“Confartigianato non ha mai fatto le barricate contro l'introduzione dell'imposta di soggiorno, nell'ottica di farne uno strumento di ridistribuzione del carico fiscale locale su tutti, turisti compresi, e quindi di ridurre ad esempio l'Imu o la Tares per tutte le attività produttive, garantendo così una maggiore competitività alle attività economiche ravennati. - si legge in una nota dell'associazione di categoria - Nella realtà l'imposta di soggiorno pare non aver prodotto il risultato sperato, di ridurre il carico della fiscalità sulle imprese, e all'approssimarsi del primo anno dalla sua istituzione, la Confartigianato ora ne chiede una rimodulazione, soprattutto alla luce dei diversi importi, quasi sempre più bassi, previsti da Comuni limitrofi”.

“Quella deliberata dal Comune di Ravenna, infatti, è sempre tra le tariffe più alte su quasi tutte le principali tipologie di strutture prese in esame, e in particolar modo per quanto riguarda i Bed & Breakfast, che sono incomprensibilmente parificati agli hotel a 3 stelle.  - accusa Confartigianato - L'attività di 'bed and breakfast' ha raggiunto, nel nostro territorio, un ruolo molto importante per quanto riguarda l'accoglienza turistica e Confartigianato, che conta circa ottanta aderenti alla propria Associazione Bed & Breakfast della provincia di Ravenna, è convinta che occorra non indebolire la competitività di un insieme di strutture che, pur di ridottissime dimensioni, è sempre più apprezzato da una clientela spesso appassionata e consapevole nelle scelte”.

“Questa disparità di trattamento, soprattutto quando è 'pesante' come nel raffronto con il territorio riminese, provoca ovviamente una riduzione della competitività delle strutture presenti nel nostro territorio, portando i turisti a rivolgersi in zone limitrofe. Ecco perchè Confartigianato chiede che gli importi dell'imposta di soggiorno siano resi più omogenei rispetto ai territori dei Comuni limitrofi”.