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"Una nuova tegola sull'edilizia ravennate"

Dal 5 maggio il Comune di Ravenna ha rivisto e adeguato le tariffe dei diritti di segreteria per quanto riguarda i procedimenti amministrativi relativi alle pratiche edilizie

Dal 5 maggio il Comune di Ravenna ha rivisto e adeguato le tariffe dei diritti di segreteria per quanto riguarda i procedimenti amministrativi relativi alle pratiche edilizie.  L’aumento si attesta mediamente sul 20/25 per cento dell'importo originale e interessa la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA), la PAS (Procedura Abilitativa Semplificata) e altri procedimenti ancora, compresa la Comunicazione per le installazioni di insegne, targhe e bacheche.

Per la presentazione di una SCIA per lavori di ristrutturazione si passa da 80 a 100 euro. Infine sono state introdotte tariffe per alcune pratiche che fin qui non le prevedevano, come le Comunicazioni Inizio Lavori (CIL) da predisporsi in caso di manutenzione straordinaria (50 euro) e per la Fine Lavori (60 euro). La delibera di Giunta, approvata all’unanimità il 12 aprile, spiega come le nuove tariffe derivino dalla necessità di arrivare a “un progressivo adeguamento ai costi sostenuti dall’Amministrazione”, aggiornando quindi le tariffe esistenti “sia ai valori medi applicati dai Comuni della Regione sia all’aumento dei prezzi al consumo”.

Il Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali di Ravenna ritiene, spiega il presidente Gino Mazzone, “che questo provvedimento non tenga in debito conto la situazione che il comparto dell'edilizia e il mondo del lavoro nel suo complesso, sta attraversando. Non è infatti un mistero che l’edilizia abitativa stia registrando una contrazione significativa e preoccupante. Le stime dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) segnalano un calo di investimenti in questo settore pari al 7,5 per cento, come del resto sanno benissimo gli studi professionali che segnalano un crollo verticale dei cantieri da aprire e delle pratiche edilizie da presentare allo sportello comunale. In questo quadro, sorprende che al contempo il lavoro per i tecnici pubblici sia aumentato, facendo crescere i “costi dell’Amministrazione””.

“Ne' può sfuggire che la crisi del settore edile stia trascinando con sé un indotto significativo, in particolare quello artigianale, che costituisce una parte fondamentale dell’economia territoriale – continua Mazzone -. C’è il rischio che l’intero sistema si deprima in maniera gravissima e, per arginare questa situazione, servono anche misure di aiuto alla crescita come la semplificazione delle procedure burocratiche e la diminuzione delle spese dei cittadini”.

“Lo Stato, declinato nei suoi livelli amministrativi, centrale e locale, ha cercato di dare attuazione a questi propositi chiedendo ai professionisti di fare la loro parte, introducendo anche nel settore delle professioni tecniche una crescente sussidiarietà, trasferendo loro funzioni e responsabilità, chiedendo, al contempo, di ridurre all'osso gli onorari – prosegue il presidente del Cup -. Nel farlo, quasi sempre ha confinato le proposte delle professioni, perseguendo una prassi collaborativa che raramente ha superato lo stadio dell'ascolto e delle buone intenzioni”.

“Per quanto l'aumento dei costi di un servizio abbia sempre ricadute negative, e' evidente come il problema non siano i 50 euro in più di Diritti di segreteria, quanto piuttosto la crescente sensazione da parte dei cittadini - e dei liberi professionisti - di non stare remando tutti nella stessa direzione, come e' invece auspicabile e necessario che sia”, conclude Mazzoni.
 

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