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Vendite, Confesercenti: "Ora basta con i centri commerciali"

"Per i piccoli negozi, il dato positivo di giugno non basta a riportare in positivo un primo semestre negativo per il dettaglio tradizionale: a pesare è l’incertezza di inizio anno e la forte contrazione delle vendite registrate"

I consumi secondo l’Istat danno segnali di ripartenza, per quanto il quadro economico rimanga ancora instabile. "Ma la ripresa  secondo Confesercenti Ravenna - non è ancora arrivata pienamente al commercio tradizionale, lasciando fuori in particolare i negozi più piccoli". A trainare sono le vendite della grande distribuzione (+2,4%), a loro volta spinte dall’ennesimo boom dei discount (+3,1%). Ma per i piccoli negozi, il dato positivo di giugno (+0,9%) non basta a riportare in positivo un primo semestre negativo (-0,6%) per il dettaglio tradizionale: a pesare è l’incertezza di inizio anno e la forte contrazione delle vendite registrate, soprattutto, nel mese di aprile. "Desta preoccupazione, inoltre - commenta Confesercenti - l’incertezza che sembra ancora caratterizzare lo scenario complessivo: se, come sottolinea l’istituto di statistica nella nota mensile, le prospettive per l’economia italiana sono positive e la crescita economica si consolida, dal lato dei consumi e della spesa delle famiglie i segnali sono, invece, ancora altalenanti. A luglio l’inflazione ha frenato per il terzo mese consecutivo, dopo la fiammata dei prezzi dell’inizio dell’anno. E a crescere sono stati soprattutto i prezzi dei trasporti, per fattori stagionali e per riflesso della
buona performance messa a segno dal settore turistico, unico comparto a dare segnali veri di ripresa.

L’andamento delle aziende

L’andamento altalenante è testimoniato anche dai dati del Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Ravenna. I dati del secondo trimestre 2017 se da un lato migliorano rispetto al primo trimestre come aziende complessive (+121) e come settori (commercio +30 e turismo + 49) dall’altro segnalano ancora un quadro negativo. Da notare come il dato complessivo sia contraddistinto da un fenomeno già segnalato: un ulteriore aumento delle attività di commercio di autovetture (usate in primis) che a fine giugno è arrivato a ben 429 unità, come aumentano le attività di commercio via internet e porta a porta. Rispetto allo stesso periodo del 2016 (fine giugno) l’andamento del 2017, sempre a fine giugno, evidenzia un saldo totale negativo importante a distanza di un solo anno, di meno 281 aziende del commercio e meno 52 nel turismo (area Faenza: -68 nel commercio e -8 nel turismo; area Bassa Romagna: -87 nel commercio e -15 nel turismo; area Ravenna: -104 nel commercio e -2 nel turismo; area Russi: -9 nel commercio e -4 nel turismo; area Cervia: -13 nel commercio e -23 nel turismo). Rispetto al saldo totale di imprese esistenti in provincia tra i due semestri 2017 sul 2016 (-940) commercio e turismo da soli ne costituiscono oltre il 35%. "E di fronte a questi andamenti ci sono ancora Comuni (come Faenza, Ravenna, Castel Bolognese, Russi, Lugo) che autorizzano, ipotizzano, inseguono ancora la nascita di nuove medio-grandi strutture commerciali - commenta Confesercenti - Come se non bastassero le centinaia di vetrine e negozi vuoti che si contano in città e nelle diverse località. Le politiche generali devono sostenere la domanda e ridurre la pressione fiscale, quelle locali dovrebbero sostenere e valorizzare l’esistente e la loro esistenza e non consentire lo sbarco di nuove grandi strutture qua e là".

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