora impiegati sono stati costantemente ritenuti validi dalla Regione Emilia-Romagna. Sarebbe difficile spiegare ai cittadini come mai, all'improvviso, essi non siano più idonei.
Sono invece i Comuni, azionisti di Hera, a dover assumere le decisioni opportune che, certo non potranno prescindere dalla situazione economica e sociale di tante famiglie della provincia.
Nel merito delle questioni concrete sollevate, si dovrebbe prendere atto che le tabelle conosciute sono ufficiose. Detto questo, non ho motivo di dubitare dei dati forniti dalle associazioni imprenditoriali. Come esponente di una associazione di consumatori, vorrei fare qualche esempio delle conseguenze dell'aumento per le famiglie.

Anzitutto, l'esempio del Comune di Cervia, ampiamente diffuso, rappresenta un caso limite: Cervia partiva da una situazione assai diversa dal resto della provincia, poiché l'articolazione tariffaria vigente fino al 2006 avvantaggiava le famiglie in forma superiore rispetto agli altri Comuni. Negli ultimi 5 anni la tariffa è stata quindi riequilibrata per portarla alla media provinciale e nel corso del 2011 l'adeguamento per le famiglie era già previsto nella misura del 10%, cui dovrà essere aggiunto l'ulteriore aumento, qualunque ne sia l'ammontare.

Così pure diversa è la situazione di Solarolo, che attuerà solo quest'anno il passaggio da tassa a tariffa, con gli aumenti che ne conseguono.
Esclusi questi due casi, cosa accadrebbe nel resto della provincia (sempre che i dati ufficiosi corrispondano alla realtà)?
Una famiglia di tre persone, residenti in un appartamento di 100 mq, paga attualmente una tariffa di 180,74 euro (207,85 con le imposte). La nuova tariffa sarebbe di 196,22 euro (225,65 con le imposte).
Una famiglia di quattro  persone che viva in un appartamento di 130 mq paga attualmente 221,10 euro (254,26 con le imposte). La nuova tariffa sarebbe di 239,89 euro (275,87 con le imposte).
Un “single” che viva in un appartamento di 100 mq (cosa non rara per molti pensionati rimasti soli) paga attualmente 99 euro (113,85 con le imposte); pagherebbe 106 euro (122 con le imposte).
Ogni famiglia può ottenere riduzioni, in base ai conferimenti alle isole ecologiche o ai risultati della raccolta “porta a porta” (che andrebbe quindi ampliata).
In un periodo di continui aumenti di prezzi e tariffe, cui si aggiungerà il progettato aumento dell'IVA, mi pare che le cifre parlino da sole.

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