Al Rasi di Ravenna i Teatri di Bari/Kismet con "L'Abramo di Bencivenga"
Filosofo e saggista ma anche drammaturgo, poeta e docente universitario, Ermanno Bencivenga s’interroga sul senso della fede e sull’idea che l’uomo ha del proprio dio. Contrariamente a quanto accade nella Bibbia, qui Abramo va fino in fondo: porta Isacco – suo unico figlio, fondamento della sua speranza, del suo futuro, del destino di un popolo – sul monte e lo uccide violando la logica dell’amore in nome di una fede ottusa. E dopo lo spettacolo, alle 22.30, incontro con la compagnia a cura di Massimo Marino.
Abramo è la storia di un patriarca raccontata da un autore che s’interroga sul senso della fede e sull’idea che l’uomo ha del proprio dio. Come nella narrazione biblica, tre viandanti annunciano ad Abramo che Dio vuole sottoporlo a una prova e gli chiedono di uccidere il suo unico figlio, fondamento della sua speranza, del suo futuro, del destino di un popolo. Contrariamente a quanto accade nella Bibbia, però, Abramo va no in fondo: porta Isacco sul monte e lo uccide. Dio non ferma la sua mano, lascia che il gesto venga compiuto per intero. Abramo rientra a casa senza il figlio, affronta l’ira e la disperazione di Sara e scopre di lì a poco che non era il delitto la vera prova. Tornano, infatti, i viandanti a rimproverarlo e a spiegargli che non obbedienza cieca ci si aspettava da lui, ma la messa in discussione di un’immagine incoerente con la realtà del suo dio. Dio voleva, cioè, essere contraddetto, non riconosciuto in una richiesta così aberrante; come ha ben chiarito il cardinale Ravasi nel suo articolato commento sul Sole-24 Ore, Abramo ha violato la logica dell’amore in nome di una fede ottusa. La domanda che capovolge ed esaspera la tensione del dramma è dunque «possiamo davvero pensare di rispettare e venerare Dio quando siamo disposti a ritenerlo tanto crudele da chiederci il sacrificio di una vita?». Ovvero «che dio sarebbe il nostro se volesse farci rinunciare alla nostra libertà e compiere un gesto profondamente irrazionale?». E la risposta implicita a questa domanda è che la vera fede è essa stessa libertà: è assunzione responsabile di un’interpretazione dello spirito della parola sacra, che sappia guardare al di là della sua lettera e se necessario anche contraddirla, in nome di una dignità etica cui il credente non deve in alcun caso rinunciare. Ci sono storie antiche quanto il mondo, storie incise sulla pelle degli uomini, storie che si tramandano di generazione in generazione, di mare in mare, di terra in terra.
«Il nostro Abramo – spiega la regista Teresa Ludovico – è un riflesso dell’illustre antenato e il suo Signore è un fantasma dominato come lui dall’ira, dall’invidia, dalla vendetta e dalla paura, paura di cedere il bastone del comando, paura dell’altro, degli altri che cavalcano l’onda, le dune del deserto e si presentano alle porte per reclamare una primogenitura o un pezzo di terra. Allora bisogna difendersi e non abbassare mai la guardia. Il nostro Abramo è una maschera delirante, grottesca che trasforma, con la sua scelta ottusa, la sua casa in un cumulo di macerie. Di secoli in secoli…ecco il nostro tempo».
Alle ore 22.30 – sala Mandiaye N’Diaye del teatro Rasi
Incontro con Teatri di Bari/Kismet a cura di Massimo Marino
In questa occasione Massimo Marino dialogherà con gli attori della Compagnia barese sui quesiti fondamentali e quanto mai attuali che Ermanno Bencivenga rivolge al lettore-spettatore, sul senso della fede e sull’idea che l’uomo ha del proprio dio.
Abramo
Teatri di Bari/Kismet
di Ermanno Bencivenga
adattamento e regia Teresa Ludovico
aiuto regia Christian Di Domenico
con Augusto Masiello,Teresa Ludovico, Christian Di Domenico,
Michele Altamura, Gabriele Paolocá, Domenico Indiveri
spazio e luci Vincent Longuemare
costumi Teresa Ludovico e Cristina Bari
BIGLIETTI. Settore unico. Sostenitore: € 12. Ridotto*: € 10. Under30: € 5.
*cral e gruppi organizzati, insegnanti, oltre i 65 anni, iscritti all’Università per gli Adulti Bosi Maramotti, Soci Coop Adriatica, Esp Club Card, Soci BCC, tessera TCI.
Biglietterie
Teatro Alighieri, via Mariani 2 Ravenna tel. 0544 249244 (feriali dalle 10 alle 13, giovedì dalle 16 alle 18 e da un’ora prima dello spettacolo).
Teatro Rasi, via di Roma 39 Ravenna tel. 0544 30227 (il giovedì dalle 16 alle 18 e da un’ora prima dello spettacolo).
BIGLIETTI GRATUITI: per ogni spettacolo de La stagione dei teatri, grazie al contributo di Fondazione Flaminia, Ravenna Teatro/Teatro delle Albe distribuisce agli studenti universitari del campus di Ravenna biglietti gratuiti. La distribuzione avverrà la settimana di ogni spettacolo il martedì al Punto Ristoro del Palazzo dei Congressi (dalle 12.30 alle 14). Posti limitati, per info: 0544 36239.
INFORMAZIONI
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