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"Troppi appalti al massimo ribasso": anche Ravenna Holding preoccupa la Cgil

E' la Cgil a setacciare il quadro degli appalti confrontando le 480 pagine dell'Osservatorio sugli appalti pubblici 2016 dell'Emilia-Romagna con il protocollo firmato da Cgil, Cisl, Uil, Anci e Upi

"Troppi appalti al massimo ribasso, troppe stazioni appaltanti, troppi ribassi anche da parte delle imprese non emiliano-romagnole". E' la Cgil a setacciare in Emilia-Romagna il quadro degli appalti e i risultati preoccupano. Si parte confrontando le 480 pagine dell'Osservatorio sugli appalti pubblici 2016 dell'Emilia-Romagna con il protocollo firmato il mese scorso da Cgil, Cisl, Uil, Anci e Upi, sulla scia del Testo unico regionale per la legalità.

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In sostanza, la realtà dei fatti resta distante dai buoni auspici. L'Osservatorio regionale certifica che "il criterio di valutazione delle offerte è stato nel 72,3% dei casi quello del prezzo più basso e nel 13,6% dell'offerta più vantaggiosa, mentre nel 14,1% degli affidamenti non viene indicato il criterio utilizzato". In particolare, precisa l'Osservatorio, "il massimo ribasso medio più elevato viene praticato dagli enti della provincia di Ferrara, in media al 21,4%, mentre quelli più contenuti avvengono con gli appalti in provincia di Modena, con ribassi medi al 12,8%". Ma ci sono casi "incredibili e preoccupanti", segnala la Cgil per iniziativa del suo coordinatore regionale alla Legalità Franco Zavatti: ad esempio, si citano i "lavori di manutenzione all'Università di Bologna con un ribasso del 59,7%, una bonifica a Reggio Emilia con un ribasso del 46,1%, una palestra a Rimini con uno sconto del 55%, lavori all'orto botanico di Modena ribassati del 62%, una manutenzione universitaria a Ferrara con ribasso del 65,2%, il Comune di Parma che sconta lavori per 50,4%, la Ravenna holding pubblica che strappa un ribasso del 79,1%". Tra l'altro, il report dell'Osservatorio regionale conferma il permanere di "una eccessiva frammentazione delle stazioni appaltanti": in regione sono un migliaio gli enti pubblici che a vario titolo possono infatti bandire gare per lavori. Insomma, sprona la Cgil, bisogna "rafforzare nei bandi di gara i requisiti qualitativi delle imprese concorrenti, valorizzando il rating di legalità e incentivando le ditte iscritte negli elenchi di merito". Con un aspetto in più: "Le imprese extraregionali continuano a crescere sul mercato dei lavori pubblici regionali, per un 41,2% del valore dei contratti, praticando ribassi che mediamente sono del 5% più elevati di quelli proposti dalle imprese regionali", conclude Zavatti.

Agenzia Dire

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